L'associazione fra aggressività e problemi di cuore è facilmente intuibile, ma a confermarlo ora c'è un vasto studio portato a compimento da un team italo-americano. I ricercatori hanno pubblicato i risultati dello studio condotto su un campione di 5000 cittadini sardi sulla rivista Hypertension.
La ricerca è partita da una valutazione delle attitudini comportamentali dei volontari attraverso un test che prevedeva 250 quesiti. In seguito, gli scienziati hanno sottoposto i soggetti a un ecodoppler per verificare la consistenza delle pareti delle carotidi, ovvero le arterie che trasportano il sangue al cervello, un parametro di valutazione fondamentale del rischio cardiovascolare.
La dott.ssa Manuela Uda, una delle ricercatrici del CNR di Cagliari che hanno partecipato allo studio, spiega: “dopo aver rielaborato i dati abbiamo verificato che i soggetti dotati di un temperamento più aggressivo e competitivo tendono a sviluppare più facilmente un ispessimento delle carotidi: i più scontrosi vedono crescere questo rischio addirittura del 40%. Ripetendo poi l’ecodoppler a distanza di tre anni, abbiamo visto che l’ispessimento delle arterie continua anche con il passare del tempo. E tutto ciò indipendentemente dagli altri fattori di rischio cardiovascolare più tradizionali, come il fumo, l’ipertensione o il colesterolo alto”.
I ricercatori sono stati coordinati da Angelina Sutin del National Institute on Aging di Baltimora, nel Maryland, e hanno analizzato per l'esattezza 5614 sardi fra i 14 e i 94 anni che facevano parte del più vasto studio SardiNIA Study of Aging: “la ricerca – precisa Manuela Uda – è nata nel 2001 da un’idea di Giuseppe Pilia del CNR di Cagliari, ed è stata poi abbracciato dal National Institute on Aging, parte dei National Institutes of Health statunitensi. L’obiettivo era quello di studiare un centinaio di fattori che influiscono positivamente o negativamente su patologie comuni nell’età avanzata, soprattutto in ambito cardiovascolare e psicologico. I sardi sono una popolazione isolata non solo dal punto di vista geografico e culturale, ma anche genetico. Su di loro è più facile capire quali geni sono coinvolti nelle malattie e come interagiscono con l’ambiente”.
Oltre a constatare il legame fra l'aggressività e i problemi cardiovascolari in termini assoluti, i ricercatori hanno poi messo sezionato il rischio in base al genere, scoprendo che l'associazione è più evidente fra le donne: “in genere gli uomini tendono ad avere un ispessimento maggiore delle pareti arteriose: nello studio abbiamo notato però che le donne più scontrose sviluppano un ispessimento delle carotidi simile a quello degli uomini più aggressivi, come se il brutto carattere fosse capace di cancellare gli effetti protettivi che gli estrogeni hanno sul sistema cardiovascolare prima della menopausa”.
Uno degli autori dello studio, Angelo Scuteri, geriatra dell'INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura per Anziani), commenta: “con questi risultati abbiamo dimostrato che alcuni tratti della personalità rappresentano un vero e proprio fattore di rischio cardiovascolare, al pari della sindrome metabolica. Proprio per questo motivo i medici devono imparare a considerare i pazienti nella loro globalità, come un tutt’uno tra anima e corpo”.
di Andrea Piccoli
26 settembre 2010
L'aggressività indebolisce il cuore
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