09 giugno 2009

Il beverone all’olio d’oliva




Una sperimentazione degli scienziati del Istituto di ricerca alimentare a Norwich, in Inghilterra e pubblicata dal British Journal of Nutrition sta ultimando un nuovo prodotto: formato da acqua, olio d'oliva ed uno stabilizzatore usato nella panificazione.

Questa nuova formula aiuterà a conservare il senso di sazietà anche fino a 12 ore dopo aver mangiato.

Ci vorranno dai 5 ai 10 anni perchè si possa vedere questo prodotto miracoloso sui nostri scaffali, ma gli scienziati sono ugualemente soddisfatti: "E' la prima volta che constatiamo un effetto così incisivo - spiega il dottor Martin Wickham - e questa miscela potrebbe essere utilizzata come ingrediente principale in nuovi alimenti, per aumentare la sazietà e l'assorbimento di calorie".

L'ingrediente rivoluzionario, sviluppato dai dottori Martin Wickham e Richard Faulks, è stato individuato con una serie di procedure, tra cui una risonanza magnetica allo stomaco.

In fase di sperimentazione, i ricercatori hanno somministrato ad 11 volontari due tipi di composti: uno con il Tween 60, un tensioattivo polisorbato usato anche in torte e pasticcini ed un altro con lo Span 80, entrambi diluiti con caffè e dadi alimentari.

Analizzando i risultati, gli studiosi si sono poi accorti che il prodotto con il Tween 60 raddoppiava di volume già dopo un ora; questo perché il Tween 60 riesce a mantenere stabile il rapporto tra olio e acqua nello stomaco e quando l'acqua viene separata dall'olio lascia lo stomaco molto più velocemente mentre amalgamata all'olio ci rimane per un periodo più lungo.

Certo l'iter che il farmaco deve sostenere prima di poter essere commercializzato è ancora lungo, ma gli studiosi britannici sono ottimisti sulla sua efficacia e sulla loro capacità di risolvere alcune imperfezioni (come lo stato fisico del composto: per ora è disponibile solo sotto forma di solido quando sarebbe più efficace sotto forma di drink).

“Conservare quello che ingeriamo per periodi più lunghi ci aiuterà a sentirci più sazi e a controllare l'indice di obesitàà in un modo molto più semplice" ha concluso Wickham.
di Graziano Alderighi

02 giugno 2009

Troppo fast food rende i ragazzi stupidi?


Lo studio ha coinvolto 5 500 studenti delle scuole primarie confrontando test attitudinali e abitudini alimentari. Il risultato è a dir poco curioso: i ragazzi che hanno ottenuto i punteggi peggiori nelle prove sono stati quelli che si recano nei fast food a mangiare più di 3 volte la settimana. In sostanza, gli score in lettere e aritmetica sono di circa il 16% inferiori rispetto alla media. La ricerca proviene dalla Vanderbilt University in Tenessee.

Complessivamente i ragazzi hanno totalizzato nei test tra i 58 e i 181 punti, con una media del 141.5. Ma analizzando il segmento di studenti che mangiano al fast food da 4 a 6 volte la settimana, la media del punteggio è più bassa di 7 punti. Se poi il ragazzo mangia hamburger tutti i giorni, il suo punteggio precipita a meno 16. Questo sia nei test matematici che di comprensione di brani.

Kerri Tobin, responsabile dello studio, afferma: «Se scientificamente non ci sono prove significative nelle relazioni tra cibo dei fast food e bassi risultati nei test, statisticamente il dato è inequivocabile. L’ipotesi è che hamburger e compagnia possano causare difficoltà cognitive e di concentrazione, che si rispecchiano nei risultati delle prove sottoposte agli allievi».

Pronta la risposta di un portavoce della Mac Donald’s: «La maggior parte dei nostri clienti si reca da noi 2 o tre volte al mese. Detto questo, la varietà del nostro menu assicura una dieta diversificata e bilanciata».

Detto questo, nelle mense britanniche e nei distributori automatici delle scuole sono già stati banditi i cibi con alte concentrazioni di grassi e zuccheri.
di Luca Bernardini
Fonte:
The Telegraph
Times of India