13 ottobre 2006

Gli schiavi di Guantanamo


Che la situazione di Guantanamo, base americana a Cuba non fosse chiara è arcinota ma, se la notizia fosse vera siamo immersi in un mare di falsità.
IL 95 % dei prigionieri rinchiusi nella base statunitense di Guantanamo, territorio cubano occupato, furono comprati da soldati statunitensi in Pakistan. Lo denuncia Clive Stafford, avvocato di 36 detenuti.

In un articolo pubblicato sul settimanale britannico “New Statesman”, Stafford afferma che i detenuti di Guantanamo, per la maggior parte, non furono arrestati in Afghanistan, bensì catturati in territorio pachistano, e successivamente venduti all’asta come schiavi ai militari statunitensi per un minimo di 5000 dollari.

L'avvocato, nonché direttore dell'organizzazione non governativa Reprieve, sostiene che quegli acquisti effettuati da Washington spiegherebbero il motivo per cui tanti indigenti finirono nella prigione della base di Guantanamo. Come sottolinea nel suo libro “La linea di fuoco”, pubblicato di recente, lo stesso presidente pachistano Pervez Musharraf ha riconosciuto l'arresto nel suo paese di oltre 600 persone, ed il pagamento da parte degli Stati Uniti di milioni di dollari per le 369 persone che consegnò loro. Stafford assicura che solo il 5 % degli oltre 600 confinati a Guantanamo furono catturati da soldati statunitensi. Gli Stati Uniti aprirono quel carcere nel gennaio del 2002, dopo l'invasione dell'Afghanistan avvenuta alla fine del 2001, in rappresaglia per l'appoggio fornito dal regime talebano ad Osama Bin Laden e alla sua rete Al-Qaida, ritenuti responsabili degli attentati contro gli edifici di Washington e New York, commessi l’11 settembre di quell'anno.

Finora non è stato emesso alcun giudizio nei confronti dei detenuti di Guantanamo, considerati dagli Stati Uniti come combattenti illegali, ai quali non riconoscono le garanzie solennemente dichiarate nella Convenzione di Ginevra.

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