30 giugno 2006

Guantanamo e Calciopoli

Ieri è iniziato un mega processo allo stadio Olimpico di Roma con numeri da media impressionanti, con i mondiali di calcio alla vetrina e i 30 deferimenti eccellenti di cui 4 a squadre di calcio, bastano per movimentare l'audience. Uno schieramento di mezzi per un processo sportivo di questo genere è stato predisposto per persone o squadre solo con l'accusa di slealtà sportiva e di illecito sportivo.
A Guantanamo, una zona della Cuba di Fidel Castro, in territorio con legislazione speciale sono rinchiusi da 5 anni "terroristi" che nessun tribunale ha mai condannato, neanche quello militare. Da 5 anni sono soggetti ad una detenzione dovuta all'appartenenza a combattimenti nei vari teatri di guerra aperti dagli stati uniti d'america.Il contrasto è quantomeno stridente, per slealtà sportiva vengono messi in moto centinaia di persone, avvocati ed interessi di ogni genere, mentre ci si lamenta per l'abbreviazione di 2 gradi di giudizio in questo processo. Tale abbreviazione dettata più da altri (Uefa) che regole nuove. Questi "terroristi" a guantanamo, sono terroristi dal momento che varcano quel cancello, un giudice che condannerà ad una punizione così severa, in un paese democratico, deve ancora nascere.
Dov'è la correlazione fra i due giudizi, NESSUNA siamo agli estremi su una bilancia chiamata giustizia sempre tirata da un lato dal potente di turno.
Cercando il lato positivo, penso che sia meglio continuare a parlare di slealtà sportiva invece che di terrorismo.

29 giugno 2006

Auschwitz, il mito della guerra persa

Continuando nell'intervista al dottor J. Mengele del 1983.
Mi perdoni. Delle sue attività parleremo più avanti. Adesso vorrei chiarire, se è possibile, un altro punto. Se non ci sono mai state esecuzioni di massa, come lei sostiene, allora come spiega i forni crematori?

Ci sono in tutte le città tedesche che abbiano una popolazione di almeno 200 mila abitanti. La cremazione è molto usata presso le nostre genti luterane. Voi stessi in Francia avete degli impianti per la cremazione nei grandi agglomerati urbani. Nei campi i forni erano necessari ancora di più, perché il pericolo di epidemie era maggiore. In ogni parte del mondo si bruciano le salme delle vittime di malattie contagiose. C’era un crematorium ad Auschwitz 1, che ha funzionato dall’agosto 1942 al luglio 1943. E un altro a Birkenau, e non quattro come si è raccontato, utilizzato dall’aprile 1943 al dicembre 1944. Ciascuno aveva una capacità massima di 35 cadaveri al giorno. Ammettendo che potessero funzionare 24 ore su 24, cosa impossibile. Quindi, se i forni avessero lavorato a pieno ritmo, e non era il nostro caso, non si sarebbero potuti cremare, durante l’esistenza dell’intero campo, più di 32 mila cadaveri. Ho rifatto più volte il calcolo dalla fine della guerra, glielo assicuro!
Ma, dottore, perché quest’odio verso gli ebrei? Perché li consideravate una razza inferiore?

Lei, si sbaglia. Io personalmente non ho alcun odio particolare nei confronti degli ebrei. Per noi erano solo dei nemici, come gli zingari, i francesi o i comunisti. Quindi dovevamo combatterli con decisione, a maggior ragione perché li consideravamo intelligentissimi e quindi ancor più pericolosi.
Dottor Mengele, si dice che proprio lei personalmente abbia bruciato quattro milioni di ebrei ad Auschwitz!

E dove li avrei trovati tanti cadaveri? Dove avremmo trovato il combustibile necessario? Provi a rivolgersi al crematorio di Parigi: lì le diranno quanti litri di gasolio o quanti chili di carbone sono necessari per cremare un solo cadavere. E’ chiaro che i quattro milioni di Auschwitz sono stati inventati per poter raggiungere la famosa cifra di sei milioni. Una cifra inverosimile: non esistevano sei milioni di ebrei in tutta Europa. Ne vuole la prova?
Che prova ?

Lei sa che si è prodotto per stabilire l’esistenza di un programma di sterminio degli ebrei, una specie di verbale di una conferenza tenuta a Wannsee, il 20 gennaio 1942. E’ un falso palese, riconosciuto per tale unanimemente dagli storici obiettivi. In quel documento venne indicato il numero di ebrei esistenti in ogni nazione, per un totale di 11 milioni in Europa. Ma compresi i 5 milioni dell’URSS. Allora, undici meno cinque fa sei, in tutto il continente, compresa la Gran Bretagna e i paesi neutrali. In pratica si lascia intendere che noi avremmo eliminato tutti gli ebrei, anche quelli che non erano alla nostra portata. Quel documento, senza carta intestata, né firme, chiamato “protocollo di Wansee”, è stato fabbricato in occasione del processo Eichmann, quando ancora si parlava di tre milioni di vittime. Mi dica, quanti ebrei avevate in Francia prima della guerra?
Non so. Da noi sui documenti non figura la razza e nemmeno la religione. Più o meno gli ebrei francesi si stimavano sui 250 mila…

Ecco. Ne aggiunga 50 mila emigrati dalla Germania fra il ’33 e il ’39, e arrotondiamo per eccesso.
Diciamo allora 300 mila in totale. Il “protocollo di Wansee” né attribuiva alla Francia 860 mila: un ebreo ogni 46 abitanti, almeno tre volte di più della realtà. Riduca in proporzione la cifra di sei milioni. Se poi l’esagerazione non fosse tanto macroscopica come per la Francia nel caso degli altri paesi saremmo comunque ben lontani dai sei milioni.
Ma se voi non li avete sterminati col gas, che fine han fatto tutti quegli uomini?

Sono in Israele, in Unione Sovietica, oppure si sono rifugiati, come hanno fatto gli ebrei polacchi nel 1941, negli Stati Uniti, in Argentina e in Europa. Nel 1938, secondo il Comitato ebraico americano, vivevano in tutto il mondo più di 15 milioni di ebrei. Nel 1948, stando ad un articolo pubblicato sul New York Time dallo statistico Baldwin, erano già 19 milioni. Secondo i calcoli degli studiosi seri, certamente non nazionalsocialisti o antisemiti, il numero ufficiale degli ebrei morti durante la guerra, per ogni tipo di causa, sul territorio tedesco od occupato varia fra i 170 mila morti ed il mezzo milione.
Senta un po’ dottore. A dar retta a lei non ci sarebbe stato nessun massacro degli ebrei durante la guerra. Non le sembra poco credibile?

Non ho detto questo. Quando le nostre truppe sono entrate in Galizia alcune unità di volontari ucraini si sono lasciate andare ad atti d’intolleranza antisemita. Più o meno la stessa cosa hanno fatto in territorio sovietico le unità russe incorporate nella Wehrmacht. Certamente i nostri Einsatzgruppen, l’equivalente degli spazzini di trincea della prima guerra mondiale, hanno passato un po’ il segno. Ma in ognuno di quei casi la nostra repressione è stata severa.
Non esisteva dunque una “soluzione finale”?

Certamente. Ma la soluzione finale era l’espulsione degli ebrei dall’Europa. Noi avevamo pregato la Croce Rossa internazionale di farsi carico di una loro destinazione. Ma nessun paese, alleato o neutrale, ne volle sapere. Domandammo a più riprese al governo francese di mettere a disposizione il Madagascar: il maresciallo Petain ci disse che gli indigeni dell’isola erano brava gente e non meritavano una cosa del genere. Fu solo allora che Hitler decise di deportare gli ebrei in Polonia, provvisoriamente. E poiché in tempo di guerra erano considerati come forze nemiche, furono internati per buona parte nei campi di concentramento. Gli Stati Uniti non hanno fatto forse la stessa cosa con i Nisei, i giapponesi che vivevano in America?
Dopo queste considerazioni, diciamo così generali, vogliamo parlare della sua attività professionale ad Auschwitz, dottor Mengele?

E’ il punto che più m’interessa chiarire. Le ho già detto che io ero il responsabile del Blocco sperimentale. Cosa facevamo lo dice il nome: esperimenti, come in tutti gli ospedali di ieri e di oggi.
Esperimenti? Negli ospedali?

Ma è logico. Mi sembra facile da capire. Si mette a punto un nuovo medicinale, e di solito lo si esperimenta su una cavia, su un cane, su un animale qualsiasi. Ma l’uomo non è né u topolino né un cane. Un giorno bisogna pure somministrare il nuovo farmaco ad un essere umano, senza conoscerne prima gli effetti precisi. Negli ospedali lo si fa senza dir nulla ai degenti. Di solito s’incomincia nelle corsie dell’assistenza gratuita, fra i ricoverati più poveri. Ad Auschwitz noi facevamo esperimenti su condannati a morte, anticipando gli americani che in seguito ci imitarono. In ogni caso, per ogni volta, avevamo un’autorizzazione da Himmler in persona. Penso che lei mi crederà se le dico che, nel 1950, un tribunale militare francese ha assolto i medici tedeschi del campo di Schirmeck, accusati di aver compiuto esperimenti sui detenuti dalla testimonianza di alcuni colleghi dell’ospedale di Parigi.
Wiesenthal accusa lei personalmente di aver sacrificato la vita di un migliaio di gemelli con iniezioni dolorosissime solo per tentare di cambiare loro colore agli occhi!

Oh, Wiesenthal! Nel libro, le cui pagine lei sta certamente citando, ha fatto arrestare Anna Frank da una SS coll’uniforme nera. Nel 1942! Erano già tre anni che le SS portavano le uniformi grigioverde. Ma il nero è più sinistro, no? L’ignoranza di quest’uomo è pari solo alla sua malafede. Il colore degli occhi di una persona non è che un carattere secondario della razza, una conseguenza di un complesso genetico di un individuo. Cambiare il colore degli occhi con un’iniezione, qualora fosse possibile, non trasformerebbe certo un nordico, un alpino o un mediterraneo più di un paio di lenti a contatto. Lo sa anche una matricola universitaria. E’ vero che ho fatto esperimenti sull’iride, ma per vedere come reagiva a certe stimolazioni e per compiere una ricerca sulla cecità. Nessuna persona è morta in seguito a questi esperimenti, ripeto nessuna. Ammetto che per qualche giorno abbia avuto gli occhi irritati, ma tutto qui. Quanto ai gemelli le sole ricerche che si possono fare, e ne sono state fatte parecchie negli Stati Uniti prima e dopo la guerra, consistono nello stabilire, nella loro evoluzione biologica e nei loro comportamenti, quanto peso abbia l’ereditarietà e quanto ne abbia l’ambiente. Beninteso parlo dei gemelli veri, quelli monozigoti. Per far questo non c’è che un metodo: seguire per una decina d’anni due gemelli che, spesso per motivi d’adozione, sono stati separati alla nascita e sono andati a vivere in due ambienti diversi. Questo sarebbe stato impossibile ad Auschwitz. E’ vero che il problema dei gemelli mi ha sempre affascinato. Sui gemelli giustiziati per esempio praticavo l’autopsia per vedere se c’erano state o no reazioni interne differenti. Non ho mai fatto giustiziare appositamente dei gemelli solo per poter fare degli esperimenti. Dio mi è testimone. Del resto ho letto proprio qualche mese fa su una rivista americana che ad una riunione di ex deportati di Auschwitz hanno partecipato almeno una quindicina di gemelli. E stavano benissimo. Tutte queste storie, caro signore, sono solo invenzioni incoerenti d’analfabeti. Wiesenthal non ha detto per esempio che i medici del campo avrebbero trasformato in donna un ragazzo di tredici anni che dopo la guerra, grazie ad una complicata operazione, riebbe la sua virilità? Non conosco precedenti di testicoli ricresciuti, né di membri artificiali. Che vada a raccontarlo a qualsiasi urologo, a qualsiasi chirurgo!
E le donne incinte? Si dice che lei abbia studiato gli affetti della sottoalimentazione sul feto e che,per far questo, abbia sottoposto alcune prigioniere ad un regime di fame. E che ne abbia fatto abortire altre per studiare via via dal vivo tutte le fasi dello sviluppo intrauterino.

Il soggetto della ricerca è esatto. Lei sa che l’alimentazione, in Germania, andava via via peggiorando man mano che la guerra si prolungava. Avevamo dunque più d’un motivo per svolgere studi sugli effetti che ciò avrebbe prodotto sulla generazione seguente. Ora, noi accoglievamo ad Auschwitz, di tanto in tanto, delle donne incinte sottoalimentate che venivano arrestate o che provenivano da altri campi. Erano soggetti ideali per sperimentare nuovi alimenti in grado di rimettere in sesto madre e bambino, e naturalmente noi dovevamo controllare strettamente la loro dieta. Ben lungi da affamare le donne, cercavamo di migliorare le loro condizioni e soprattutto quelle del nascituro. In questo caso un aborto è del tutto inutile: bastano le analisi che conoscono tutti i ginecologi.
Altre donne erano però meno fortunate di queste. Voi sperimentavate su di loro tecniche di sterilizzazione.

La sterilizzazione, come lei sa, era legale in Germania come in certi Stati dell’America settentrionale o in Danimarca. Lo è anche oggi in India. Veniva autorizzata dai tribunali dell’igiene razziale e imposta solo ai portatori di tare ereditarie. Quanto ai procedimenti, erano molto semplici e avanzati, tant’è vero che d’allora non sono più cambiati.
Sicché, dottore, lei non ha nulla di che rimproverarsi.

Proprio nulla. Non ho mai maltrattato o lasciato maltrattare un prigioniero. Ho contribuito a salvare migliaia, come ho salvato migliaia di camerati al fronte o di civili. Soprattutto bambini.
E’ sicuro di avere la coscienza tranquilla?

Tanto tranquilla che dopo la capitolazione io sono regolarmente rientrato a casa mia, a Gunburg, e ho passato cinque anni senza che nessuno mi tormentasse, né le autorità di Bonn, né quelle di occupazione. Non avevano ancora fatto di me un criminale di guerra. Il mio ruolo al campo fu così poco importante che nel grosso volume consacrato da Gugliemo Staglich al “ mito di Auschwitz” io sono nominato due sole volte, nelle note. E le due volte solo perché il dottor Nyiszli, un medico ungherese detenuto e assegnato all’ospedale da campo, mi ha accusato di avergli fatto sezionare dei cadaveri. E’ quella che si chiama comunemente autopsia. Non ho fatto altro. Non ho fatto molto, effettivamente. Ma domandi pure a questo dottor Nyiszli che mi conosce bene dal momento che è stato mio assistente, se sono stato quel mostro che si è detto. Ha mai sofferto lui stesso del mio autoritarismo? Chi ha salvato la sua famiglia? No, caro signore, tutte quelle cose orribili sono state deformate o inventate. Al contrario io posso provarle che ho salvato un sacco di gente. Mi ricordo di un medico che si chiamava Levi e che ebbe l’abilità di farmi cancellare molti nomi sulle liste dei condannati. E poi i bambini. Perché le madri venivano da me per supplicarmi di salvare i loro figli malati? Perché appena potevo, lo facevo, sempre. E mi ricordo anche di quella donna, polacca mi pare, la dottoressa Hautval. Eravamo nell’agosto 1943: rifiutò di farmi d’assistente. E cosa è successo? L’ho fatta assassinare? No, se ne andò viva e vegeta da Auschwitz. E non mi dica che tutte queste persone sono morte. Qualcuno potrà testimoniare.
Io, non posso fidarmi di questa intervista, ma se per assurdo fosse vero, la seconda guerra mondiale con i suoi 80 milioni di morti e i tanti feriti avrebbero una collocazione più "umana", figlia di un conflitto tra potenze mondiali il cui unico scopo è stato il potere per la creazione o mantenimento del proprio impero.

28 giugno 2006

Auschwitz, solo opere di bene

Mentre in questi giorni si parla di Moggi-mostro che si difende con alcune lacrimucce pensando di essere una vittima dei media alla ricerca di capri espiatori, stavo leggendo una intervista del 1983 a Mengele, il medico di Auschwitz.
Mentre in alcuni stati negare l'Olocausto può portare all'arresto, in altri può scatenare una guerra, mi sembra giusto sentire l'altra campana. Naturalmente l'attendibilità del Dottor J. Mengele ed il suo intervistatore Hubert Lassier vanno approfondite, nel frattempo riportiamo :
I fabbricati di Auschwitz 1, gli Stammlager, vecchie caserme, erano poco accoglienti ma ben costruite. Le baracche erano solide e razionali. Avevamo un ospedale ben attrezzato, nella baracca 17, un campo sportivo, un salone per gli spettacoli, dove i detenuti davano concerti e rappresentazioni teatrali a la domenica si celebravano i riti cattolici, ortodossi e luterani. E c’era anche, scusi l’accostamento, un bordello. Tutto questo, non era solo nelle intenzioni, come negli altri casi, ma funzionava. Perché? Perché erano le SS a occuparsi direttamente della gestione e della disciplina nel campo. La disciplina era severa, è logico, ma non si tollerava la brutalità. A cominciare dagli stessi detenuti. C’erano dei kapò. Come in tutte le prigioni del mondo, ma sotto rigoroso controllo. L’intendenza assegnava ai detenuti lo stesso numero di calorie alimentari riservate ai civili tedeschi, comprese le razioni supplementari per i lavori pesanti. E a questo andavano aggiunti i pacchi mandati dalle famiglie e quelli che, attraverso la Croce rossa, spedivano gli americani. Guardi, nel libro che sto leggendo, queste foto, di origine sovietica, scattate all’arrivo dei soldati russi, quando nel campo erano rimasti solo i malati. Hanno l’aria di morti di fame?
Vuol dire che la vita era decente, nonostante la situazione?
Esattamente. E’ così che molti dei miei camerati vivevano nel campo con moglie e bambini. Anche mia moglie è venuta più di una volta a passare qualche giorno con me.
Questi secondo lei, dottore, erano i pregi di Auschwitz.
E i difetti? C’erano almeno dei difetti?

Si, ed erano causati soprattutto dal miscuglio di gente. Ad Auschwitz avevamo prigionieri che appartenevano a venti nazionalità diverse. I russi volevano solo i loro compagni. Gli zingari non avevano voglia di lavorare e giocavano di coltello. I polacchi non sopportavano la presenza degli ebrei. Tutto così. Inoltre noi avevamo detenuti di ambo i sessi, e non siamo mai riusciti a impedire che gli uomini, la notte, si infilassero nelle baracche delle donne. Ma queste non erano certamente le cose più gravi. In principio noi avremmo dovuto accogliere solo prigionieri in grado di lavorare, per condizioni di età. Ma troppo spesso gli altri campi si sbarazzavano delle persone inutili e le mandavano ad Auschwitz.
Quanti prigionieri c’erano?

In media, tra il complesso di Auschwitz-Birkenau e i comandi di lavoro di Parmense, Raisko e Monowitz, circa duecentomila. Senza contare ovviamente i prigionieri di guerra e i lavoratori volontari. Noti che i prigionieri non erano mai concentrati, se non la notte. Di giorno, la maggior parte usciva sotto una sorveglianza blanda per raggiungere i vari posti di lavoro disseminati in tutta la zona.Allora ad Auschwitz si moriva solo di malattia o vecchiaia?
Be’, c’erano anche i casi di detenuti giustiziati dopo una condanna del tribunale del campo. Innanzi tutto i colpevoli di sabotaggio, poi quelli di altri delitti comuni.
E lo sterminio in massa, sistematico, nelle camere a gas?

Le camere a gas non esistevano ad Auschwitz. Lei non è obbligato a credermi ma non può mettere in dubbio i rapporti degli ispettori della Croce Rossa internazionale pubblicati nel 1948. Mi ricordo benissimo di un sopralluogo compiuto da una commissione nel settembre del ’44, perché fui a lungo interrogato dai suoi membri sull’attività del laboratorio che dirigevo. Quelli che mostrano oggi ai visitatori sono spogliatoi, dove i detenuti venivano disinfettati con un getto di gas Ziclon B, lo stesso sistema che si usava per i soldati che ritornavano dalla Russia. Dopo la “ liberazione ( domandate ai polacchi che cosa ne pensano di questa parola), gli edifici furono truccati dai russi per dar loro maggiormente l’aspetto di camere a gas. Fu addirittura costruito un enorme camino che nel gennaio 1945, quando evacuammo noi il campo, non esisteva.
Ma allora, dottore la selezione che si praticava all’arrivo di ciascun convoglio?

Era. Prima, una rapida ispezione medica destinata alla cernita dei malati e, in linea generale degli inabili al lavoro. Poi, una selezione degli altri per attitudini e preferenze, che permettevano di avviarli alle diverse attività del campo.
E i malati, i vecchi, i denutriti non venivano forse eliminati?

Ma anche se l’avessimo voluto, non potevamo farlo. Non avevamo camere a gas ad Auschwitz, glielo ripeto, né alcun altro sistema di sterminio.
(continua)...

27 giugno 2006

I cellulari, la passione bollente

Molte organizzazioni inclusa l'industria dei telefoni cellulari minimizzano sovente il rischio per il cervello delle radiazioni dei cellulari.
Ad essere imparziali, nessuno conosce esattamente quanti danni possa provocare un telefono cellulare. Ma, recentemente, i media hanno reso noto uno studio che mostra come la radiazione dei telefoni cellulari ha talmente tanta energia che ci si possono cucinare le uova.
Nell'esperimento, i ricercatori hanno posto un uovo in un portauovo di porcellana (perché conduce bene il calore), e hanno messo un cellulare su un lato e un altro cellulare sull'altro. Quindi i ricercatori hanno chiamato da cellulare all'altro e hanno mantenuto i telefoni accesi dopo la connessione.
Durante i primi 15 minuti, non è cambiato nulla. Dopo 25 minuti, comunque, il guscio dell'uovo ha cominciato a scaldarsi e a 40 minuti la superficie dell'uovo è divenuta dura. I ricercatori hanno trovato che la bianca dell'uovo era diventata solida benché il tuorlo fosse ancora liquido. Dopo 65 minuti, tutto l'uovo era ben cotto.
Ai bambini si dovrebbe proibire l'uso dei cellulari perché i loro cervelli stanno ancora crescendo e sono particolarmente vulnerabili alle radiazioni.
Sono indispensabili, comunque con gli effetti dannosi potremo convivere altri decenni. Ma il futuro è sempre così pericoloso? e perchè?

26 giugno 2006

Il trabocco ed il sistema



Guardando questa foto notavo la similitudine con l'articolo precedente.Il sistema è il trabocco, arnese da pesca una volta importantissimo sistema di economia per le popolazioni costiere e, il mare, enorme serbatoio di tempo che, prima o poi distruggerà il sistema trabocco quanto più è stato disteso sul mare. La manutenzione del sistema necessaria ,sempre di più, diventerà un buon motivo per mantenere quelle tradizioni o dei privilegi che il tempo cancellerà inevitabilmente. Manteniamo le tradizioni, ma pensiamo al futuro.Facciamolo per noi, per chi verra' dopo di noi.

Il sistema annaspa, che facciamo?

Negli Stati Uniti, il cosiddetto “sistema” annaspa tra molteplici difficoltà.

** sta per finire l’era del petrolio a prezzi accessibili.
** l’effetto serra è ormai diventata una chiara minaccia per l’ambiente.
** le risorse idriche cominciano a scarseggiare sia negli Stati Uniti sia nel resto del mondo.
** i ricchi rappresentano solo il 2% della popolazione mondiale.
** molte persone sono preoccupate per la crescente spesa sanitaria e gli alti costi dell’assicurazione medica.
** gli individui appartenenti alla generazione del baby-boom non potranno probabilmente usufruire di una pensione sicura (con le inevitabili ripercussioni sulle generazioni future).
** il sistema previdenziale, nato dopo la Grande Depressione economica, cade letteralmente a pezzi di anno in anno.
** le famiglie e, soprattutto, la nazione sono indebitate pesantemente.

** una diffusa insicurezza economica è diffusa in vasti strati della popolazione. (l’ occupazione diminuisce, i debiti aumentano e il futuro dei giovani è incerto)
** Le famiglie sono costrette a stringere la cinghia per andare avanti.
** lo smaltimento delle sostanze tossiche ha reso evidenti i limiti di assorbimento da parte dell’ambiente, mentre aumenta, in modo critico, il costo di alcune risorse, ecc.
** Il partito politico che controlla la Casa Bianca, il Congresso, e gran parte del potere giudiziario, deve il proprio successo elettorale ad una maggioranza convinta dell’imminente fine del mondo e di conseguenza poco interessata a risolvere i problemi terreni. Per la prima volta nella storia americana, un partito religioso controlla il governo.

Forse il futuro è luminoso.
Forse “il sistema” riuscirà ad uscire indenne da tutte queste crisi economiche ricorrenti o forse no. Sembra probabile in ogni caso che gli effetti combinati di tutti questi problemi possano influenzare, ancor più saldamente il futuro dell’economia, nel momento stesso in cui i tassi di crescita potrebbero rallentare, attestandosi a valori ben al di sotto degli attuali.
Il caso degli Stati Uniti non è isolato. La tendenza della diminuzione del tasso di crescita economico lo vivono tutte le nazioni più ricche del mondo come i 29 paesi membri dell’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Prendendo in esame i dati del 1980 rispetto a quelli del 1970, constatiamo nei paesi Ocse una diminuzione del tasso di crescita rispetto al decennio precedente. Però negli Stati Uniti di questi tempi a soffrire per questa situazione non è la sola famiglia media ma in modo ancor più rilevante, i super ricchi – quell’uno per cento di detentori del 50% della ricchezza, o per dirla in altri termini, quel 5% di cittadini americani possessori dei 2/3 della ricchezza privata.
Comprensibilmente, questa minoranza di ricchi dai propri investimenti si attende un discreto guadagno, cosa difficile da ottenere in presenza di una crescita economica lenta.
Cosa si intende per discreto guadagno? Ecco un modo per rispondere alla domanda. Quando l’OMB (Ufficio Presidenziale di Management e Budget) considera la presentazione di una nuova legge (ad esempio destinata a controllare le emissioni di mercurio negli impianti di energia elettrica) si chiede se i benefici giustifichino i costi. Si dicono, “Questo regolamento costerà all’industria X dollari, quanto benessere potrà essere creato da questi dollari se fossero investiti con un ritorno dell’ Y percento? In questa equazione l’ OMB di solito pone Y al 7%. L ’OMB suppone che in genere un investimento tipico porta un ritorno del 7%.

Veramente in anni recenti, la tendenza di molti investitori è stata quella di cercare di ottenere un guadagno superiore al 7% avvicinandosi al 20% per cui i sette punti in più al confronto appaiono un guadagno ridicolo. Occorre far notare che il 7% in più corrisponde a due volte di quanto registrato per gli investimenti a lungo termine (calcolato sul tasso di crescita del PIL) e a tre volte tanto quanto il tasso medio registrato nel 1973. In questo modo gli odierni investitori si aspettano guadagni sostanziosi molto superiori alle medie storiche. Quindi è probabile che nel caso i loro guadagni si attestino sulla media storica rimarranno delusi e, doppiamente scontenti se i guadagni registreranno un 30% in meno rispetto alla media storica (per esempio 2.3% anziché 3.4%). Essi ovviamente credono di meritarsi i migliori risultati – l’America merita di meglio – il mondo merita di meglio – per cui credono che il governo debba far aumentare in un modo o in un altro i loro guadagni. Dopotutto, il capitalismo come noi lo conosciamo smetterebbe di funzionare se i capitalisti smettessero di investire, di conseguenza loro potrebbero ritenere, e avrebbero le loro ragioni, di meritare un decente tasso di guadagno.
Secondo l’ipotesi che sto qui delineando cinque sono stati i fattori che hanno causato un’inversione al ribasso della crescita economica negli Stati Uniti (e nel resto del mondo industrializzato):

(1) la saturazione dell’effettiva domanda dei consumi; chi può permettersi di acquistare ha già tutto quello di cui ha bisogno o che si possono permettere; infatti per aumentare di più la domanda, l’industria americana è costretta ad investire in pubblicità ogni anno 250 miliardi di dollari.

(2) una diminuita richiesta di investimenti fissi (come le stabilimenti industriali) e di capitale circolante (soldi impiegati per pagare le spese commerciali ed espandere le operazioni). Di questi tempi sta diventando sempre più difficile e meno remunerativo, trovare posti nei quali investire capitali, in parte per colpa della saturazione dell’offerta e in parte per un’eccedenza di capitali.

(3) il totale della forza lavoro non può andare oltre il livello attuale; chi è in grado di lavorare già ha un lavoro o è in cerca di una prima occupazione; il resto della popolazione è costituita da bambini, anziani e disabili.

(4) il tasso di crescita della produttività lavorativa (per ora lavorata) è rallentato negli ultimi anni;

(5) Sono evidenti i limiti ecologici – come per esempio materiale tossico derivante da lavorazioni industriali si trova dappertutto, dalle vette più alte agli abissi degli oceani e perfino nel latte materno. Non è più plausibile pensare di gettar via i sottoprodotti industriali indesiderati senza provocare danni agli esseri umani e all’ambiente.

Il sistema a questi dati di fatto ha risposto nei seguenti modi:

Risposta n° 1: allentando il credito

Non c’è bisogno di ragionarci molto. Negli ultimi anni il debito delle carte di credito, i mutui immobiliari ed il disavanzo della nazione sono aumentati in modo considerevole. I debiti sono redditizi per chi i soldi li presta, specialmente nel caso delle carte di credito che ora raccolgono guadagni inquantificabili. A differenza delle precedenti generazioni, i giovani di oggi abbandonano i college (e perfino le scuole superiori) appesantiti dai debiti. (14) Come ha fatto giustamente notare Kevin Phillips, negli Stati Uniti stiamo assistendo allo “sviluppo in senso finanziario “ dell’economia. Già nel 2000, si investiva il 20% del PIL più in borsa rispetto a quanto investito nell’industria (14,5%).

Risposta n° 2: promuovendo il flusso internazionale dei capitali

Con ciò si intende la globalizzazione delle aziende – rimuovendo qualunque barriera agli eventuali investitori interessati allo sfruttamento delle foreste pluviali in Indonesia o all’estrazione (con cariche di cianuro) dell’oro in miniere in America meridionale o nel Canada settentrionale.

Risposta n° 3: attuando minori restrizioni legali per le aziende finanziarie

Le banche, gli istituti di risparmio e finanziari, le agenzie di investimenti borsistici avevano precedentemente per legge un proprio ambito di attività nel quale muoversi; ora tutto ciò è stato accorpato. Cosa è successo? Negli anni 80 si è assistito alla fusione tra risparmio e finanza; dieci anni dopo, negli anni ‘90 si è avuto il fallimento dei siti “dot.com”; da ultimo abbiamo avuto lo scandalo Enron-Worldcom. Sembra non esserci fine a tutto ciò.

Risposta n° 5: Disinvestendo nelle infrastrutture pubbliche (strade, ponti, canali, aeroporti, impianti di trattamento delle acque di scarico).

“Le nostre infrastrutture si stanno avviando verso il tracollo ed appaiono sconfortanti le prospettive di ripresa”, secondo William Henry presidente della Società Americana degli Ingegneri Civili alla presentazione in marzo del Rapporto del 2005 per le Infrastrutture in America. Naturalmente questa è una politica miope, ma in questo settore la ricerca del guadagno si concentra sul prossimo quarto di secolo e non sulla prossima decade.

Risposta n° 6: aumentando il bilancio per la difesa

La difesa è la sola politica industriale sulla quale concordano tutti, o alla quale tutti si adeguano, forse per timore di essere tacciati di antipatriottismo. I nemici stranieri sono i consumatori ultimi dei nostri addestramenti militari, cosicché si può affermare che a fronte di una vacillante domanda di tostapane e di SUV, la nostra economia attualmente ha bisogno di nemici stranieri. (16) Come il Presidente stesso ha detto, subito dopo avere lanciato gli USA in una guerra perpetua contro i malvagi, “Acchiappateli tutti”. La guerra è un buon affare, con prospettive sempre più rosee ogni giorno che passa.

Risposta n° 7: tagliando le tasse ai più ricchi

Diminuzione delle tasse sui patrimoni, sulle rendite, e sui guadagni societari per gli americani più ricchi, spostando gran parte del peso fiscale sulla classe media e la classe operaia.

Risposta n° 8: Evadendo le tasse o eludendole.

Entrambi i fenomeni citati sono diffusi e costituiscono oggetto di argomento di svariati libri dove spiegano come fare mentre le autorità federali chiudono un occhio.

Risposta n° 9: Creando nuove industrie

L’esplorazione dello spazio, l’industria delle armi missilistiche laser spaziali, l’industria delle scommesse, l’industria pornografica, l’industria delle attività legate alla droga (e la sua gemella, l’industria del sistema carcerario) – stanno a dimostrare il rinnovato spirito imprenditoriale dell’America di fronte ad un rallentamento della crescita.

Risposta n° 10: Diminuendo gli Investimenti Sociali

Una minore crescita impone che le fette della torta dei guadagni economici siano suddivise in nuovi modi. Perciò i primi investimenti a subire tagli sono stati gli investimenti sociali. Tagli dei sussidi ai veterani, all’assistenza medica, alle attività di pronto soccorso, alla previdenza sociale, ai prestiti universitari, agli stanziamenti di aiuto previsti per i bambini più poveri dagli zero ai cinque anni del programma denominato “Head Start”, ai terreni demaniali, alla qualità dell’aria e delle acque, agli ospizi, all’Amtrak, alle infrastrutture stradali, alla costruzione di tunnel e ponti e a tutte le agenzie statali ( al Servizio delle Entrate, al Dipartimento dell’Istruzione al Dipartimento della Salute e Servizi alla persona tra le altre) e così via discorrendo. Non si intravede una fine ai tagli proposti. Sola la Difesa è intoccabile (e, di recente, il suo settore gemello, la Sicurezza Nazionale) dove il sentimento bipartisan per le speculazioni si è sviluppato nei decenni di eccellente cooperazione tra industria e mondo militare.

Tagliare la rete di assistenza sociale ha avuto l’effetto salutare di disciplinare la forza lavoro ad accettare stipendi più bassi, effettuare lavoro straordinario senza essere pagata, accettare l’aumento dei carichi di lavoro, andare meno giorni in ferie, accettare la diminuzione delle prestazioni sanitarie, e a non lamentarsi per la soppressione delle pensioni e via discorrendo
Come risultato di questi cambiamenti si è avuto negli ultimi vent’anni un appiattimento tra i due partiti politici. I Democratici ora si ritrovano per la prima volta nella loro storia con nessun obiettivo politico proprio. A causa di ciò la disaffezione degli elettori ha raggiunto storiche proporzioni. Il Cinismo è ora molto diffuso. L’apatia politica permette la continuazione del sistema.

Risposta n° 11 aumentando la sfiducia nell’operato del Governo

Dovendo ripartire le fette della torta economica tra diversi utenti, l’obiettivo politico centrale è stato quello di screditare l’operato del governo perché quest’ultimo è intervenuto in diverse occasioni a difesa dei “poveri” contro i ”ricchi”.

Tradizionalmente, il governo ha fatto alcuni tentativi per mettere tutti nelle stesse condizioni, tenendo fede allo slogan, “Libertà e giustizia per tutti”. Senza una basilare sicurezza economica non sono, infatti, possibili, sia nel caso di individui sia per le famiglie, libertà e giustizia.

Occorre ammettere la capacità innovativa di George W. Bush . I precedenti teorici repubblicani volevano ridurre il governo a delle dimensioni tali da poterlo far scendere in uno scarico. Il Sig. Bush ha riconosciuto che un grosso governo inetto era di gran lunga più utile di un piccolo governo, dal punto di vista di coloro dediti all’attuazione dell’ alto ideale e dell’ impellente necessità nazionale di trasferire una porzione più grande della torta dalla classe lavoratrice ai super ricchi.

La risposta federale all’uragano Katrina è stata perfetta – un’elefantiaca burocrazia ha miseramente fallito. Quale miglior modo per convincere la gente dell’operato senza speranza del governo, dell’inutilità delle tasse? Chi desidera avere una burocrazia pasticciona e corrotta insensibile alle umane sofferenze? Buttare una tale creatura nello scarico sembra un atto fin troppo gentile.

Nel frattempo, gli addetti che sanno come far funzionare il sistema – per esempio, Halliburton, Raytheon, e Boeing – fanno guadagni record ed in questo modo sono soddisfatti due obiettivi pubblici: i tassi dei profitti sul capitale investito schizzano verso l’alto, almeno per i pochi ben connessi tra loro, e nello stesso tempo il governo cade in disgrazia ed è discreditato. Gli elettori, delusi rimangono a casa, e in questo modo il sistema ha doppiamente assicurato il mantenimento del suo status quo. Grazie alla straordinaria visione e leadership di questo Presidente potrebbero volerci decenni, se mai ci si riuscirà, per restaurare la fiducia nel governo come livellatore del terreno di competizione.

Risposta n° 12 tagliando gli stipendi ai lavoratori

Nel corso degli ultimi 30 anni, si sono operati negli Stati Uniti tagli ai salari attraverso l’utilizzo di tecniche creative e deve essere considerato il fulcro dell’attuale sforzo nella redistribuzione della torta, mantenere le fette destinati agli investitori rispettando i livelli storici o ottenendo risultati migliori.

Le tecniche per la riduzione dei salari ora prevedono:

a. Pur con la produttività lavorativa (intesa per ora di lavoro) in aumento negli scorsi decenni i nuovi imprenditori si sono semplicemente rifiutati di devolvere i maggiori proventi ai lavoratori sotto forma di aumenti salariali. Questa è una nuova eppur ineluttabile tendenza degli ultimi 30 anni. Se la produttività è continuata a crescere negli ultimi tre decenni (seppur più lentamente rispetto alla media storica), gli stipendi sono rimasti fermi se non sono addirittura diminuiti. Gli industriali, con un atteggiamento raccomandato perchè semplice e trasparente tengono semplicemente molto di più per loro stessi.
b. mantenimento a bassi livelli del salario minimo. Il salario minimo stabilisce il tetto minimo al di sotto di tutti i salari, così, se non cresce con l’aumento dell’inflazione altrimenti tutti i salari tendono verso la stagnazione o verso il declino. Questo è stato ottenuto attraverso un esemplare consenso da parte dei due partiti. L’ultimo aumento salario deciso dal Congresso risale al 1997 (5,15 dollari l’ora per un reddito annuale di 10,300 dollari).
c. Eliminazione dei sindacati e prevenire la formazione di nuove sigle. I lavoratori sindacalizzati guadagnano, mediamente, il 21% in più per ora rispetto ai non iscritti al sindacato. Forse la cosa più importante è che i lavoratori sindacalizzati si aspettano di lavorare in condizioni più sicure e salutari, con una modesta quantità di benefici sanitari, lavoro straordinario pagato, due settimane di vacanze e in casi estremi, persino benefici pensionistici. Quando invece la crescita è lenta e gli imprenditori avvertono una diminuzione ai loro guadagni, i sindacati sono visti con il fumo negli occhi, come dei guastafeste nel tentativo di ridistribuire verso l’alto la torta. E’ quindi per questi motivi che l’Osservatorio per i Diritti Umani ha stilato uno stringato rapporto nel 2000 accusando gli Stati Uniti di aver violato ripetutamente i diritti dei lavoratori.


d. Eliminazione di determinati benefici pensionistici e, in un numero crescente di casi, eliminazione del tutto delle pensioni, così come è stato fatto di recente dalla United Airlines con il buon aiuto di un giudice nominato da Reagan. Gli sforzi per eliminare completamente le pensioni stanno prendendo forza da entrambi gli schieramenti, come ci si aspetterebbe se è corretta la mia ipotesi di crescita lenta.
Con una popolazione in continua crescita, la riduzione o l’eliminazione dei benefici relativi alla pensioni (quali l’assistenza medica ‘Medicare’, i servizi di pronto soccorso ‘Medicaid’, la sicurezza sociale e le pensioni private) possono a prima vista rischiare di far saltare la polveriera sociale. Forse l’opinione condivisa di entrambi gli schieramenti politici è che una popolazione anziana, indigente, spaventata e disorientata sia, in effetti, incapace di far sentire le proprie ragioni a livello politico. Ad ogni modo, gli sforzi per eliminare i benefici legati alla pensione sembrano procedere bene e rapidamente. Si potrebbe riassumere tutto nelle parole pronunciate da quell’omino che gettandosi dal 20° piano di un grattacielo mentre precipitava giù diceva prima di sfracellarsi al suolo, “Finora va tutto bene”.
e. In modo graduale la forza lavorativa degli Stati Uniti è stata messa in diretta competizione con i lavoratori sottopagati dei paesi del Terzo Mondo. Senza controllo o imposizioni di qualsiasi sorta questa tipo di competizione crea inevitabilmente una “corsa al ribasso” dei salari, delle condizioni lavorative, degli standard ambientali – tutto ciò che “esternalizza” i costi di produzione e in questo modo la più grande porzione della torta rimane nelle saldi mani della classe imprenditrice.
f. la riduzione della disponibilità della assicurazioni sanitarie. Nel 2003, 45 milioni di Americani non avevano l’assicurazione sulla salute, 1.4 di milioni in più rispetto all’anno precedente e fino ad un 5.1 di milioni in più registrati dal 2000.

Risposta n° 13: promuovendo una rapida innovazione tecnologica

Sia il mondo degli affari che il governo sono costantemente alla ricerca “del grande affare” sperando di dare l’avvio ad una rapida innovazione tecnologica. E’ la ricerca dello scudo spaziale; non è la biotecnologia; no, è la nanotecnologia; no, è veramente “la biologia di sintesi” – la creazione di nuove forme di vita mai conosciute prima sul pianeta terra. Naturalmente, per definizione, una rapida innovazione e al tempo stesso un impegno delle risorse sono incompatibili se non si tiene conto, prima dell’investimento, delle possibili conseguenze. Comunque gli investimenti sbagliati sono stati la norma per 180 anni, così ora si è pensato che sia la “normalità degli affari” facilmente giustificabile come prezzo del progresso. Una rapida innovazione fa bene all’economia e crea varie opportunità di guadagno – in particolar modo durante la prima fase di produzione di un prodotto o di un processo. E’ solo più tardi che i problemi diventano evidenti e i profitti diminuiscono, al punto che il governo mette a posto i pezzi e difende gli investitori dalle conseguenze dello loro zelo impetuoso. (pensate ai superfondi, pensate all’energia nucleare). Nonostante le proteste ufficiali alla versione opposta, le politiche del governo degli Stati Uniti generalmente incoraggiano le imprese industriali ad “esternalizzare” i costi derivanti dai danni all’ambiente e alla salute, e questo trend è stato accelerato in anni recenti mentre la crescita economica ha registrato un rallentamento. La verità è, che gran parte delle operazioni industriali non possono permettersi di affrontare al proprio interno i costi e allo stesso tempo fornire un guadagno ragionevole, cosicché essi SONO COSTRETTI ad esternalizzare i costi. Non si può fare, in effetti, diversamente, visto il crescente bisogno di ottenere un guadagno dagli investimenti.

25 giugno 2006

La Coca Cola, la bevanda eccitante.

Evo Morales ha detto molte cose davanti al mondo che, una delle cause dell'ostinata presenzia degli yankee in territorio andino e specialmente boliviano è il controllo della Coca attraverso la loro impresa della Coca Cola. Che derivato, o derivati, della foglia di coca è quello che utilizzano per elaborare la base della Coca Cola e che relazione hanno con la Cocaina?
Con la sua parsimonia ancestrale, Evo reclamò davanti alla stampa internazionale il trattamento speciale che danno non solo i governi andini alla commercializzazione della foglia di coca che compra la Coca Cola Internazionale, impresa emblematica dell'Imperialismo yankee, bensì di qualcosa di più profondo ed efficace nella dominazione culturale che esercita su gran parte del mondo: il modo di vita degli Stati Uniti(E’ vero o no che non c'è migliore combinazione che un hamburger o un hot dog con dentro di tutto ed una Coca Coda ben fredda?).
Disse Evo che il commercio di detta foglia è illegale tra i paesi andini ma non per l'impresa straniera, cioè che tra i cittadini e le imprese andine non può commercializzarsi liberamente la foglia di coca, ma la Coca Cola sì può comprare la quantità che voglia in qualunque paese andino che la produca.
Oltre il dato freddo e della conclusione immediata che deriva dalla sua prima analisi, possiamo anticipare alcuna altra ipotesi che ci portano a disegnare un altro schema nella comprensione della tossicodipendenza ed il narcotraffico internazionale. Con solamente introdurre nello schema vigente il dato che era nascosto e che ci rivelò Evo Morales si aprono nuovi punti interrogativi, sorgono nuovi sospetti e riscuotono maggiore rilevanza alcuni fatti passati sotto silenzio dagli specialisti internazionali in narcotraffico.
Primo punto interrogativo: In realtà si usa foglia di coca nella fabbricazione della Coca Cola? Questa non è una domanda retorica o disinformata ma costituisce un punto di riflessione obbligatoria nello studio del caso, perché nell'anno 2002 la stessa impresa negò l'uso della foglia di coca nella fabbricazione del prodotto, come comproviamo leggendo l'articolo di Luís A. Gómez edito in www.Rebelión.org, il 27 novembre di quell'anno. In questo articolo leggiamo:
“Alcuni giorni fa, il Viceministro di Difesa Sociale della Bolivia, Ernesto Justiniano, informò che il suo ufficio aveva autorizzato l'esportazione di 350 mila libbre (approssimativamente 150 tonnellate) di foglia di coca agli Stati Uniti per la fabbricazione del prodotto gassoso Coca Cola […..]”
Il fatto fu negato da un portavoce dell'impresa statunitense, consultato dal periodico messicano L'Universale martedì scorso: Karyn Dest, portavoce della Coca Cola, disse via telefonica da Atlanta che l'impresa non utilizza cocaina e che non è stata mai parte degli ingredienti della bibita (Questa risposta fu ripetuta nel dicembre del 2002 dalla rappresentante della multinazionale in Messico, Adriana Valladares).
Sorprendente questa risposta che colpisce un mito moderno: la Coca Cola non contiene coca e molto meno cocaina. Chi parlò di cocaina nella Coca Cola? Nessuno. Era una credenza, un mito o una trovata pubblicitaria? Ma di quello che sì si parlò fu delle foglie di coca che compra a mucchi la multinazionale ed il portavoce fu evasivo o fu un Lapsus linguae? Buon portavoce. Interessante verità? Ma più interessante si fa il tema quando continuiamo a leggere nell'articolo di Gómez e troviamo che:
“È diventato anche pubblico che il lavoro di Albo Export, un'impresa proprietà del boliviano Fernando Alborta, ha esportato coca da Perù e Bolivia negli ultimi anni, e che tra il 1997 e il 1999 mandò negli Stati Uniti un equivalente di 340 tonnellate di foglia di coca”. Queste operazioni di acquisto e procedimento sono severamente vigilate, in Bolivia dalla Direzione Generale di Controllo e Fiscalizzazione della Foglia di Coca (DIGECO) e negli Stati Uniti, certo, per la DEA, che perfino fornisce i magazzini con sofisticati sistemi di allarme ed i bauli speciali per conservare in New Yersey il curioso tesoro naturale.
Ma questo non è tutto nelle contraddizioni tra i tabaccai naturali ed i suoi migliori clienti, perché nell'anno 2004, lo zar antidroga del Perù, Nils Ericsson, in un scritto edito il 26 gennaio, affermò che: La Coca Cola, la mondialmente conosciuta fabbrica di bibite gassose, compra al Perù 115 tonnellate di foglia di coca all'anno e a Bolivia 105 tonnellate con le quali produce, senza alcaloidi, 500 milioni di bottiglie di bibite gassose al giorno” (Luís Gómez, The Narco Bulletin, 28 gennaio 2005, in www.narconews.com).
Questa cosa fa pensare all'articolista Gómez che la pressione per sradicare la coca in Perù (e completiamo noi: in tutti i paesi andini produttori) è una strategia per assicurare alla Coca Cola il monopolio della foglia di coca, non solo con l'intenzione di controllare questo mercato ma anche per monopolizzare il mercato di bibite che utilizzano foglia di coca senza alcaloidi? La cui fabbricazione sta fiorendo in Perù sotto le marche Vortex Coca Energy e K-Drink.
Dopo aver letto tutti gli argomenti che circondano il nostro primo punto interrogativo, una possibile risposta è la seguente: Se la Coca Cola Internazionale è la prima impresa multinazionale (di monopolio) nella commercializzazione della foglia di coca, materia prima essenziale della Cocaina, dal momento che si è avvalsa del suo status legale privilegiato nei paesi andini, ed i suoi portavoci si rifiutano di riconoscere l'utilizzo di foglia di coca nella fabbricazione della bibita, allora questa impresa deve essere la prima sospettata nell'investigazione delle reti mondiali del narcotraffico perché “Che cosa fanno con tutte quelle tonnellate di foglie di coca che comprano annualmente?”
Più in là o più in qua delle domande e risposte che possono moltiplicarsi per cento, andiamo per un istante alla realtà immediata: prendiamo nella nostra mano una bottiglia di Coca Coda di 600 ml fatta in Venezuela e leggiamo quello che è scritto nell'etichetta dopo dell'identificazione dell'impresa produttrice:
Ingredienti: acqua carbonata, zucchero, caramello, acido fosforico, estratti vegetali e caffeina

Trovi lei, amico lettore, alcuna informazione che ci renda noto l'utilizzo di qualche derivato della foglia di coca? Quando possono volerci convincere con l'enigmatica espressione Estratti Vegetali, ma di quali vegetali si tratta e che cosa è estratto da questi vegetali?, perché se si tratta della foglia di coca che contiene vari alcaloidi, quali rifiutano e quali lasciano nella gazzosa? E se l'impresa riconoscesse che utilizza la foglia di coca e dice che elimina tutti gli alcaloidi che cosa rimane?
La verità è che in considerazione della contraddizione evidente tra l'azione dell'impresa che compra tonnellate di foglia di coca in Bolivia, in Colombia e Perù e l'impegno dei suoi portavoci in negare l'utilizzo di foglia di coca nella fabbricazione della bibita, lo meno che possiamo fare è citarla per offerta ingannevole. Sarà possibile che i cittadini dei paesi andini dove si vende la Coca Cola, introducano una querela (gli specialisti direbbero in quale organismo ed a che livello) per la via degli interessi diffusi? Fallita o di successo sarebbe questa un'esperienza straordinaria di pedagogia politica e di integrazione popolare.
Altri punti interrogativi sono nella nostra mente da molti anni come misteri che nessuno ha osato sviscerare perché sono protetti da norme internazionali di industria e commercio, ma oggi, grazie ai cocaleri andini come Evo Morales ed ad investigatori come Luís Gómez, sappiamo già che la gazzosa più venduta nel mondo trattiene nella sua formula qualche derivato dalla foglia di coca e se l'impresa non lo riconosce allora deve spiegare al mondo che fa con tanta foglia di coca nei suoi depositi di Atlanta. Alcuni degli altri punti interrogativi sono:
“Che derivato, o derivati, della foglia di coca è quello che utilizzano per elaborare la base della Coca Cola e che relazione hanno con la Cocaina?”
“Questo derivato genera assuefazione nei consumatori o crea in essi le condizioni fisiologiche per propiziare qualche tipo di assuefazione?” E se la foglia di coca diluita nella Coca Cola non genera assuefazione, allora perché tanto fracasso (legga Lei repressione, persecuzione e morte) con la sua coltivazione, procedimento e commercializzazione nei paesi andini?

La nostra alimentazione

Pensiamo di sapere cosa mangiamo?

Pandoro Motta: Alluminio, Argento
Salatini Tiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel (cioè acciaio), Alluminio
Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio
Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno
Macine Barilla: Titanio
Granetti Barilla: Ferro, Cromo
Nastrine Barilla: Ferro
Bauletto Coop: Ferro, Cromo
Plum cake allo yogurt Giorietto Biscotti: Ferro. Cromo
Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio
Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo
Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio
Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio
Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio
Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto, Manganese
Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (cioè acciaio)
Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio
Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio
Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel
Tortellini Fini: Ferro, Cromo
Hamburger McDonald’s: Argento
Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel
Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio (cioè vetro)
Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro, Titanio
Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo

I metalli elencati sono tutti sotto forma di particelle nano e micro-metriche (nano = dal miliardesimo al decimilionesimo di metro, micro = dal milionesimo al centomillesimo di metro).
Nessuno degli inquinanti particolati di cui sopra è biodegradabile e, dunque, resta dov'è per sempre.
lcuni dei metalli elencati come inquinanti fanno parte di quelli che si chiamano OLIGOELEMENTI e, in quell’ottica, sono essenziali per la vita. Per esempio, il Ferro è un componente dell’emoglobina e, se non ci fosse, i nostri tessuti non potrebbero essere ossigenati; il Rame è fondamentale per la formazione dell’emoglobina, il Cobalto è presente nella composizione della Vitamina B12, e così via. Attenzione, però a non cadere nell’equivoco.

Ciò di cui stiamo parlando non sono ioni (atomi) che entrano nella composizione di sostanze naturali e che, non raramente, sono indispensabili per la nutrizione; ciò di cui parliamo sono particelle, minuscoli sassolini, che vengono involontariamente immessi come inquinanti nei cibi.
Le fonti di questi materiali estranei sono tantissime. Tra i tanti esempi che si possono fare, c’è quello del Ferro-Cromo-Nichel nei cibi.
I sistemi di macinazione sono spesso costituiti da acciaio (Ferro-Cromo-Nichel, appunto) e questo materiale si usura, perdendo scorie che entrano nel macinato. Queste scorie sono proprio le particelle che non dovrebbero esserci e che, una volta ingerite, entrano nel circolo sanguigno per essere rapidamente sequestrate da vari organi (reni, fegato, ecc.), dove restano in eterno perché non sono biodegradabili.
Il problema è che sono dei corpi estranei e l’organismo li vede come tali, facendo partire una reazione infiammatoria (granulomatosi) che si cronicizza e può diventare cancro o restare, comunque, un’infiammazione che è pur sempre una malattia.
Dunque, un conto è mangiare una bistecca che contiene Ferro organico perché presente naturalmente nel sangue dell’animale del cui muscolo ci stiamo nutrendo e un conto è mangiarsi delle palline piccole piccole di Ferro. Da notare che più queste particelle sono minuscole, più sono aggressive, potendo addirittura penetrare all’interno dei nuclei delle cellule quando la loro dimensione è al di sotto di una certa soglia.

Tra i metalli elencati, comunque, ce ne sono diversi che non entrano in nessuna combinazione biologica utile (Titanio, Bario, ecc.) e sono chimicamente tossici.

Naturalmente le aziende sono tutte perfettamente a posto dal punto di vista legale, non esistendo alcuna legge che imponga non solo l’eliminazione, ma anche solo la ricerca o l’elencazione in etichetta di quelle sostanze.
Che la scienza viaggi con un passo diverso rispetto alla legge è un fatto noto di cui non c’è da stupirsi.
Così come non c’è da stupirsi (anche se può fare leggermente schifo) che le industrie non abbiano alcuna voglia di scoperchiare loro stesse il calderone.


Tesla Roadster

La Tesla Motor ha annunciato che il prossimo 12 luglio, a Santa Monica, lancerà sul mercato la Tesla Roadster , un'automobile completamente elettrica, un'auto sportiva a zero emissioni, che può raggiungere i 100 chilometri all'ora in soli 4 secondi, e percorrere circa 400 chilometri con un "pieno" di energia. Non si tratta di un'auto "ibrida", in quanto il motore è alimentato esclusivamente dall'energia elettrica. Il progetto di 40 milioni di dollari ha degli sponsor d'eccellenza, Larry Page e Sergey Brin, padri di Google.
Lei sarà l'automobile del futuro, una risposta a tutte le nostre domande: non usa benzina, nessun tipo di olio, appena alcuni montaggi di grasso, non ha radiatore da riempire o che si possa congelare, nessun problema al carburatore, e soprattutto non emana sostanze inquinanti.
L'automobile del mistero appartiene, ancora una volta, a Nikola Tesla, che nel 1931, sostenuto dalla Perfor-Freccia Co. e dalla General Electric, sostituì il motore a benzina di una Perfor-Freccia con un motore elettrico di corrente alternata di 80 cavalli, senza una fonte di energia esterna, senza batterie: installò sull'auto un piccolo circuito collegato a distanza ad un'antenna che trasmetteva nell'etere energia.
Essa possiede vantaggi che gli arcani modelli con il motore a scoppio non potranno mai offrire: assoluta assenza di rumore, azionandosi semplicemente con la chiave dell'accensione, e di inquinamento. Sino al 1912 tali veicoli circolavano seguendo la tecnologia i Edison, con batterie limitate nella carica e nella potenzialità, che dovevano essere ricaricate ogni notte per potersi spostare. Intanto la Westinghouse Co., a cui Tesla aveva ceduto gran parte dei suoi brevetti, stava vendendo e installando il generatore a corrente alternata di Tesla in tutto il paese, mentre la Edison Power Co., sua diretta concorrente, perdeva quote di mercato, perché finchè si utilizzavano le batterie come alimentazione non si andava avanti.
Tesla dunque sostituì il motore a benzina con uno cilindrico, interamente incluso nel motore, con un ventilatore di raffreddamento ma senza alcun distributore, e con una scatola che fungeva da "ricevitore di energia", o meglio da convertitore di energia gravitazionale.
I convertitori avevano inoltre 12 tubi di aspirazione ed erano collegati ad un'antenna che comunicava con un edificio che faceva da trasmittente. Tesla creò infatti una sorta di antenna, un accumulatore di energia che fungeva dunque da alimentazione per il veicolo, che viaggiava con un motore a corrente alternata e raggiungeva le 90 miglia orarie, con prestazioni che eguagliavano o superavano quelle di un normale motore a combustione interna, ma senza alcuna ricarica.L'antenna era istallata al di fuori della vettura, collegata alla scatola posizionata nella parte anteriore della macchina, e ad un'officina accanto alle cascate del Niagara che trasmetteva energia. Con tale sistema ognuno avrebbe potuto creare la propria energia, cosa che non piacque molto a J.P. Morgan che decise di fermare il progetto della Torre di Wardencliffe di Tesla.Alla domanda di dove fosse mai la fonte d'energia, Tesla rispondeva che questa era "nell'etere interamente intorno noi", lo cedettero pazzo e così decide di portare con sé la scatola d'alimentazione. In realtà Tesla riuscì a sfruttare in qualche modo il campo magnetico della terra che avvolge il nostro pianeta, a tracciarlo e convogliarlo verso il veicolo, o meglio riuscì ad amplificare l'energia che è presente nell'aria per spingerla verso una macchina. Nel convertitore vi era abbastanza potere per illuminare una casa intera, oltre al gestire il motore di macchina.Tuttavia il progetto non fu divulgato e la macchina fu tenuta in stretto riserbo dagli industriali che si appropriarono della stessa. Attualmente le società che conseguono più alti profitti sono proprio le industrie petrolifere, le sette sorelle, che occultarono subito quella tecnologia che avrebbe reso vani i loro investimenti e i futuri profitti. Così facendo si sono resi responsabili di tutti i crimini commessi nel corso di questo secolo, di guerre, di inquinamento, dell'olocausto e dei danni psichici e fisici della società attuale.Ora vogliono venderci a caro prezzo una tecnologia che ha già cento anni di storia, che è già stata ammortizzata nei costi e nelle sperimentazioni, pubblicizzando l'avvento del futuro con essa.Un'intera industria automobilistica continua a produrre automobili obsolete, dalle tecnologie di base banali, altamente inquinanti, ma che nelle loro politiche di marketing rappresentano l'avanguardia per progresso e meccanica. Ci hanno rubato la scienza, circa cento anni di Storia, ha alterato l'equilibrio climatico e biologico della Terra, che sarà travolta da sconvolgimenti e catastrofi naturali che rappresentano dei veri e propri fenomeni di riadattamento alle nuove condizioni.Non smetteremo di combattere questa guerra, perché ognuno dovrà avere l'energia che gli spetta in quanto essere vivente del cosmo.

"Da quando le persone corrotte si uniscono fra loro per costituire
una forza, poi le persone oneste devono fare lo stesso "
- Tolstoy -

i vampiri della telefonia

Che la telefonia, fissa o mobile, diventerà gratuita l’ho già detto. E anche che i prezzi delle compagnie telefoniche sono in realtà di cartello. E che la nostra Authority per le telecomunicazioni dovrebbe darsi una mossa. E che i prezzi praticati in Italia sono tra i più alti d’Europa. E che il costo delle ricariche telefoniche (CINQUE EURO!) dovrebbe essere azzerato.

Tutte cose che sapete già e che vi fanno inc..zare ogni volta che ricevete una bolletta telefonica o vedete la pubblicità (pagata da noi) .

Lo scorso anno dissi che si poteva telefonare con pochi centesimi all’estero, dall’Australia all’Argentina, con Skype, un programma Voip installabile sul vostro pc.

Oggi esiste VoipStunt un’alternativa ancora più conveniente, nel senso che, dopo aver pagato 10 euro e le tasse, si può telefonare per quattro mesi senza limiti nella maggior parte dei Paesi nel mondo ed anche in Italia.
2,5 euro al mese per telefonare 24 ore al giorno tutti i giorni per quattro mesi sulle linee fisse.

Telefonare costa sempre meno, tra un po’ non costerà più nulla.
E’ così, è dimostrato.
Ma se è così, perché dobbiamo pagare il canone e cifre mostruose agli operatori telefonici?
E perché di questo enorme risparmio per gli italiani non viene data notizia in prima serata, in prima pagina?
Risparmiate e fateli fuori!

Sta cambiando il potere in Italia?

Cosa possiamo fare per rendercene conto ed intervenire positivamente.Facce nuove al governo. L’uscita di una serie di individui molto discutibili e controversi, e l’arrivo di altri personaggi, dai volti e dai modi in certi casi rassicuranti, in altri proprio no.

Siamo in uno strano momento di trapasso e di nebbiosa incertezza. Con l’economia che fatica ed erode sempre di più il potere d’acquisto delle famiglie… Con gli evidenti danni prodotti dal vecchio governo e i fumosi proclami del nuovo… E con una nuova maggioranza del tutto precaria… esposta a qualsiasi vento di fronda nelle Camere, sia pure minoritario.
E poi ancora incertezze sul ruolo dell’Italia sullo scacchiere internazionale: il nuovo governo nelle parole sembra aver cambiato posizione sulla guerra, ma nei fatti più o meno mantiene le scalette di ritiro dall’Iraq già predisposte da Berlusconi & co. E per giunta - dal Presidente della Repubblica in giù - tutti quelli che contano si sperticano in stucchevoli, rinnovate garanzie sull’alleanza con questa feroce Casa Bianca, lanciata in un risiko mondiale solo apparentemente senza senso.
Era questo il sentimento di chi li ha votati? Non ci si aspettava una presa di distanze netta dagli insani disegni americani? E dal mondo violento, sanguinario, antilibertario, privo di cuore, con il quale vengono attuati?
Ma siamo alle solite.
Quando arriva un governo “di sinistra”, finisce per fare le stesse cose che avrebbe fatto un governo di destra… Con variazioni del tutto minime e relegate a ben specifici settori…
L’insieme di egoismi di cui è evidente espressione un governo di destra ci inquieta, ci porta alla ribellione, e molti di noi soffrono parecchio, e poi sono contenti quando tutto questo sembra finalmente finire. Perché quello che vogliamo è un governo che sia espressione della nostra spinta d’amore interiore, e che quindi si occupi dei più deboli, del sociale, di una più equa distribuzione delle risorse e dei redditi, di sostenere attivamente la cultura, l’arte, la salute, l’educazione degli strati più vasti e più bisognosi della popolazione.
Queste le speranze di cambiamento che coviamo quando la destra è al potere…
Ma poi, quando arriva il governo delle sinistre, un po’ alla volta scopriamo che non fa quasi nulla di tutte queste cose, se non lievissime sfumature nella direzione fortemente voluta dai suoi elettori.
E allora capita che interiormente stiamo anche peggio di prima …
Con un governo di destra ci arrabbiamo, discutiamo animatamente di fronte all’egoismo manifesto, ma anche ridiamo o sorridiamo per i poveri personaggi che lo rappresentano. La satira allevia i nostri cuori, insieme alla speranza di qualcosa di meglio per il futuro… Ogni volta che governa la sinistra dopo un po’ non possiamo fare altro che rattristarci per la delusione. E per giunta non ci sono speranze di alternative migliori… Al massimo qualche mezzo sorrisetto forzato viene fuori guardando alcuni aspetti di certi personaggi, ma non è più satira: è sarcasmo acido.
Si può tranquillamente dire che, con il passaggio Berlusconi-Prodi, transitiamo dal periodo del “mal di pancia” a quello del “mal di fegato”…
Perché ogni volta succede questa cosa? Cosa c’è dietro?
C’è in effetti una risposta molto semplice:
i poteri trasversali che sono dietro e sopra i governi non cambiano con le elezioni…
Sono sempre gli stessi: un certo numero di “piramidi” imperiali, in perenne lotta tra di loro per la gestione del potere in certe aree. Ma fondamentalmente la loro lotta non è tra due fronti che vogliono l’uno il nostro bene è l’uno il nostro male…
No… Nella politica di succhiare le energie di intere popolazioni sono perfettamente d’accordo: competono solo per chi ha il privilegio di farlo.
E i politici sono solo degli strumenti, spesso non del tutto consapevoli, di chi muove i fili.
Negli articoli precedentie nel libro “Il Mistero della Situazione Internazionale”, l'autore si è dilungato parecchio sui motivi di questa situazione di fondo, che risalgono alla lotta evolutiva tra forze del Bene e forze ostacolatrici, o del Male. Dove la posta in gioco è la possibilità per gli uomini, proprio nella nostra epoca, di cominciare a risvegliare pienamente le proprie coscienze.
Le forze oscure, che controllano da millenni quasi tutta la “vera”gestione della politica mondiale, fanno di tutto per ostacolare questo risveglio, e attaccano tutta la nostra struttura psico-fisica, che serve da base indispensabile al nostro risveglio spirituale. La loro strategia di aggressione tende pesantemente a danneggiare in tutti i modi il corpo con attacchi all’alimentazione e all’ambiente, con medicine infami, e con politiche che mirano a indebolire e condizionare pesantemente le nostre forze vitali e la nostra psiche.
In politica, e questo vale perfettamente in Italia, non si fa carriera oltre un certo livello, se in qualche modo non si fa capo ad uno di questi poteri, sia pure spesso in modo molto indiretto…
Non c’è niente da fare… Nel nostro Paese - come quasi in tutti gli altri e nelle istituzioni multinazionali - non si accede a nessuna delle cariche che veramente contano se non si dipende da queste strutture trasversali e oscure, o non si è fatto un serio compromesso con loro. E questo vale sia nelle organizzazioni politiche che in quelle religiose, che da noi sono di una importanza cruciale.
Per i poteri oscuri quello che conta è che i governi siano sufficientemente condizionati ed influenzati da non ostacolare e coprire le politiche di fondo contrarie al risveglio delle coscienze… Per il resto le forze politiche facciano pure un bel teatrino di polemiche, battaglie e provvedimenti su temi tutto sommato marginali: un po’ più di sociale o di abusivismo, o un po’ di meno… un po’ più di evasione fiscale o un po’ di meno… un po’ più di educazione o di cultura o di ecologia, o un po’ di meno… Sfumature.
L’importante è che la gente non se ne accorga… che non capisca bene che per le cose fondamentali qualcuno sta facendo ben altro… Che non si agiti troppo per cercare di svegliarsi… Che non diventi troppo attenta su temi come la salute, le medicine, l’alimentazione, la chimica, le onde elettromagnetiche, l’ambiente, la guerra, i mass media … Che non si accorga dei pesanti condizionamenti alla nostra vitalità, alle nostre forme di pensiero, ai nostri sentimenti.
A cosa servono allora questi governi?
Dal punto di vista dei poteri oscuri, servono a proteggere le loro operazioni… Facendo in modo di manipolare la gente con schemi democratici falsati e condizionati…
I più bravi a fare queste cose vengono scelti come esponenti di governo importanti. Quelli di maggiore successo sono quei politici che sanno nei fatti dare precise garanzie ai livelli superiori oscuri senza fare troppe storie, senza troppi scrupoli, e che contemporaneamente sono abilissimi a “farci fessi”… a nasconderci come stanno le cose.
Quando la “pancia” dell’opinione pubblica pende verso l’egoismo, ecco pronta una serie di politici di destra… Quando il vento della coscienza comincia a farsi sentire, ecco lì pronta a sinistra una serie di facce di bronzo spettacolari… Molto più raffinate delle precedenti nell’esercizio di garantire il potere e contemporaneamente abbindolare i buoni sentimenti della gente…
Qualcuno dirà: ma noi andiamo a votare… scegliamo noi chi ci governa…
Sì, è vero, tranne il “piccolo” particolare che, soprattutto per quanto riguarda il governo centrale e le Camere, non siamo mai noi a scegliere i candidati forti… I capi delle liste importanti… Quelli escono in modo oscuro da giochi di correnti, di partiti, di logge, di ordini religiosi, che sono il terreno delle piramidi di potere… Non il nostro!
Con il sistema bipolare la cosa si è accentuata ulteriormente: qualcuno predispone tutto sommato due sole carte e ce le offre da scegliere: o l’una o l’altra… E la maggior parte di noi pensa di aver partecipato ad un libero gioco democratico!
E’ veramente ora di svegliarsi… Cominciando almeno a smetterla di dare credito a questo sistema truffaldino.
Quello che ci confonde è che noi assistiamo a tutte le lotte che i vari gruppi fanno per assicurarsi la gestione del potere, spesso avvicendandosi l’uno all’altro, e con alterne fortune. E le scambiamo per un salutare “gioco di alternanza democratica”. Ma la realtà è ben diversa.
Avete notato che in uno spazio di tempo molto breve c’è stato un cambio di Papa, di governatore dalla Banca d’Italia, di governo, di capo della mafia… accompagnati da una serie di forti scandali nel mondo finanziario e persino in quello del calcio?
Non sono i buoni che vincono sui cattivi… Ma forze oscure che prendono temporaneamente il posto di altre, in uno schema di lotta perenne intestina che assicura il funzionamento del sistema…
Una vecchia piramide trasversale alla Chiesa, agli Stati Uniti, all’Europa ed all’Italia sta perdendo momentaneamente la gestione del potere in favore di un’altra, trasversale agli stessi ambienti. Quella precedente era più grezza, fatta di uomini per lo più conservatori, adatti a sollecitare i bassi istinti della gente… Quella che sta riprendendo ora il potere, è sempre stata più raffinata, con personaggi molto più presentabili. Che invece di giocare sui bassi istinti, sono bravi a manipolare i buoni pensieri ed i buoni sentimenti dell’opinione pubblica.
E’ inutile che stia a fare la lunghissima lista dei singoli personaggi: ognuno li guardi e tragga le proprie conclusioni.
E teniamo comunque conto che tutte queste persone non sono da odiare, ma da compatire, perché per un pezzetto di potere temporaneo questi poveretti hanno sacrificato parti vitali della propria anima e della propria crescita spirituale… l’unica che conta… E tanto dovranno sudare per recuperare.
Detto questo, occorre anche chiarire che non si può generalizzare, e che la maggior parte delle persone che si dedica alla politica non è affatto al corrente di questi giochi… ma si ritrova coinvolta in un sistema nel quale è entrata per differenti motivi. Chi per ambizione, chi per denaro… Chi – purtroppo ancora pochissimi, ma luminosi esempi – per un autentico spirito di servizio, di amore del prossimo.
Come ci si accorge di questo sistema? E cosa possiamo fare per cambiare le cose in positivo?
In una visione spirituale dove tutto ha un senso e nulla capita a caso… ed il mondo spirituale “positivo” è sempre con noi per assisterci, come la mettiamo con questo sistema opprimente di potere?
Il senso di questo sistema, così come delle prove dolorose che ognuno affronta nella vita, è quello di far misurare le nostre coscienze con qualcosa che le stimoli a crescere. Ostacoli da superare… Lo spirito in noi cresce infatti proprio nel trovare le forze per superare gli ostacoli della vita.
In qualche modo gli uomini al servizio delle forze oscure ci fanno un favore.. anche se non lo sanno…
Sta però a noi trarne profitto… solamente a noi… Solo nostra è la scelta tra farci annichilire o usare l’ostacolo come una grande opportunità di crescita.
In che modo?
Prima di tutto sollevando la nostra attenzione al massimo. Non dando nulla per scontato o perché lo dicono i giornali o la televisione, o l’ambiente intorno a noi.
E poi, per qualsiasi situazione, farci la domanda fondamentale: qui c’è amore o no?
Naturalmente amore quello vero, quello che va verso gli altri disinteressatamente… Quello che salvaguarda e facilita la libertà di tutti… quello che protegge i più deboli, i bisognosi… quello che ama la Terra nostra madre come noi stessi… Quello che vuole per tutti le più grandi opportunità di crescita… Ma non solo economica… bensì soprattutto crescita della coscienza… della capacità di dirigere la propria vita liberi dal condizionamento della malattia, della guerra, della violenza, della paura, dell’ansia, del bisogno, dei bassi istinti o dei sentimenti oscuri…
Facciamo ogni giorno l’esercizio di esaminare gli atti dei nostri governanti alla luce di questo metro dell’amore… e scopriremo il sistema per accorgerci se quello che fanno corrisponde o no al bene di tutti… Se quello che dicono e fanno serve all’evoluzione positiva delle coscienze o no.
Poi guardiamoci bene intorno, alla ricerca di persone o gruppi che si stiano impegnando in politica per un autentico spirito di servizio: osserviamo le loro azioni, i loro comportamenti più che le loro parole… sempre con il metro dell’amore… Sosteniamo con forza chi lo merita.
E poi basta lamentarsi dei politici…
Lo spazio che i cattivi politici ed i poteri oscuri prendono nel nostro Paese è esattamente quello che le nostre coscienze dormienti lasciano libero… Né più né meno…
Il mondo dello spirito – le potenze “bianche” – non interviene in politica perché vuole che noi esercitiamo la nostra coscienza amante nel farlo.
Quindi, invece di lamentarci… facciamo politica.
Ognuno nel suo ambito e con i suoi mezzi. Impegniamoci con amore… Azioni d’amore cosciente nel quotidiano, nell’ambiente intorno a noi. Luminose azioni d’amore nella collettività: il posto di lavoro, il quartiere, la circoscrizione, il comune, la regione, il governo, le istituzioni… Ognuno dove il destino lo ha saggiamente portato…
Non ci facciamo coinvolgere dalle finte polemiche politiche proposte ogni giorno dal sistema… Ma introduciamo pensieri nuovi e rivoluzionari nel ragionare politico, privi di furbizie, di partigianerie, pieni di disinteresse, di disponibilità, di voglia di vedere gli altri - tutti gli altri - crescere forti e liberi…
Solo questo genererà un cambiamento che è veramente alla nostra portata… Non dobbiamo aspettare millenni: i risvegli di coscienza sono cominciati da poco, ma sono in fortissimo aumento ovunque. I mass media non ce lo dicono, ma basta osservare la società con vera e libera attenzione per rendersene conto.
Lo strumento dell’amore cosciente è un’arma fortissima. Di fronte ad una offensiva delle coscienze le forze oscure non possono fare altro che ritrarsi, che perdere terreno.. Che lasciare sempre più a noi il governo della nostra vita… Non è loro permesso di fare altrimenti.
Solo noi possiamo trasmutare il male che ci viene incontro in bene che nasce da noi e si propaga nella rete sociale.
Già ora, quel tanto di democrazia, di libertà, di politici onesti e di spazi sani che ancora ci rimangono, sono il frutto della pressione esercitata nel passato delle coscienze positive degli uomini. E di null’altro… Quali potrebbero essere ora i meravigliosi risultati di un risveglio accentuato delle coscienze?
Il gruppo che sta prendendo ora il potere in Italia determina una oscura situazione di manipolazione che altro non è che un nuovo, vigoroso stimolo ad una vigilanza della coscienza e ad un attivismo del cuore ancora più forti che in precedenza.
E’ proprio il caso di darsi da fare.

Auguri e coraggio!