29 agosto 2008

La corretta alimentazione per i bambini dopo le vacanze



Tornare a scuola dopo mesi di vacanza può risultare traumatico per molti bambini e adolescenti. È molto importante seguire una dieta sana, equilibrata e adeguata a ciascuna persona, per affrontare con energia gli impegni scolastici e le altre attività pomeridiane, come gli sports che spesso praticano i nostri piccoli.
L'attenzione dei genitori per la crescita e la salute dei propri figli si confronta con una serie di interrogativi: quale alimentazione è più idonea ad assicurare i giusti apporti nutrizionali per affrontare le lunghe ore di lezione? È meglio puntare più sulla prima colazione o sul pranzo? E con quali ingredienti? Come trovare un equilibrio tra la necessità di crescita di bambini e ragazzi e l'aumento del rischio di obesità delle nuove generazioni sempre più sedentarie? «Le attività quotidiane impongono ritmi e necessità nutrizionali differenti nelle varie età, in relazione a tipo, intensità e durata delle attività stesse. Per l’organismo in crescita l’assunzione di cibo dovrebbe essere idealmente suddivisa in 5 pasti al giorno (cioè con un intervallo di 3 ore circa l’uno dall’altro): colazione, pranzo, cena e due “merende” a metà mattina e metà pomeriggio» spiega il Professor Claudio Maffeis, Professore Associato di Pediatria dell'Università di Verona. E prosegue: «Questa scelta garantisce adeguati apporti nelle ore diurne, in cui vi è il massimo consumo di energia e nutrienti e di limitare possibili squilibri nel rapporto fame/sazietà che favoriscono la deposizione di grasso in eccesso. L’equilibrio del rapporto fame/sazietà è favorito dalla pratica regolare di attività fisica, sempre più carente nei bambini come negli adulti dove la video-esposizione toglie molto tempo al gioco all’aperto e l’attività sportiva, che decresce rapidamente soprattutto nell’adolescenza. In ogni caso, ridurre il numero dei pasti è sbagliato, porta a mangiare di più e a depositare più grasso. Colazione e pranzo, insieme alla merenda del mattino, dovrebbero coprire il 60% dei fabbisogni di energia e nutrienti della giornata. Merenda del pomeriggio e cena il restante 40%. Pertanto nella prima parte della giornata si dovrebbe mangiare di più che nella seconda parte: di solito accade proprio il contrario. In genere, un’alimentazione varia (latte e latticini, cereali, pesce, uova, poca carne) con abbondante assunzione di vegetali (frutta, verdura, legumi) consente di soddisfare tutti i bisogni energetici e nutritivi. Attenzione però a non considerare gli alimenti solamente quale fonte di energia. I bambini italiani sono mediamente “ipernutriti” in termini di calorie, tanto che l’obesità è molto comune sin nell’età prescolare, ma possono presentare carenze in nutrienti (ad esempio minerali, fibra e oligoelementi) che a lungo andare contribuiscono ad influenzare lo stato di salute, aumentando il rischio di sviluppare alcune malattie (anemia, stipsi, osteoporosi, aterosclerosi). E’ quindi necessario abituarsi a considerare i nutrienti contenuti nel cibo per poterne ottimizzare l’assunzione». Insieme a frutta, verdura, latte e yogurt, un utile alleato per la corretta nutrizione degli studenti di tutte le età è il concentrato di pomodoro, ricco di licopene, potassio, fosforo e calcio. Un vero e proprio concentrato di “nutrienti” per affrontare al meglio gli impegni del nuovo anno scolastico e le attività sportive necessarie per un corretto stile di vita. «Il concentrato di pomodoro - spiega il Professor Maffeis - costituisce un’ottima possibilità per arricchire di nutrienti l’alimentazione del bambino e del giovane. Il concentrato contiene in media da 4 a 8 volte (per unità di peso) più nutrienti (Calcio, Ferro, Potassio, Fosforo, licopene, alcune vitamine) del pomodoro fresco ed è pratico da utilizzare. Del resto il pomodoro dovrebbe far abitualmente parte dell’alimentazione italiana già a partire dalla fine del 1° anno di vita. E’ uno degli alimenti importanti dell’alimentazione mediterranea, che è riconosciuta attualmente la migliore disponibile. Il pomodoro è ricco di licopene, il carotenoide più presente nel plasma umano. La cottura del pomodoro (concentrato) e l’aggiunta di olio ne aumentano l’assorbimeno. Ha elevate capacità antiossidanti, risultando un efficiente “eliminatore” di radicali liberi, tossici per le cellule. Previene l’ossidazione delle lipoproteine, riducendone l’aterogenicità, ovvero il rischio di insorgenza di arteriosclerosi. E’ stata inoltre dimostrata un’associazione tra assunzione di licopene e riduzione del rischio della comparsa di alcune neoplasie. L’assunzione di adeguate quantità di licopene nell’età evolutiva (fino a circa 1,3 mg/kg/die tra i 4 ed i 9 anni) potrebbe quindi essere potenzialmente utile quale co-fattore di prevenzione sia della malattia cardiovascolare che di alcune neoplasie». Nella corretta ripartizione dei pasti quotidiani di bambini e ragazzi, sono molteplici le occasioni di consumo del concentrato di pomodoro, in abbinamento agli altri alimenti simbolo della tradizione italiana a tavola, quali pasta, olio d'oliva, parmigiano e verdure di stagione. «L’uso del concentrato di pomodoro- continua il Professor Maffeis - è ideale ai pasti principali. Il contenuto in nutrienti che lo caratterizza (minerali, vitamine, licopene) può contribuire a completare il profilo nutrizionale del pasto a tutte le età. L’uso del concentrato per condire pasta o riso, magari insieme a verdure ed aromi, al posto di carne o salse a base di formaggi, panna, ecc. offre due importanti opportunità: primo, di limitare l’apporto di grassi soprattutto saturi così dannosi al sistema cardiovascolare; secondo, di contenere l’apporto calorico, generalmente esuberante rispetto ai fabbisogni. Anche a merenda, ad esempio, insieme a pane e olio può costituire un’alternativa sana e nutriente, rispetto a merende più ricche di grassi e calorie. Il concentrato di pomodoro è quindi un alimento che può essere impiegato utilmente nell’alimentazione del bambino e dell’adolescente» conclude il Professor Maffeis. Dunque l'occasione del ritorno sui banchi di scuola può costituire l'inizio, per i bambini e i ragazzi, di un regime alimentare più sano, naturale e ricco di oligoelementi, capace di aiutarli nei loro impegni quotidiani e di preservare la loro salute, evitando stanchezza e irritabilità.

LE SIGARETTE CONTENGONO ANCHE SOSTANZE RADIOATTIVE



Le multinazionali del tabacco conoscevano i danni causati dal polonio 210, sostanza radioattiva molto pericolosa presente nelle sigarette, ma hanno taciuto. Il quotidiano britannico The Independent ha rivelato lo scandalo, che verrà pubblicato in uno studio delll'American Journal of Public Health , dove sono stati analizzati oltre 1.500 documenti interni delle company del fumo.
"Il polonio 210 nelle sigarette non è una novità - spiega Vincenzo Zagà, pneumologo bolognese e vice presidente della Società italiana di tabaccologia - noi a Bologna ce ne occupiamo dal 1995, e comunque diversi studi scientifici a riguardo sono stati pubblicati già a partire dagli anni Sessanta. Si tratta di una delle sostanze più pericolose e cancerogene contenute nelle sigarette: basti pensare - conclude - che fumare 20 sigarette al giorno per un anno equivale a sottoporsi a 300 radiografie". I ricercatori hanno dimostrato come le multinazionali erano a conoscenza da oltre 40 anni del pericolo radioattivo nascosto nel pacchetto di sigarette. Le industrie produttrici hanno tentato per decenni senza riuscirci di eliminare questa sostanza dai loro prodotti, ricorrendo anche alla modificazione genetica o studiando filtri per rimuovere il micidiale veleno. Alla fine hanno deciso di tenere nascosti i pericoli. Un silenzio rotto solo ora dai ricercatori guidati da Monique Muggli, della Mayo Clinic nel Minnesota. Il polonio 210 è presente sia sulle foglie del tabacco che all'interno della sua struttura chimica.
Fra i documenti interni di una multinazionale del tabacco ne è stato trovato uno di 30 anni fa che sottolinea come la pubblicazione di questo genere di ricerche, dal 1978, «avrebbe l'effetto di svegliare il "gigante che dorme"». Da qui la decisione di tacere, comune a tutti i colossi del tabacco, evitando che la questione venisse all'attenzione dell'opinione pubblica. Un portavoce della British American Tobacco replica che «non è noto quale componente delle sigarette causi il cancro« e fa presente che il polonio 210 si trova anche nei cibi».
Un gruppo di ricercatori statunitensi, propone di indicare sui pacchetti il livello di radiazioni a cui si espongono i fumatori.

Questa sostanza radioattiva, balzata tristemente alla ribalta col caso
Litvinenko (Londra 2006) è un pericoloso eccipiente delle sigarette.

La notizia giunge dalle pagine del quotidiano britannico The Independent, che rivela che si è arrivati a queste conclusioni tramite l’analisi di oltre 1.500 documenti interni delle company del fumo.

La cortina del silenzio si squarcia grazie ai ricercatori guidati da Monique Muggli, della Mayo Clinic nel Minnesota che rivelano che il polonio 210 non solo è presente sulle foglie del tabacco ma anche all’interno della sua struttura chimica. Pare infatti, che le industrie produttrici di sigarette abbiano tentato, invano, di eliminare questa sostenza dalle bionde ricorrendo anche alla modificazione genetica, riuscendo però a celare, con successo, le ricerche.

Le multinazionali si difendono affermando non si sa ancora con certezza quale sia il componente che causa del cancro

27 agosto 2008

Il Rosario delle Lune


C'è una concittadina che fa incetta di premi letterari. Nata a Rocca S. Giovanni e residente a Lanciano, in realtà fin dai primi tre mesi di vita ha vissuto a S. Vito Chietino. Figlia d'arte di quel Giulio Sigismondi tra i più noti e apprezzati poeti dialettali abruzzesi, passa molto del suo tempo nella casa paterna.
L'ultimo premio ha varcato i confini nazionali. Infatti, ha vinto il primo premio al IX concorso letterario europeo città di Monaco.Con la sua raccolta di versi il rosario delle lune si è fatta apprezzare anche dai critici europei. Il 18/10/2008 in una sala del comune di Monaco di Baviera la sanvitese Perla Sigismondi Marino verrà premiata per la sua raccolta di versi.

Quello che mi ha colpito di Lei, è la sua semplicità nel fare e/o gestire i versi e le parole. "Sono cose che mi succedono o che capitano", come se fossero alla portata di chiunque. Il suo ottimismo, la capacità di cogliere le cose "belle", positive della natura, del mare, del suo territorio.
Adesso, dopo aver letto il Rosario delle Lune mi rendo conto del potere di quella poesia. Ogni frase un condensato di emozioni pronte ad esplodere. Una miccia piena di emozioni che vengono innescate ad un ritmo incessante.
Adesso capisco i vari premi che la poetessa riceve e, la loro importanza. Un esempio per gli altri concittadini. Una persona schiva che evita, se può, la luce dei tanti riflettori puntati. Un esempio da imitare, piuttosto che seguire i tanti reality che la tv propina per stereotipi ormai bruciati.
In questo video la poetessa legge la sua poesia preferita

A mio padre

Attaccata a un solo dito
mi hai mostrato la scena illuminata
nella traccia antica
la giostra della vita
il canto e il grido di ogni uomo
l'ironìa bonaria
le tempeste e i giochi del mare
l'utopìa da salvare
l'acqua della sorgente
le chiare stelle cadenti in agosto
il gusto della poesia.
Mi hai dato voce parola eco sensi
sfumature rare il ricordo di qualcosa
sognato insieme che rimane irreale
essendo stato vero.

Apro il pugno pieno di niente.
Non è giusto che io pensi
che non è bella la vita!


23 agosto 2008

Le vitamine dell'Estate



Dopo aver superato la primavera e i suoi caratteristici malesseri – soprattutto stanchezza e difficoltà di concentrazione – si è pronti per affrontare l’estate. Si aspettano con ansia le vacanze, per potersi dedicare alle proprie attività preferite: abbronzarsi e rilassarsi sulla spiaggia, praticare quell’attività fisica che nel corso dell’anno è stata un po’ trascurata, uscire la sera con gli amici e magari fare anche un bel viaggio. Le vacanze possono quindi essere molto divertenti, ma tutt’altro che rilassanti, specialmente se arrivano dopo un anno di lavoro, caratterizzato da stress e da uno stile di vita e un’alimentazione disordinati e poco sani. Fattori che possono determinare una carenza di principi nutritivi, in particolare di vitamine. Come reintegrarle? Lo chiediamo alla dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

Importanti tutto l’anno

“Le vitamine – spiega la dottoressa Pastore – sono principi nutritivi privi di potere calorico, fondamentali per garantire il benessere psicofisico dell’individuo. L’organismo umano non è in grado di sintetizzarle, pertanto devono essere introdotte con l’alimentazione. Le vitamine sono ampiamente presenti negli alimenti del regno animale e di quello vegetale. Hanno numerose funzioni ma principalmente:

-hanno potere antiossidante, cioè rallentano l’invecchiamento cellulare,

-fanno parte della molecola di sostanze, i coenzimi, importanti per il decorso di reazioni metaboliche fondamentali,

- promuovono lo sviluppo e una crescita regolari,

- garantiscono la salute dei globuli rossi, le cellule del sangue che trasportano l’ossigeno ai tessuti dell’organismo,

-sono importanti per la trasmissione dell’impulso nervoso.

Le vitamine sono dunque sostanze organiche indispensabili, in qualunque periodo dell’anno. E’ molto importante avere un’alimentazione variata, per assicurare all’organismo le giuste quantità di vitamine.

Nel mondo occidentale, oggi, non esistono più vere carenze vitaminiche. Sono possibili deficienze di vitamine marginali legate a particolari situazioni fisiologiche quali l’accrescimento, la gravidanza, la vecchiaia oppure patologiche quali l’etilismo cronico, le sindromi di malassorbimento ecc. che possono necessitare di integrazioni”.


Estate e sole


“In estate – continua la dietista – si ha la possibilità di aumentare naturalmente l’attivazione della vitamina D, esponendosi alla luce del sole. L’attivazione della vitamina D avviene attraverso più reazioni: la prima importantissima conversione avviene a livello cutaneo dove è presente un suo precursore, chiamato pro-vitamina D3, che grazie all’azione della luce ultravioletta viene trasformato in vitamina D3.

Successivamente la vitamina D3 viene immessa in circolo e nel fegato, trasformata in un composto non ancora attivo chiamato calcidiolo. Il calcidiolo raggiunge i vari tessuti, principalmente muscoli e tessuto adiposo, dove rimane come riserva, infine nel rene si forma il calcitriolo che è la forma attiva della vitamina D. L’entità della conversione a livello cutaneo, passaggio indispensabile perché si formi vitamina D attiva, dipende da diversi fattori: spessore e pigmentazione della pelle, qualità e intensità delle radiazioni UV e, soprattutto, ampiezza della superficie del corpo esposta al sole e durata dell’esposizione.

E’ bene esporsi al sole (utilizzando però una crema protettiva ad alto fattore di protezione), per beneficiare di questa vitamina, importante soprattutto per mantenere sani ossa e muscoli: la vitamina D regola infatti le concentrazioni plasmatiche del calcio e del fosforo, sostanze utili per il processo di formazione e mantenimento delle ossa.

L’apporto della dieta di vitamina D, è scarso. Si trova infatti in pochissimi alimenti esclusivamente di origini animale: l’unico alimento molto ricco è l’olio di fegato di merluzzo, discrete quantità sono presenti in alcuni pesci a più alto contenuto di grassi (anguilla, aringa, salmone), solo tracce nelle uova, nel fegato, nel burro, nel latte e in alcuni formaggi a più alto contenuto di grassi”.

Aiutare l’abbronzatura

“La vitamina A – spiega la dottoressa Pastore – si trova in natura in due forme:

il retinolo, cioè la vitamina preformata, proviene da fonti di origine animale ed è contenuto prevalentemente nel fegato, nei pesci grassi, nel burro, nel tuorlo d’uovo, nei formaggi a più elevato contenuto di grassi,i caroteinoidi precursori della vitamina A provengono da fonti di origine vegetale (verdure a foglia verde scuro). Il più diffuso carotenoide è il betacarotene che conferisce alla frutta e alla verdura la colorazione giallo-arancio (albicocche, carote, zucca, pesche, mango, melone, ecc).

Il Betacarotene (un precursore della vitamina A) può aiutare a ottenere un’abbronzatura più intensa, ma attenzione a non esagerare. Dosi elevate di questa sostanza, anche se non sono dannose per l’organismo, possono determinare una colorazione giallo-arancio della pelle. Per preparare la pelle all’abbronzatura si possono preparare dei centrifugati di frutta e verdura ricchi di questa sostanza: non solo carote, ma anche melone e albicocche possono fare al nostro caso. E’ invece bene limitare l’assunzione di integratori specifici per intensificare l’abbronzatura, per evitare che il colorito dorato e naturale si trasformi in un meno piacevole giallognolo”.

Una sana alimentazione

“L’estate dovrebbe essere il momento adatto per iniziare ad adottare un’alimentazione equilibrata, da proseguire anche durante l’inverno – suggerisce la dietista. Una dieta variata, con prevalenza di cibi freschi e il consumo ad ogni pasto di frutta e verdura di stagione, assicura all’organismo il giusto apporto di nutrienti di cui ha bisogno, ma soprattutto permettono di fare il pieno di sostanze antiossidanti preziose per la salute. D’estate, e soprattutto in vacanza, bisognerebbe approfittare del tempo a disposizione per prendersi più cura anche dell’alimentazione cercando di non portarsi in vacanza le brutte abitudini”.

Integrare con i multivitaminici

“Se non è possibile seguire una dieta equilibrata e ricca delle vitamine necessarie si può ricorrere all’assunzione di integratori multivitaminici – spiega la dottoressa Pastore. Queste sostanze vanno assunte solo per periodi di tempo limitati e non dovrebbero mai sostituire una dieta variata e ricca di frutta e verdura, ma essere utilizzate solo a integrazione di essa, in quei periodi in cui, per diversi motivi, non sia possibile adottare un’alimentazione equilibrata”.

Più sport
“L’elevata sudorazione causata dall’attività fisica, soprattutto in questo periodo dell’anno, comporta la dispersione di acqua e minerali –conclude la dietista. E’ importante soprattutto reintegrare le perdite di liquidi, bevendo abbondantemente, e seguire un’alimentazione variata e bilanciata dal punto di vista nutrizionale. Il corpo umano è composta da circa il 4% di sali minerali. E’ molto difficile, in condizioni di buona salute, andare incontro a vere carenze anche se si pratica un’attività fisica intensa.

Anche in questo caso un’alimentazione variata consente un’assunzione quantitativamente adeguata di micronutrienti, utile anche a reintegrare eventuali perdite. Ciò significa che in condizioni fisiologiche e in assenza di una specifica deficienza non è necessario ricorre a integratori multiminerali. Un discorso a parte deve essere fatto, ma limitatamente negli atleti, per due minerali: il ferro, importante per un’ottimale prestazione fisica, e il calcio, importante per mantenere un’adeguata densità ossea”.

Elena Villa.

21 agosto 2008

"Tenete lontani i cellulari dai bambini: aumentano il rischio cancro al cervello"


Notizie allarmanti dall’Università di Pittsburgh: i telefonini andrebbero sempre utilizzati con parsimonia e con gli auricolari. Una precauzione da adottare soprattutto dai giovani, i cui organi sono ancora in crescita. Le conclusioni risultano completamente diverse rispetto ad altri studi, ma se i ricercatori della Pennsylvania dovessero avere ragione tra qualche decennio potremmo pentirci amaramente di aver guardato con indifferenza a quell’80% di under 18 che non si stacca mai dal cellulare (nemmeno a scuola e quando dorme).

Continuano a alternarsi gli esiti di approfonditi studi sui rischi per il cervello derivanti dall’uso dei telefoni cellulari: la versione stavolta è in chiave allarmistica e proviene da uno dei più importanti centri di ricerca per il cancro americani, l’Università di Pittsburgh. Qui i ricercatori hanno paragonato i cellulari a una vera e propria roulette russa per la salute: proprio per evitare l’aumento di rischi di tumori al cervello i telefonini, in pratica, andrebbero sempre utilizzati con parsimonia e possibilmente con gli auricolari. I suggerimenti si spingono verso situazioni sinora mai considerate, come quella di non usare i cellulari in luoghi pubblici ristretti, come gli autobus, per non mettere a rischio le persone vicine.

Ma la raccomandazione più grande riguarda ancora una volta i più giovani: “i primi a dover diminuire l'uso dei telefonini – fanno sapere gli studiosi della Pennsylvania - dovrebbero essere i bambini, il cui cervello è ancora in fase di crescita”. Una conclusione, che se confermata nel tempo da altre analoghe, potrebbe cambiare i costumi di vita degli under 20 di mezzo mondo (quello tecnologicamente avanzato). Lo scorso 9 luglio il guru mass-mediologo Derrick de Kerckhove ha affermato, durante una conferenza sui “Nativi digitali” (i giovani nati dal 1993 in poi), che durante un’ampia ricerca svolta in Canada per Motorola è emerso come l’80% dei ragazzi con meno di 18 anni non si stacchi mai dal telefonino, lasciandolo acceso e pochi centimetri anche mentre dorme.

Ed anche in Italia le cose non vanno molto meglio: una recente indagine, chiamata “Minori e telefonia mobile”, condotta dal Centro studi minori e media di Firenze, in scuole elementari, medie e superiori di 20 città e di 10 regioni italiane, su un campione di 2.264 studenti e 1.541 genitori, è emerso che già alle elementari 8 alunni su 10 possiedono almeno un telefonino: ma la cosa forse più sconvolgente è che alle superiori l'80% lo tiene sempre acceso in classe anche durante le lezioni (anche a dispetto della Direttiva n. 104 del ministero della Pubblica Istruzione del 30 novembre scorso).


Statistiche che dovrebbero riflettere far riflettere ancora di più alla luce dell'allarme lanciato dal direttore dell'istituto oncologico dell'università statunitense, Ronald Herberman, che in una lettera ai membri dell'università ha riportato alcuni studi preliminari e tuttavia non ancora pubblicati, dimostrerebbero la pericolosità dei telefonini. Herberman ha spiegato che anche se la scienza impiegherà anni prima di dimostrare la connessione tra la malattia e l'uso dei cellulari, gli utenti dovrebbero cominciare da subito a prendere delle contromisure.

Le considerazioni del centro di ricerca vanno prese sul serio non solo per la sua comprovata serietà scientifica, ma anche perché formulate in una città, Pittsburgh, che dopo essere stata considerata per anni una “la città dell’acciaio” per la forte presenza di industrie di questo genere, viene oggi definita come il “cuore pulsante delle telecomunicazioni in Pennsylvania”.

La teoria sconfessa quelle pubblicate finora, che hanno escluso qualunque rischio concreto derivante dall'uso dei cellulari. L'università dello Utah aveva ad esempio concluso all'inizio del 2008, dopo aver analizzato vari studi sull'argomento, che non è dimostrabile nessun incremento nel numero di tumori al cervello dovuto all'uso di cellulari. Alla stessa conclusione sono arrivati anche altri studi condotti al di fuori degli Stati Uniti, come in Francia e Norvegia.

Per i ricercatori dell’Università di Pittsburgh sia i dati scientifici che le caricature su internet non cambierebbero lo stato delle cose: "Anche se controversi - ha detto il direttore del centro di ricerca universitario - siamo convinti che ci siano dati sufficienti per prendere delle precauzioni nell'uso dei cellulari".
Alessandro Giuliani

Energy drink: una preoccupazione per i consumatori ed una proposta per il Ministero della Salute



Negli ultimi anni in Italia e nel resto del mondo si è registrato un aumento consistente del consumo di bevande denominate Energy Drinks. Poiché esse sono pressoché sconosciute alla popolazione over 30, una loro sommaria descrizione è necessaria.

Questo tipo di bevanda viene venduta in lattine e contiene caffeina (in genere una quantità lievemente superiore o equivalente agli 80-85 mg di una tazzina di caffè e decisamente superiore ai 23 mg di una classica Coca Cola), a volte altri stimolanti quali, guaranà (contenente altra caffeina) o ginseng.

La più venduta (in virtù anche di una fortissima pressione pubblicitaria) è la Red Bull. Essa contiene come ingredienti principali oltre alla caffeina, l’aminoacido taurina e glucuronato.

Nate come bevande energetiche, gli Energy drinks sono diventati i protagonisti di un nuovo modo di consumare l’alcool. Tra i giovani, l’assunzione di cocktail a base di Energy Drink e alcolici, e soprattutto superalcolici, è oggi una moda molto diffusa.

Nonostante l’enorme popolarità a livello mondiale, in alcuni paesi europei ed extra-europei non è stata concessa l'autorizzazione all'immissione in commercio degli Energy Drinks.

In Francia, il Ministero della Sanità ha stabilito che gli Energy Drinks potrebbero avere effetti indesiderati sul metabolismo e sulla pressione arteriosa e li ha classificati come medicinali, impedendone di fatto la distribuzione. Anche la Danimarca e la Norvegia non ne hanno autorizzato la vendita.

In Gran Bretagna, infine, il commercio di tali bevande è consentito liberamente, ma è sconsigliato l’uso alle donne in gravidanza, ai minori e alle persone a rischio cardiovascolare.


Gli Energy Drinks sono bevande pericolose?

Come è ben noto la risposta individuale agli effetti farmacologici della caffeina è molto variabile.

In alcuni soggetti, l’assunzione di Energy Drinks può causare un eccessivo aumento della frequenza cardiaca ed un incremento della pressione arteriosa.

Come tutte le bevande contenenti caffeina, dovrebbe essere sconsigliata in pazienti affetti da cardiopatie congenite quali la sindrome del QT lungo.

Inoltre, negli sportivi che li assumono prima di uno sforzo fisico prolungato, l’attività diuretica della caffeina può peggiorare lo stato di disidratazione provocato dalla perdita di liquidi con la sudorazione.

Insomma, pur non trattandosi di bevande che presentano una spiccata tossicità se assunte da soggetti sani, sono comunque bevande che in determinate condizioni possono essere pericolose per la salute.

Ancora più pericolosa è l’abitudine ad assumere cocktail a base di Energy Drinks ed alcool.

L’uso della miscela Energy Drinks /alcool nasce dalla voglia, da parte di chi la consuma, di una bevanda che abbia gli effetti euforizzanti dell’alcool, ma che contemporaneamente non stordisca.

Gli Energy Drinks possono in effetti dare l’illusione di combattere efficacemente gli effetti sedativi dell’alcool.

Ma lo stato di ebbrezza viene piuttosto mascherato, mentre segnali coma la fatica e la sonnolenza sono solo attenuati e restano in agguato, poiché la concentrazione ematica di alcool non viene modificata.

Una volta terminati gli effimeri effetti della bevanda energetica, la sbornia si può materializzare con il suo sgradevole corteo di sintomi: vomito, cefalea, disequilibrio, sonno.

Infine la disidratazione, che è una condizione aggravata sia dalla caffeina che dall’alcool ed eventualmente anche dall’esercizio fisico praticato dai giovani in discoteca.

I pericoli cui abbiamo accennato sono attualmente oggetto di discussione anche nella comunità scientifica, e sono stati denunciati di recente in alcuni articoli apparsi in letteratura.

In particolare, i rischi derivanti dall'assunzione simultanea di Energy drinks + alcool consistono:

* nella possibilità che soggetti che non hanno una sufficiente percezione del loro stato di ebbrezza possano essere responsabili di incidenti;
* nella mancata percezione degli effetti sgradevoli dell’alcool, tale da indurne l’assunzione di quantità eccessive e di conseguenza aumentare le probabilità di sviluppo di dipendenza da alcool.

E’ possibile che qualcuno ritenga queste preoccupazioni eccessive e obietti che si tratta di sostanze legali, che bisogna considerarla una sorta di trasgressione soft e che infine qualcosa bisogna pur bere.

La stessa confezione degli Energy Drinks, colorata e scintillante, in fin dei conti attraente, tende ad attenuare giudizi troppo severi.

Certo la reazione generale sarebbe diversa e sicuramente più allarmata se pensassimo a giovani e giovanissimi che associano nottetempo gin, vodka o whisky a dosi massicce di caffè.

Nonostante le conoscenze attuali siano circoscritte a Energy Drinks assunti da soli e quindi a un rischio di tossicità tutto sommato modesto e limitato a determinate condizioni fisiopatologiche, riteniamo che si debba affrontare il problema in maniera scientifica e razionale.

Considerato che:

* è vero che la caffeina viene bevuta diffusamente, ma nella sua “veste” abituale essa è automaticamente associata a possibili effetti cardiovascolari, mentre negli Energy Drink la stessa pericolosità può essere sottostimata;

* la miscela Energy Drink ed alcool si va diffondendo sempre di più;
* il problema di fondo resta la dispensazione dell’alcool tra i giovani.

Si chiede al Ministero della Salute di imporre che sia aggiunta sulle etichette degli Energy Drink una avvertenza che sconsigli l’uso in soggetti cardiopatici ed ipertesi e avverta sui rischi derivanti dall’associazione con alcool.

Un'iniziativa simile - sia pure non drastica e incisiva come quella adottata in Paesi che ne hanno vietato la distribuzione - è stata presa dalla Gran Bretagna che sconsiglia l'uso di Energy Drinks in dosi elevate, tra i minorenni o in associazione a superalcolici.
link http://www.sifweb.org/societa/avvisi/sif_energy_drinks.php

19 agosto 2008

SanVito: Emanuela Aureli

La domenica festa di san Rocco ha proposto la partecipazione della imitatrice televisiva Emanuela Aureli
accompagnata da una band giovane che intonava musica anni 60-70.

Alcuni passaggi

SanVito: Vincenzo Olivieri



Il comico pescarese Vincenzo Olivieri di passaggio a S. Vito ha rispolverato le sue battute sul lungomare di Gualdo. Un pubblico numeroso ha seguito e apprezzato le sue performance.
Se un artista diceva "Sono solo canzonette" qui si può dire " Sono solo barzellette".
Alcuni passaggi video

18 agosto 2008

SanVito: La Band Frentana




alcuni brani

12 agosto 2008

SanVito: Serata dannunziana con Michele Placido


In un breve spettacolo teatrale e musicale Michele Placido, l'attore pugliese ha recitato alcune poesie e lettere di Gabriele D'Annunzio (3). Al pubblico è piaciuta molta la sua partner nello spettacolo, Franca Minnucci, ma, il suo contributo è stato molto modesto.

Alcuni frammenti del video della serata

10 agosto 2008

SanVito: ultima serata Spazi sonori




Un trio conclude il tour degli Spazi Sonori. Il brillante regista della manifestazione De Grandis termina con un trio con esperienza internazionale. Musica originale e arrangiata con chitarra, contrabbaso e batteria un mix di suoni originali.



Alcuni frammenti video della serata

09 agosto 2008

Serata Dannunziana: Daniela Musini

Al settantesimo della morte di G. d'Annunzio San Vito e la sua attrice daniela Musini ricordano il poeta e, il suo passaggio a San Vito.
Alcuni frammenti video della serata

07 agosto 2008

L'Italia: una barzelletta!



Per ridere ma, anche per piangere...

.... Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.

Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra.

Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.

In questa situazione di crisi il management diede una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana.

Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare.

Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità.

L'anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri.

La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.

Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa…

06 agosto 2008

Sportivi: più giovani di 10 anni


Si sa che l'esercizio fisico mantiene in forma e giovani, ma ora si è riusciti a quantificare questo effetto. Uno studio condotto su più di 2000 coppie di gemelli da Lynn Cherkas del King's College di Londra ha suggerito che lo sport potrebbe far tornare indietro il tempo anche di 10 anni rispetto alla reale età.
Per calcolare l'età biologica degli individui i ricercatori hanno utilizzato come unità di misura i telomeri, cappucci protettivi del Dna che si accorciano con gli anni. Si è visto così che tre ore e mezza di attività fisica settimanale possono cambiare l'età biologica dell'organismo facendola risultare fino a 10 anni più giovane rispetto a coloro che conducono una vita sedentaria.
Studiando i gemelli gli studiosi hanno dimostrato che il fratello sedentario è biologicamente più vecchio di quello sportivo.
I telomeri sono brevi sequenze di Dna poste agli estremi dei cromosomi e proteggono questi ultimi dall'usura del tempo. Infatti ogni volta che una cellula si riproduce, inevitabilmente una piccola parte delle estremità dei cromosomi non viene replicata, rendendoli sempre più corti. La lunghezza dei telomeri può quindi indicare l'età della cellula e quindi, su più larga scala, dell'organismo.
I ricercatori britannici hanno arruolato 2401 coppie di gemelli ed esaminando il loro Dna hanno misurato i loro telomeri. Ai volontari è poi stato fatto compilare un questionario in cui dovevano descrivere il loro stile di vita, la pratica sportiva, l'alimentazione, il fumo e molti altri parametri. Dai risultati è emersa una stretta relazione tra la lunghezza dei telomeri e l'attività fisica. In media si è visto che tra chi praticava sport per almeno 3,5 ore a settimana e chi invece si muoveva per soli 16 minuti a settimana, quindi conduceva una vita del tutto sedentaria, la differenza di lunghezza dei telomeri era di 200 basi (componenti base del Dna), che corrispondono a circa dieci anni.
E' probabile che lo sport agisca in vari modi per rallentare l'invecchiamento, riducendo anche lo stress fisico e mentale e ostacolando i fenomeni ossidativi che consumano l'organismo nel tempo

01 agosto 2008

L'amore? Come una droga naturale




Sul tema dell'amore si sono spesi fiumi di parole e i romantici potranno rimanere delusi nel sapere che a far scattare l'amore, tra due persone, anche quello romantico, non è tanto l'attrazione fisica o quella mentale, ma la chimica. Già, perché tutto è dovuto a due ormoni: la dopamina e l'adrenalina, gli stessi che si innescano nel caso di una tossicodipendenza.
Ma partiamo con ordine. All'inizio di una relazione, quando nasce il desiderio si scatenano nel cervello una serie di reazioni chimiche simili a quelle stimolate dalla cocaina o da altre sostanze sintetiche. Sia nella droga che nell'innamoramento, infatti, si produce una maggiore quantità di dopamina che stimola le aree cerebrali deputate al controllo del piacere, ma anche di adrenalina, che aumenta l'afflusso di sangue verso alcune parti del corpo, come gli organi riproduttivi.
E non è finita qui, perché se sentirsi innamorati è come essere drogati, gli stessi sintomi si presentano anche quando la relazione è finita: sensazione di giramento di testa e stomaco in subbuglio.
Il cervello aumenta la produzione di dopamina anche quando si è stati abbandonati o si è gelosi del partner. Per questo motivo l'innamorato è ancora più determinato a riconquistare l'oggetto del desiderio, proprio come il tossicodipendente lo è nel cercare un'altra dose.

Io, tossico in via di disintossicazione?
Se si usassero meglio queste droghe, se si parlasse, si ascoltasse e si dialogasse meglio, che mondo migliore sarebbe?
Siamo nell'era dell'acquario, quella dove queste droghe naturali hanno la massima "esaltazione".
Creare un circolo per droghe naturali? Troppo semplice!