19 febbraio 2009

Malattia psicosomatica: come guarire ed essere felici.



Disagio psicologico. Quando la malattia diventa un rifugio.

Una piccola premessa: propongo questo articolo per rispondere ad un messaggio che ho ricevuto da una cara ragazza, che per convenzione chiameremo Debora, che scrive: “Mi sono rotta una caviglia… ho la gamba ingessata. C’è un messaggio da capire?

Se tu stai sempre male…..
Certe persone, anche in giovane età, si trovano a lottare contro una cattiva salute. Non hanno nessuna malattia seria, solo tanti piccoli fastidiosi disturbi che influenzano la loro vita e le loro relazioni con gli altri. Queste persone sembrano perseguitate dalla sfortuna: ne hanno sempre una! Disturbi come stanchezza cronica, vertigini, tachicardia, gastriti, coliti, cefalee, vaginiti, cistiti, dolori muscolari, cervicale, sindrome premestruale, ciclo irregolare, bruxismo e continui raffreddori ed influenze (e l’elenco potrebbe continuare a lungo!) sono tristemente familiari per queste persone così cagionevoli.

Purtroppo, chi soffre di questi acciacchi non si sente compreso né dal medico curante che spesso liquida i loro mali come “stress” né dai loro familiari che li trattano da ipocondriaci.

Ti sei riconosciuto in questa descrizione? Sappiamo che non ti senti bene e che non è giusto che la tua sofferenza venga banalizzata o minimizzata, ma , quando questi disturbi persistono, possono essere la “spia” di una profonda sofferenza psicologica.

Gli stretti legame fra corpo e mente.
Giustamente, chi soffre di un continuo malessere, si arrabbia quando i suoi disturbi vengono attribuiti allo stress. Chi soffre di una serie di disturbi psicosomatici non è un malato immaginario, è una persona che sta male davvero, anche se i suoi disturbi sono causati “solo” dallo stress. Le ultime scoperte scientifiche hanno evidenziato come corpo e mente siano strettamente collegati. Quando siamo ansiosi e spaventati, nel nostro corpo avvengono una serie di reazione biochimiche e ormonali: il nostro metabolismo accelera, il nostro battito cardiaco aumenta, la pressione sale, salgono i livelli di trigliceridi e di colesterolo nel sangue mentre diminuiscono gli ormoni sessuali. Le emozioni negative influiscono anche sul sistema immunitario che diventa meno resistente alle malattie e alle infezioni.

Purtroppo se lo stato di stress si prolunga nel tempo, ci si può ammalare seriamente.

Certo, non si può assolutamente affermare che tutte le malattie abbiano un origine psicosomatica : tuttavia le persone infelici o ansiose tendono ad ammalarsi di più e a riprendersi più lentamente dalle malattie rispetto alle persone serene.

Il caso di “Cerotto”.
Una mia paziente è soprannominata dagli amici “Cerotto” per la sua tendenza alle malattie e agli incidenti. La povera ragazza, a nemmeno 30 anni, ha collezionato un numero impressionante di malattie, distorsioni, contusioni e piccole fratture. Parlare con lei è come ascoltare un bollettino medico: ogni settimana ha un malessere diverso. Occorre dire che non c’è da parte sua alcuna simulazione né decisione cosciente. Anzi, “Cerotto” sta pagando un prezzo altissimo per i suoi meccanismi inconsci :non c’ niente di divertente nel rompersi un dito o nell’avere una distorsione alla caviglia!

In genere, le sue malattie o i suoi incidenti seguono uno schema ricorrente: “Cerotto” si ammala quando deve affrontare delle responsabilità che non si sente pronta ad assumere o quando vuole evitare un conflitto con una persona per lei importante. La prima frattura, per esempio, si è verificata quando la ragazza stava andando al suo primo colloquio di lavoro: è scivolata e si è rotta un dito. Questo le ha permesso di evitare il colloquio e il lavoro. Ma quando è riuscita a trovare un lavoro, è stata costretta a rinunciarvi perché ha sviluppato una forma di “otite bollosa” , refrattaria a qualsiasi trattamento medico, che è scomparsa quando ha deciso di lasciare il lavoro. Tutti i suoi successivi tentativi di inserirsi nel mondo del lavoro sono falliti per cause mediche : lo stress dell’ ambiente lavorativo la faceva ammalare e di conseguenza, la ragazza veniva licenziata per le sue numerose assenze. In campo sentimentale, la situazione
non è migliore : a partire dall’adolescenza, “Cerotto” è sempre stata fidanzata ma quando la relazione diventava seria, si ammalava o aveva un incidente. Questo le permetteva di rimandare una decisione impegnativa come il matrimonio o la convivenza e testare inconsciamente la disponibilità del partner a prendersi cura di lei.

Insomma, le malattie nella sua vita avevano la funzione molto importante, sebbene inconscia, di evitare le responsabilità della vita adulta , preservando allo stesso tempo la propria autostima ed evitando il conflitto con gli altri.

Occorre sottolineare, ancora una volta, che si tratta di meccanismi assolutamente inconsapevoli, se la ragazza fosse infatti cosciente delle sue paure e dei suoi reali desideri, troverebbe un modo più efficace e, soprattutto meno doloroso, per affrontare i suoi problemi.

Malattia e desideri regressivi.
Di fronte alle difficoltà della vita, tutti noi almeno una volta abbiamo desiderato scappare su un isola tropicale oppure ritornare in un periodo della nostra vita più spensierato e con meno responsabilità. A volte, quando siamo particolarmente scontenti, visto che non possiamo scappare o ritornare bambini, ci ammaliamo.

Naturalmente non sto sostenendo che tutte le malattie siano frutto di desideri regressivi! Ma, a volte, la malattia psicosomatica può essere l’espressione di un inconscio desiderio di fuggire da una vita stressante e insoddisfacente.

Naturalmente la malattia psicosomatica può avere molti significati che non è possibile esaminare in questa sede, per cui mi limiterò a parlare soltanto di uno dei molti significati possibili del disagio psicosomatico: quello della regressione.

Quando ci ammaliamo, possiamo permetterci di essere deboli e di far sì che altre persone ci accudiscano e si occupino di noi. Spesso, chi è ammalato, riceve per via delle sue sofferenze una attenzione e una comprensione da parte delle persone che lo circondano, che da sano non riceverebbe. Inoltre, la malattia può consentirci di prendere una pausa da una quotidianità vissuta come troppo logorante e frustrante e/o può evitarci di assumere delle responsabilità, salvaguardando allo stesso tempo la nostra autostima.

Per esempio, la ragazza citata nel paragrafo precedente, essendo sempre malata o incidentata era giustificata agli occhi degli altri e di se stessa se non si metteva alla prova nella vita.

Ma evitando le responsabilità, evitava anche di confrontarsi con i propri limiti ed evitava anche il rischio di fallire.

I perché nascosti della malattia psicosomatica
Molti malati psicosomatici sono cresciuti in ambienti familiari freddi e distratti e non si sono mai sentiti veramente amati e considerati dai loro genitori. Soltanto quando erano malati, riuscivano ad ottenere da parte delle figure genitoriali affetto e attenzioni. Il messaggio inconscio che hanno ricavato dalle loro esperienze infantili è che il dolore è il prezzo dell’amore e che solo se soffrono possono essere amati.

Non solo: alcuni malati psicosomatici sono molto arrabbiati e risentiti per le deprivazioni affettive subite, e si aspettano inconsciamente dalla vita e dagli altri una specie di “risarcimento” per la mancanza d’amore della loro infanzia. Di conseguenza, nelle relazioni affettive cercano nel partner il genitore amorevole che non hanno mai avuto. Si aspettano dall’ altro una devozione totale e un amore incondizionato che per primi non riescono a dare.

Ma dal momento che le loro aspettative sono eccessive, difficilmente si sentono soddisfatti dei loro rapporti con gli altri.

La scarsa autostima è un tratto caratteristico del malato psicosomatico regressivo : quest’ultimo ha spesso di sé un immagine negativa : si percepisce come una persona debole, inferiore agli altri, incapace di cavarsela da solo nella vita.

Alcuni malati psicosomatici convinti di non riuscire ad interessare gli altri per le loro qualità, scelgono inconsciamente di diventare ” speciali” nelle loro debolezze. E il ruolo di “malato cronico”, di ” quello o quella a cui va sempre tutto male” può diventare un modo per essere finalmente visti dagli altri, per avere una propria identità, per trovare il proprio posto in famiglia o nella società.

Come guarire ed essere felici.
Guarire da uno stato di malessere cronico è possibile ma richiede un notevole lavoro su se stessi. Per stare meglio è importante cambiare l’immagine di sé , concentrandosi sulle proprie risorse (invece che sulle pecche fisiche e caratteriali) e lavorare sulla capacità di autoaffermazione e sull’assertività.

In questo paragrafo, daremo al riguardo qualche sintetica indicazione che spero, potrà essere utile:

1. Pratica regolarmente uno sport
Chi soffre di frequenti disturbi psicosomatici non ha un buon rapporto con il proprio corpo, che spesso percepisce come debole e malato. Avere una buona forma fisica può cambiare la percezione corporea, e di conseguenza, farti entrare in contatto con la tua forza interiore.

Lo sport è utile perché ti aiuta a sviluppare l’autodisciplina, una qualità carente in molti malati psicosomatici. Se è possibile scegli uno sport che permetta di scaricare l’aggressività come le arti marziali o il kick-boxing, ecc … Queste attività sportive ti faranno sentire più forte fisicamente e quindi, anche mentalmente.

2. Aumenta la tua soglia di tolleranza allo stress.
In genere, il malato psicosomatico di tipo regressivo ha una bassa soglia di tolleranza allo stress : di fronte alle difficoltà fugge oppure si ammala. Per diventare più forti , è importante sviluppare una buona dose di autodisciplina. Quindi è necessario imparare a fare le cose e rispettare tutti gli impegni anche quando non ci si sente al massimo della forma fisica o psicologica.

3. Sviluppa l’assertività nelle relazioni con gli altri.
Solitamente chi soffre di disturbi psicosomatici ricorrenti ha delle grosse difficoltà ad essere assertivo : l’aggressività viene rivolta verso se stessi e verso il proprio corpo. In altre parole, il malato psicosomatico si serve inconsciamente della malattia per comunicare agli altri le proprie esigenze e i propri desideri. Un esempio di questo meccanismo è quello della casalinga che si sente sfruttata e non appoggiata dai familiari e che sviluppa un improvvisa allergia ai detersivi, “costringendo” così marito e figli ad aiutarla nelle pulizie di casa. Chi soffre di frequenti disturbi psicosomatici spesso deve imparare a riconoscere e ad esprimere in modo assertivo le proprie esigenze.

4. Non appoggiarti troppo agli altri.
Chi non si è sentito amato da piccolo, come molti malati psicosomatici, tende inconsciamente a cercare nel partner il genitore amorevole che non ha mai avuto. Oppure nel migliore dei casi, chi sta sempre male, tende a pretendere dal partner un trattamento speciale a causa della sua salute delicata. E’ superfluo aggiungere che queste dinamiche psicologiche difficilmente danno luogo a rapporti felici e appaganti ! Chi soffre di continui disturbi psicosomatici dovrebbe cercare di ridurre le sue aspettative, cercando di instaurare con il partner un rapporto il più possibile partitario e gioioso.

5. Pensa a tutto quello che hai ricevuto dalla vita
A volte, chi ha avuto molte malattie è risentito con la vita perchè sente di aver avuto più problemi e difficoltà della media della gente e , in alcuni casi, può essersi formato un immagine di sé negativa come quella di una persona sfortunata, con molte pecche fisiche e caratteriali. Ma quando si è troppo focalizzati su quello che non si ha avuto nel passato, si diventa incapaci di apprezzare quello che si ha nel presente. E quando ci si concentra troppo sulle limitazioni a cui la malattia ci costringe, si diventa incapaci di vedere le opportunità che la vita ci offre. Quindi per superare la dolorosa sensazione di essere perseguitato dalla sfortuna, è bene concentrarsi sulle opportunità che ci sono state offerte ( e non solo su quello che ci è mancato) , sui nostri punti di forza (e non solo sulle nostre debolezze), sulle soluzioni (e non solo sui problemi)

6. Prendi contatto con la tua aggressività.
Chi soffre di disturbi psicosomatici tende a rivolgere verso se stesso l’aggressività sia con una continua autosvalutazione, sia ammalandosi, sia mettendosi in situazioni spiacevoli e stressanti.

Per prendere contatto con la propria parte aggressiva, può essere utile frequentare un corso di bioenergetica. La bioenergetica lavorando sul corpo , è adatta soprattutto alle persone molto celebrali, in quanto permette un contatto più profondo e immediato con le proprie emozioni.

Dottoressa Anna Zanon

1 commenti:

Anonimo ha detto...

salve dottoressa....sno roberta e ho 23 anni per caso ho letto questo articolo da lei scritto...e sn rimasta allibita...perchè io mi rispecchio in tutto!!!!!!e adesso che so che è una malattia...potrò fare una cura di me stessa.....la prego di farsi risentire....mi piacerebbe approfondire questo discorso....grazie mille