Martedì 30 Ottobre, 2007 alle 9:00 del mattino, un piccolo gruppo di ricerca privato, chiamato The Enterprise Mission, terrà una conferenza stampa alla National Press Club in Washington DC.
L’oggetto della conferenza sarà: perchè la NASA ha eseguito il lancio dello Space Shuttle “Discovery” il 23 di Ottobre scorso, nonostante i continui avvertimenti degli ingegneri e del Centro di Sicurezza di non eseguirlo?
E’ evidente che la NASA non ha imparato nulla dal suo precendente disastro del Challenger Columbia, oppure non era importante preoccuparsene.
E’ possibile che i documenti classificati della NASA circa il ritrovamento di speciali reperti lunari, siano una pressione per completare entro il 2010 il programma Shuttle e dar alito ad una nuova “Corsa alla Luna”?
Attualmente il Giappone sta sorvolando l’orbita lunare con la più sofisticata missione dai tempi dell’Apollo. La Cina ha eseguito ieri il lancio di una grandiosa missione lunare. Nell’Aprile del 2008, l’India lancerà la sua prima missione lunare, e recentemente la Russia ha annunciato il suo ambizioso piano, non solo di spedire dei cosmonauti sulla Luna entro il 2025, ma per costruire delle basi permanenti.
Tutto ciò sta accadendo proprio adesso che le “Visioni di una Esplorazione Spaziale” (VSE) di George W. Bush, in cui si sottolinea la decisione improvvisa di “restituire agli Americani l’esplorazione lunare”, sono state esternate inspiegabilmente proprio nel bel mezzo della sua Guerra.
Perché questo brusco cambio di rotta su un programma lunare del 21° secolo, dopo oltre trent’anni in cui la Luna è stata praticamente ignorata? L’Apollo ha davvero trovato qualcosa di grande importanza sul nostro satellite, che la NASA ha volutamente dimenticato di avvertirci? Questo ha qualcosa a che vedere con l’inspiegabile urgenza di lanciare il Discovery, nonostante gli avvertimenti degli organi di sicurezza?
Tutto questo mi da da pensare. Ci sono cambiamenti troppo bruschi nell’aria per essere ignorati, e mentre noi siamo qui a torcigliarci le budella sui grossi problemi di casa nostra, come il bavaglio a De Magistris per esempio, qualcuno altrove macchina delle vere e proprie manovre diversive per farci guardare nella direzione sbagliata, mentre qualcosa di grosso si sta muovendo all’orizzonte.
Proprio qualche giorno fà, sono rimasto a bocca aperta di fronte allo spudorato tentativo di far entrare nella testa della gente la minaccia Aliena. Di fronte ad un incredulo anchorman del colosso televisivo MSNBC, in diretta, l’ex Ministro della Difesa Hon Paul Hellyer, accusa George W. Bush di stare preparando un attacco intergalattico contro “visitatori che vanno e vengono…“, e vorrebbe acaparrarsi una posizione militare strategica sul suolo lunare in modo da avere “una migliore posizione d’attacco...”
A. Doria
26 ottobre 2007
L'altra faccia della LUNA
25 ottobre 2007
OGM: la pegior realtà esistente
Dal numero di Maggio di “TOTAL WELLNESS”, newsletter mensile del Dott. Sherry Rogers, Medico americano.
“L'ATTACCO PEGGIORE DELLE MACC (Multinational Agriculture and Chemical Corporations) AL MONDO INTERO”.
Fino ad oggi non potevo pensare che ci potesse essere qualcosa di peggio delle catastrofi chimiche che abbiamo vissuto in questo secolo, ma mi sbagliavo, almeno per quanto riguarda la sensibilità agli agenti chimici di cui si verifica un accumulo nel nostro corpo, (e liberarsene ???). D'altra parte c'è una piaga più nuova che è impossibile da individuare e che è irreversibile. Ancor peggio causa un indubitabile, inspiegabile effetto domino.
La colpa va all'INGEGNERIA GENETICA.
Voi avete probabilmente sentito parlare di ingegneria genetica per la prima volta quando vi ho parlato del fatto che la Monsanto stava inserendo nella pianta della soia alcuni geni di piante geneticamente non correlate, allo scopo di renderla resistente al Roundup (glifosato), un potente erbicida. Ora i semi di soia resistenti al Roundup possono essere pesantemente trattati con il Roundup per uccidere le erbacce, senza danneggiare la soia. Però i fagioli di soia ne immagazzinano un bel po' per quelli che li ingeriscono perchè sono altamente contaminati con il tossico erbicida (Roundup).
Questi prodotti derivati dalla soia modificata, che includono circa l'80 % dei semi disponibili, sono stati trovati anche nei prodotti per i lattanti, inclusi Similac, Enfamil, Isomil, e Neocare, come nei Doritos, Fritos, olii vegetali, olio di soia, margarina e molti altri. In aggiunta, uno dei geni viene dalla Petunia che è parente della Belladonna. Questo significa che le persone che soffrono di artrite indotta da Belladonna, ora potranno soffrire di artrite a causa dei semi di soia. Quando la Monsanto inserì il gene della noce del Brasile nella soia, le persone allergiche alle noci del Brasile ebbero immediatamente delle reazioni anafilattiche (reazione gravissima in cui non si riesce a respirare e che porta spesso a morte) a causa della soia. Rimossero in fretta il gene perché le reazioni furono così serie. I virus del cancro vengono deliberatamente inseriti nel vostro cibo.
Sfortunatamente, l'ingegneria genetica non è limitata semplicemente a tentativi allo scopo di migliorare alcune specie di piante. Perché quando un gene da una specie viene posto in un essere vivente completamente diverso (pianta o animale) ha bisogno di un vettore o qualcosa che trasporti il gene nella fabbrica genetica dell'organismo non correlato. Molto spesso il vettore è un VIRUS, perché un virus è in pratica un pezzo di materiale genetico con un involucro di proteina che è così piccolo da poter infettare facilmente altro materiale genetico.
I VIRUS DEL CANCRO VENGONO DELIBERATAMENTE INSERITI NEL VOSTRO CIBO
Il cancro nei polli risulta spesso dall'infezione con il Virus Rous Sarcoma. Gli scienziati che pensano a far fare i soldi alle compagnie attraverso l'ingegneria genetica hanno deciso che non è un problema usare il virus del cancro dei polli come vettore per impiantare il gene dell'ormone della crescita nei pesci di allevamento in modo che possano crescere più in fretta. Il problema è che una volta dentro al pesce il virus può sopravvivere e infettare il prossimo ospite, voi, che mangiate quel pesce. Gli scienziati con facilità dicono che in questo non c'è pericolo e possono uscirne senza problemi perché il governo degli Stati Uniti non richiede nessun test o prova che il cibo proveniente da ingredienti modificati sia sicuro. E lo spavento è molto lontano dall'essere finito. Il virus della LEUCEMIA è stato usato nei polli come vettore per veicolare alcuni geni, molti dei quali umani, per l'aumento della produzione del pollame. Inoltre, un retrovirus è stato usato come vettore virale nei maiali per inserire cellule fetali per far crescere le aorte per poi trapiantarle negli uomini. Questo ha portato a infezioni da retrovirus di maiale negli uomini.
Hanno perso la testa e tutti i loro principi etici ?
Questi virus possono anche ricombinarsi tra sé stessi per creare nuove malattie per le piante o per gli animali. E, ancora più importante, materiale genetico estraneo, da questi virus può essere assorbito attraverso il nostro intestino e venire incorporato nelle cellule del nostro stesso corpo creando nuove malattie per noi uomini. I geni inseriti nelle piante sono inseriti lì allo scopo di renderle resistenti a certe infestazioni, pesticidi, erbicidi o antibiotici. Ma questi vettori o trasportatori di geni possono anch'essi infettare i batteri e altri organismi nel tratto intestinale del nostro corpo. Creando una nuova resistenza agli antibiotici.
Vi piacerebbe dare rifugio alla Klebsiella o alla Candida nel vostro intestino che è resistente a tutti i trattamenti ?
Se questo non fosse un problema sufficiente, uno dei geni più comunemente inseriti nelle piante è il gene Bt. Bt stà per Bacillus Thuringiensis, un batterio particolare che secerne una tossina che uccide vari tipi di malattie delle piante. Il problema è che questa tossina, una volta dentro ad alcuni di noi, li rende estremamente ammalati. Può simulare i sintomi della Belladonna, in cui tu, di notte, devi strisciare a carponi fino al bagno per giorni, a causa del forte dolore ai muscoli e alle articolazioni. E come in un attacco da ingestione da Belladonna (numero di Novembre 1999) Giorni o settimane dopo può finire precipitosamente come è iniziato, sconcertando qualsiasi medico. Il gene Bt è stato introdotto nelle patate, nel mais… Altri geni sono stati introdotti anche nei pomodori per cambiare il loro tempo di maturazione, nel cotone (usato nei cibi chiamati junk, come patatine, snacks ecc e chiamato olio vegetale, sia sulle noccioline arrosto che servono sulle linee aeree), per rendere la pianta resistente ai pesticidi.
L'olio di Canola è un altro prodotto dell'ingegneria genetica che non dovrebbe essere mai ingerito. Nel 1994 la FDA degli Stati Uniti ha approvato l'ormone rBGH, che è un ormone della crescita, che creò mastiti e bisogno di antibiotici (che vanno nel latte) e altrettanto. 800 allevatori che lo usarono riportarono vari problemi di salute delle loro mucche. La Monsanto, il produttore, ha provato a pagare sottobanco i funzionari per la salute, del Governo Canadese con vari milioni di dollari per approvare questo ormone usato da circa un terzo degli allevatori americani. Il prestigioso giornale scientifico “The lancet” (9 Maggio 1998) mostra che il tumore al seno è SETTE volte più numeroso con minuscoli aumenti di ormone della crescita, (IGF-1). Fattore di crescita tipo insulina, che deriva dalle mucche iniettate con BGH. Nel Gennaio 1996 il giornale “International Journal of Health” riportò che le concentrazioni di IGF-1 sono 10 volte superiori nel latte BGH e può essere assorbito attraverso l'intestino ed aumentare il nostro rischio di contrarre il cancro. È stato anche provato d'aver causato cisti anormali sulla tiroide e nella prostata e una miriade di ulteriori sintomi. Non si può tornare indietro. Forzando i geni a passare da una specie ad un'altra completamente non imparentati, stiamo creando nuove entità.
Questo è un altro esempio dell'arroganza e dell'ignoranza dell'uomo quando pensa di poter fare meglio di Dio e creare organismi migliorati. Ci sono così tante mancanze in questo ragionamento che più di una dozzina di libri sono già stati scritti per iniziare a raccogliere il massimo possibile di prove contro gli organismi geneticamente modificati. La difficoltà è che non c'è abbastanza gente consapevole del problema tanto da avere un impatto significativo. Per quando il danno sarà fatto sarà troppo tardi. Non è come ripulire un lago da decenni di inquinamento.
Una volta che avremo:
(1) perso migliaia di specie,
(2) mandato alla rovina tutti i piccoli allevatori,
(3) creato cibi da Frankenstein,
(4) super erbacce resistenti a tutti gli erbicidi,
(5) piante resistenti ai pesticidi,
(6) nuovi virus e nuove malattie negli esseri umani, non ci sarà il modo di tornare indietro.
Voi potreste sorprendervi come ho fatto io a scoprire che non si richiedono sperimentazioni, anche dopo che questi e altri fatti sono venuti alla luce. I cibi geneticamente modificati sono già inevitabili e non richiedono etichettatura. Noi stiamo già mangiando cibi geneticamente modificati, visto che circa il 60 per cento del cibo lavorato ora contiene almeno un ingrediente geneticamente modificato. Uno snack comune potrebbe essere patate fritte con gene di lucciola o patatine con gene di pollo (attenti alla leucemia e al sarcoma, cancro muscolare, geni virali). O, forse, a voi piace la salsa con pomodoro con gene di passera di mare. Un pasto comune potrebbe includere zuppa cremosa di broccoli con un gene di batterio e una insalata con olio di canola, olio vegetale o olio di soia, tutti prodotti geneticamente modificati (GMO).
Gente come me, sensibile alla Belladonna sono proprio senza fortuna visto che il gene del tabacco (parente della Belladonna) è usato nella lattuga e nei cetrioli e il gene della Petunia (altra parente della Belladonna) è usato nei semi di soia e nelle carote. Le persone sofferenti di morbo celiaco potrebbero essere raggirati dalle noci che potrebbero contenere il gene dell'orzo. E alcuni cibi come le fragole hanno dei “geni non dichiarati” così tutte le scommesse sono aperte.
Dovremmo aspettarci qualcosa di diverso da un'industria che ha carta bianca priva di regolamentazioni su tutta la nostra fornitura di cibo ?
Voi potreste pensare che il formaggio è un cibo sicuro ma loro hanno modificato geneticamente il caglio batterico. Il succo di mela può avere il gene del baco da seta e l'uva può contenere un gene virale. Includendo la trota, il salmone, il pesce gatto, il pesce persico e anche lo scampo. Nel maggio 1999, tre giganti multinazionali del cibo annunciarono che non avrebbero più commercializzato i cibi geneticamente modificati o i loro ingredienti in Inghilterra perché i Limeys furono tanto intelligenti da protestare, così indovinate chi si prenderà gli avanzi ? Gli Stati Uniti. I proponitori di cibo GM dicono che diminuiranno la quantità di pesticidi che deve essere usata,ma non è vero.
Non ci siamo già cascati quando promisero che i nuovi pesticidi avrebbero ridotto il bisogno di altri ?
Prima di tutto molte tossine delle piante manipolate o forzate a produrre uccidono anche esseri utili come le coccinelle così ancor più pesticidi sono necessari per supplire al mancato lavoro che (le coccinelle) avrebbero effettuato. Questi geni possono anche diffondersi alle erbacce, rendendole più resistenti e più forti di mai, creando una epidemia di super erbacce. Altrettanto irritante è il rapporto secondo il quale i fagioli di soia modificata ha un contenuto molto maggiore di estrogeni.
È questo ciò che vogliamo per i neonati maschi cresciuti con formula a base di soia ?
Inoltre, alcuni dei virus utilizzati come vettori per i geni e inseriti nelle piante, per renderle resistenti ai virus, possono combinarsi col materiale genetico di altri virus invasori (come per un raffreddore) formando un virus nuovo di zecca e molto più virulento, creando nuove epidemie fatali che non si sono mai viste prima. Chiaramente il NAFTA (a dato il permesso affinché i nostri pesticidi illegali e riciclati arrivino a noi, mentre la FDA e la USDA non può monitorare cosa hanno già nel piatto, e ancor meno maneggiare il bottino di miliardi di dollari associati all'ingegneria genetica, documentato così bene in BEYOND EVOLUTION (Oltre l'evoluzione). La FDA ha permesso che arrivasse nei nostri cibi l'Olestra, che non è provato sia capace di diminuire la crescente obesità. Però diminuisce decisamente il vostro assorbimento di nutrienti essenziali come le vitamine E, D e K che sono assolutamente cruciali nell'inibizione delle due maggiori cause di morte e malattie, l'arteriosclerosi e il cancro.
In passato abbiamo parlato del fatto che tanta gente non è “meglio” tramite la chimica come suggeriva il vecchio motto della DuPont. Visto che molti hanno perso i propri cari per cancro o altre malattie causate dalle sostanze chimiche, essi sono diventati “Amareggiati” tramite la chimica. Questi agenti chimici sono permessi nella nostra aria, nel cibo e nell'acqua così che le multinazionali possano realizzare enormi profitti. Ora con la diffusione selvaggia dell'ingegneria genetica, le piccole fattorie svaniranno lentamente fino all'estinzione man mano che le MACC (Multinazionali Corporative Agricole e Chimiche) conquisteranno il controllo su tutto il nostro cibo.
Siete pronti per il più grande attacco della storia al mondo da parte delle MACC ?
Peggio dell'inquinamento chimico a cui potreste mai pensare; l'inquinamento genetico ha il potenziale irreversibile e la probabilità di cambiare la vera natura di tutto il cibo e di tutta la nostra stessa identità genetica. Come veterinario, Michael W Foz, ammonisce, nel suo eccellente e altamente raccomandato libro “BEYOND EVOLUTION” (che specifica e riferisce i pericoli dei cibi GM), la nostra unica possibilità di salvare noi stessi e il futuro è con la forza della gente. Ma la gente non informata è senza potere. Le Multinazionali stanno cambiando il nostro cibo e gli animali e hanno mano libera. Non ci si può fidare di loro perché non è loro richiesto nemmeno di etichettare i loro cibi e non gli viene richiesto nemmeno di fare dei test sulla loro innocuità. Questo è irreversibile, inarrestabile e ha la capacità di buttarci, come una palla di neve, in un verosimile Jurassic Park.
Voi votate con il vostro sacchetto della spesa e potete far sentire la vostra voce facendo sapere ai vostri legislatori che volete che il cibo geneticamente modificato venga etichettato e che tutti gli esperimenti di ingegneria genetica vengano fermati fino a che appropriati studi non siano stati fatti sugli effetti collaterali a lunga scadenza e sulla innocuità.
Giuseppe Altieri
24 ottobre 2007
La banda dei briganti
Veltroni, partiti-burla, brogli e truffe
Quando i popoli manifestano di capire i vecchi inganni del sistema, ecco che ne vengono elaborati di nuovi. Di solito si tratta di nuovi partiti, nuovi personaggi o nuova propaganda. Come tutti sanno, da recente la "sinistra" ha messo a punto un piano di "rinnovamento", che ha trovato il suo culmine nelle primarie del 14 ottobre scorso, che hanno visto trionfare Walter Veltroni quale leader del nuovo Partito Democratico. Che si tratti dell'ennesima truffa non è difficile capirlo.
Cosa propone Veltroni?
Cosa ha mai detto di concreto per cambiare in meglio la realtà del paese? Ha mai detto che dovranno essere abrogate tutte le leggi che permettono lo sfruttamento lavorativo? Ha mai detto che il paese deve riappropriarsi della sovranità monetaria per non cadere più nella truffa del debito? Ha mai detto di voler liberare il paese dall'occupazione militare delle basi Usa? Ha mai detto di aumentare le tasse sui grandi guadagni finanziari?
Se non ha detto nulla di tutto questo, in che modo crede di dover risollevare le sorti del paese? Se non vuole arginare il potere delle banche, quale "democrazia" ci propone? Quella falsa, che maschera la dittatura del gruppo dominante?
E' evidente che si tratta di una trappola. Se cadiamo nella trappola del nuovo partito e del nuovo leader accettiamo i crimini dell'attuale classe dirigente, perché in realtà si tratta di sostenere persone che obbediscono agli stessi poteri.
Veltroni dice cose che trovano approvazione e colpiscono l'attenzione, ma non propone nulla di concreto per risolvere i problemi che solleva. Ad esempio, sostiene che uno dei problemi principali sia la crisi ambientale: "La nuova Italia nasce dalla riscrittura di almeno quattro grandi capitoli della nostra vicenda nazionale: ambiente, nuovo patto tra le generazioni, formazione e sicurezza. I mutamenti climatici sono il primo banco di prova di questa vera e propria sfida... l’effetto serra è causato dal modo tradizionale di produrre e consumare energia".
Ma non parla di dover imporre regole certe, o di dover fare pressione su Washington e Pechino per indurre le autorità ad approvare leggi che costringano gli industriali, ovunque operino, ad utilizzare misure di protezione ambientale. Veltroni solleva problemi ma, come tutti i politici del sistema attuale, si guarda bene dallo spiegare con chiarezza quali sono le cause e come occorre affrontarli efficacemente.
Egli parla di energie "pulite", ma non solleva affatto il problema dei rigassificatori e degli inceneritori messi al bando dalla UE (normativa UE 2001/77/CE) e imposti dal governo Prodi. Egli stesso, come sindaco di Roma non ha affrontato diversi problemi ambientali, come quello della discarica di Malagrotta, dunque non è pensabile che abbia davvero a cuore questo problema. E' assai più probabile che egli sollevi i problemi cari ai cittadini, soltanto per suscitare consenso.
Veltroni fa appello alla "tecnologia", come fosse una sorta di bacchetta magica che per incanto risolverà ogni problema: "Quello a cui pensiamo è l'ambientalismo dei sì. Sì a utilizzare le immense possibilità della tecnologia per difendere la natura".(1) Si guarda bene però dal sollevare il problema della tecnologia utilizzata soltanto per accrescere i profitti, senza rispetto alcuno per la salute e per l'ambiente.
Il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino, il 27 giugno del 2007, era finalizzato ad esaltare ad oltranza l'attuale sistema di potere, nascondendo le magagne e facendo credere ai cittadini che accettarlo significa anche migliorare le sorti del paese. Sarebbe come dire che gettarsi del quinto piano può essere un atto che migliora la salute.
Veltroni utilizza artifici retorici per offuscare la realtà, e per apparire come un leader diverso dagli altri. Egli ostenta un improbabile senso di "umanità", assumendo un atteggiamento paternalistico o spiritualistico, ma evitando accuratamente le vere questioni che vessano il paese, come le leggi che intralciano la lotta alla mafia o quelle che legalizzano lo sfruttamento lavorativo. Veltroni vorrebbe porsi come leader di tutti, dei cittadini comuni e della Confindustria, e ricevendo il plauso da parte di quest'ultima già possiamo capire in che misura difenderà gli interessi dei lavoratori.
Egli parla in generale della "lotta alla precarietà", ma si guarda bene dal promettere in modo chiaro di voler sopprimere tutte le leggi che rendono possibile il precariato. Gli altri leader di sinistra, durante la campagna elettorale del 2006, avevano promesso in modo generico le stesse cose che promette Veltroni, ma una volta al potere hanno fatto tutto il contrario. Veltroni promette "entro dieci anni, questo divario di opportunità - di vita, di successo e di felicità - si riduca del 30%, facendo ripartire quella mobilità sociale che, forte dai primi anni '60 fino alla metà degli anni '70, ha progressivamente frenato, fino ad arrestarsi del tutto".
Ma non spiega che la crescita economica del paese è stata bloccata dal debito e dalle misure di globalizzazione (privatizzazione, delocalizzazione, ecc.) imposte da Washington, e dunque, come può egli credere di poter migliorare la condizione economico-finanziaria del paese senza affrontare i mali alla radice? In parole povere, dove prenderà i soldi per il rilancio, se le banche continueranno a succhiarci il sangue attraverso il debito-truffa? Veltroni non se la prende mai con i responsabili dei problemi, vorrebbe rendere il mondo migliore lasciando al loro posto chi lo rende peggiore.
E' evidente che egli sta barando, per indurre gli elettori ad avere fiducia in lui. Una fiducia che potrà avere conseguenze tragiche per gli italiani.
Veltroni denuncia la forte pressione fiscale, ma non dice che gran parte del Pil viene saccheggiato dalle banche, e dunque le sue proposte di abbassare la pressione fiscale sono campate in aria e non potranno trovare alcuna attuazione, proprio come è avvenuto con tutti i governi del sistema. Parla di "lotta all'evasione" ma non parla dei paradisi fiscali che la rendono possibile, e non dice che l'intero sistema è fondato sui privilegi fiscali dei più ricchi.
La sua retorica è tanto più suadente quanto più gli italiani si sentono insicuri, temono il futuro e desiderano politici che mostrino di non essere corrotti. La sua retorica mira a catturare le speranze e a rivitalizzare le illusioni.
E' possibile capire già da adesso che egli non manterrà le promesse, e che mira soltanto a portare avanti la sua carriera politica, altrimenti direbbe agli italiani la verità su tutto, senza nascondere la vera origine dei nostri problemi. Veltroni si permette persino di minimizzare e mistificare il dissenso:
"E' così, con un'alta capacità di risposta, che si combatterà l'antipolitica... Chi invece indica qualunquisticamente la politica come il nemico, chi soffia demagogicamente sul fuoco dell'insoddisfazione, ha il dovere di dire cosa si dovrebbe sostituire alla politica e alle istituzioni.".(2)
Egli utilizza gli stessi inganni verbali del sistema, e dunque, parla di "antipolitica" rendendo implicito che l'attuale sistema sia la sola "politica" possibile. E' un inganno retorico utilizzare il prefisso "anti" per etichettare qualcosa che si vuol far apparire come negativa, da rifiutare. Tutti i giornalisti di regime, come pappagalli, utilizzano il termine "antipolitica" per indicare coloro che rifiutano l'attuale sistema, giudicandolo corrotto. Ma non si tratta affatto di "antipolitica" poiché l'attuale regime non è una vera "politica", ma soltanto un sistema dittatoriale mascherato da "democrazia", in cui i cittadini sono indotti a credere con l'inganno di avere la sovranità. Veltroni ripropone la separazione sinistra/destra, riconoscendosi nella sinistra, ma senza spiegarci con chiarezza cosa lo renderebbe leader di "sinistra". Mai un cenno alla necessità di arginare il potere della classe ricca, mai un cenno alla necessità di aumentare gli stipendi e le pensioni per adattarle alle devastazioni dell'euro. Quando parla dei lavoratori lo fa con tono quasi metafisico, come farebbe il papa. Nulla di concreto, nulla di vero. Tutto questo fa ben capire perché il sistema lo abbia sponsorizzato così tanto da farne un sicuro futuro capo di governo. Egli sa prendere per i fondelli gli italiani, come Fassino, D'Alema e Prodi non riescono più a fare. Per ammantarsi di prestigio, Veltroni scomoda persino illustri personaggi storici, come Robert Kennedy, dicendo di trovare la giusta ispirazione nel loro operato. In realtà è assai più probabile che egli si consulti a tempo pieno con i cosiddetti "spin doctors" (dottori del raggiro, manipolatori di opinioni), per trovare il modo più efficace di truffare gli elettori.
Il Partito Democratico, di cui egli è diventato leader, non è altro che un partito-burla, perché non rappresenta nulla di nuovo nel panorama politico italiano. Siamo ormai giunti alla realtà "nominale", ossia, la novità non sta più nella realtà dei fatti, come dovrebbe essere, ma nei nuovi nomi o nei nuovi loghi. In armonia col sistema, Veltroni si limita a proporre novità fittizie, come fossero virtuali, in un panorama desolante in cui almeno due terzi degli italiani comprendono assai bene che in Parlamento non vengono affrontati i loro veri problemi.
Anche dal punto di vista "umano", Veltroni è un truffatore. Si mostra interessato ai diritti umani ma, come gli altri leader di "sinistra" (e di destra) affronta le questioni umane (Rom, immigrati, emarginati, ecc.) vantandosi, com'è di moda, di avere "tolleranza zero", e perseguitando gli individui più deboli senza pietà, come il suo omologo Sergio Cofferati, si vanta di fare a Bologna. E' questa la nuova "sinistra": quella che ritiene pericolosi i lavavetri più che i criminali che torturano e uccidono in Iraq o in Afghanistan. Una sinistra che chiude i centri sociali e che fa deportare i Rom. Una sinistra che vuole rimanere tale anche quando dimostra impietosamente di mettere in pratica principi degni del fascismo, reprimendo i cittadini che rifiutano ciò che degrada l'ambiente o mette in pericolo la loro esistenza. Una sinistra autoritaria che vuole spacciarsi per rispettabile e vuole distinguersi dalla "destra" soltanto per abbindolare gli elettori che ancora credono che in Italia esista una "sinistra".
A Roma, come nel resto dell'Italia, i tagli alla spesa pubblica si traducono nel peggioramento della qualità delle strutture sanitarie, nell'insufficienza degli asili e dei servizi agli anziani e ai disabili.
Veltroni, pur essendo, come sindaco, assai consapevole del peso di tali problemi, non ha mai denunciato questa realtà, che tende a peggiorare con le finanziarie. Egli si è occupato soprattutto di curare la sua immagine mediatica, in modo da apparire come un sindaco autorevole e capace di risolvere problemi.
La questione della "sicurezza" è stata creata ad oc da un regime che non sempre utilizza carabinieri e poliziotti per proteggere realmente la cittadinanza, preferendo creare situazioni di insicurezza e paura. In tal modo potrà creare ghetti e degrado, per poi ergere i propri fantocci a paladini della "sicurezza", suscitando quel bisogno di protezione e di fiducia che altrimenti non ci sarebbe. Veltroni lancia proclami ambiziosi: "Fare un'Italia nuova. E' questa la ragione, la missione, il senso del Partito democratico. Riunire l'Italia, farla sentire di nuovo una grande nazione, cosciente e orgogliosa di sé".(3)
Ma un'Italia nuova non dovrebbe certo appoggiare un politico che non offre nulla che possa scardinare realmente il vecchio regime. Le false sinistre hanno trovato nelle primarie un metodo utile per far credere alla gente di contare qualcosa dal punto di vista politico. In realtà è un'illusione, perché i personaggi che vengono candidati sono scelti dall'alto, e nessuna formazione politica dell'attuale sistema rischierebbe di candidare persone che realmente possano avversare gli interessi del gruppo di potere. Dunque, la scelta non è una vera scelta, ma un'illusione di scelta.
Qualcuno crede che sostenendo il nuovo Partito Democratico si possano contrastare le politiche della destra di Berlusconi, ignorando che le due fazioni politiche sono assai più vicine fra loro di quanto mostrino, e che sono strettamente alleate nel contrastare gli interessi e la sovranità popolare.
Le primarie hanno dato la possibilità di propagandare il sostegno da parte di oltre 3 milioni e mezzo di italiani. Ma anche questa è una truffa. Molti testimoni hanno detto che le irregolarità nei seggi delle primarie non si contavano: gente che votava tre o quattro volte e extracomunitari che si affollavano ai seggi facendo il giro dei gazebo anche sei o sette volte. E' assai probabile che gli extracomunitari non abbiano pagato un euro, ma, al contrario, abbiano ricevuto qualche euro, altrimenti non si spiegherebbe tale assalto ai seggi. Ad Agrigento, il consigliere comunale Giuseppe Arnone ha chiamato i Carabinieri per denunciare i brogli che si stavano verificando al seggio. Arnone ha raccontato che molti extracomunitari venivano accompagnati direttamente da alcuni candidati inseriti nelle liste, che suggerivano loro cosa votare.
Nel pomeriggio inoltrato avevano votato un milione e mezzo di persone, e ci vorrebbero far credere che in pochissime ore avrebbero votato altri 2 milioni di persone, portando la cifra totale dei votanti a oltre 3 milioni e mezzo. Chi c'era a controllare la regolarità delle operazioni elettorali? Nessuno. Chi può controllare che non abbiano gonfiato la cifra dei votanti? Nessuno. C'è da credere a personaggi che mentono ogni giorno in Parlamento e al governo? Non sarebbe un grande segno di saggezza. Già alle primarie del 16 ottobre del 2005, che hanno visto il trionfo di Prodi, venne strombazzato che gli elettori erano stati 4,3 milioni. Un anno e mezzo dopo diverse fonti dissero che probabilmente i votanti non erano stati più di 2 milioni. Ad esempio, il "Velino" ha svelato che l'elenco degli elettori in mano all'Ulivo registrava 2 milioni di votanti. Nessuna smentita, nemmeno da parte del fiduciario di Prodi, Mario Barbi, che si è limitato a dire che "verificherà". All'epoca, i ragazzi di Azione giovani di Reggio Calabria denunciarono che nei seggi era possibile votare molte volte. Il presidente provinciale di Ag, Daniele Romano raccontò: "Alcuni di noi hanno votato più volte, addirittura senza documenti, altri senza averne diritto perché residenti fuori Reggio, altri ancora senza firmare la famosa liberatoria di cui si parlava".(4)
Il punto è: perché tutte queste truffe? Evidentemente, il sistema sa di fare acqua da tutte le parti e di dover imbrogliare per suscitare consensi.
Gonfiare le cifre dei votanti equivale ad una forma di propaganda, che mira a far credere agli italiani che c'è ancora molta gente che ha fiducia nel sistema, mentre in realtà ce n'è sempre meno. Chi ormai è avvezzo a capire la potenzialità truffaldina di questi personaggi difficilmente può credere alla loro propaganda, anche se fatta con nuove forme. Le parole preferite da Veltroni sono "governo stabile", "governi democratici" o "grandi democrazie d'Europa". Ricorda i presidenti americani, che nei loro discorsi citano centinaia di volte la parola "democrazia", ma impediscono con la forza delle armi l'autodeterminazione dei popoli. Se davvero Veltroni credesse nella democrazia si ergerebbe a difendere le lotte dei vicentini contro le basi americane o le lotte dei No-tav, poiché si tratterebbe in tal caso di proteggere il democratico diritto dei cittadini a scegliere ciò che riguarda il proprio territorio. E invece, Veltroni difende il governo, dichiarando un "pieno, coerente e deciso sostegno all'azione del Governo Prodi". E' evidente che egli parla non di una vera democrazia, ma della democrazia-truffa che attualmente c'è in Italia. Non abbiamo bisogno della democrazia di cui egli parla, ma di una vera democrazia, che ci sarà quando lui e tutti quelli come lui saranno costretti a fare un altro mestiere.
Il 20 ottobre, un milione di persone partecipano al corteo contro il precariato, e a chi gli chiede cosa ne pensa, Veltroni risponde: "è un importante fatto democratico". Ci mancherebbe che dovessero proibire anche i cortei di protesta. Furbescamente, egli non perde occasione per utilizzare il termine "democratico" e per evitare di esprimere chiaramente cosa ne pensa delle leggi infami sul lavoro. Intanto, mentre Veltroni esibisce le sue performance, l'Italia va sempre più alla deriva, ormai dominata da reti mafiose/massoniche che il governo protegge anche bloccando il lavoro dei magistrati.
Veltroni non ha mai denunciato la grave corruzione che attanaglia le nostre istituzioni, chiaro segno che egli stesso ne è parte. Agli italiani che dicono: "provo a crederci e poi valuterò i risultati", possiamo rispondere: già da adesso, dai suoi stessi discorsi, è possibile capire chi realmente è Veltroni e cosa farà una volta al potere. Se accetteremo di dare ancora fiducia ai nuovi fantocci del sistema, arriveranno altre beffe e altre truffe, con amare conseguenze.
Chiediamoci con sincerità: possiamo permetterci di farci ancora abbindolare dalle truffe degli attuali politici?
Non sarebbe ora di dire basta?
Antonella Randazzo
Cibi al veleno
CASERTA - Le mozzarelle galleggiano nella vasca di raffreddamento. Sbattono una contro l'altra. Hanno cortecce nodose, imperfette. Il tempo di arrivare a temperatura, di rassodarsi, e un nastro d'acciaio le destina alla salamoia, ultima liturgia prima del confezionamento.
"Queste se ne vanno in America" fa il casaro senza staccare gli occhi dalle sue creature. Sono mozzarelle di bufala taroccate. Piene di latte boliviano. Latte in polvere rigenerato, corretto col siero innesto e mischiato con quello locale casertano, che costa quattro volte tanto e per questo sta attraversando un periodo di vacche magre. Il "boliviano" arriva ogni settimana via Olanda ai porti di Napoli e Salerno. Con le loro autocisterne i produttori campani si attaccano alle navi come fossero mammelle. Fanno il pieno. Poi riempiono i serbatoi dei caseifici. Agro aversano, litorale domizio, alto avellinese, salernitano.
Incrociano e imbastardiscono. E guadagnano. Le bufale bolicasertane il casaro le piazza sul mercato a 6 euro al chilo anziché 9. Per produrle spende una miseria. La materia prima per fare un chilo di mozzarella costa circa 5 euro. Il latte di bufala 1,35 al kg. Con 1 kg di latte boliviano (50 centesimi) di chili di mozzarella se ne fanno 5. Una "bufala" delle bufale che ammazza il mercato. Una delle tante sofisticazioni che infettano le terre da dove vengono i migliori e anche i peggiori prodotti agro alimentari su piazza. Puglia, Campania, basso Lazio.
E' un mondo senza etica e con regole fisse (le loro) quello dei pirati della tavola. Abbattere i costi. Creare un prodotto mediocre, a volte immangiabile. Che però viene immesso normalmente sul mercato. Rischi bassissimi, ottimi guadagni, possibilità di riciclare ingenti quantità di denaro. "Il business più fiorente è il riciclaggio di prodotti scaduti - dice il colonnello Ernesto Di Gregorio, comandante dei Nas di Napoli con delega su tutto il Sud - . Poi, certo, i tarocchi: latticini, olio, vino, concentrato di pomodoro, carne, pesce". Sconfezionano e riconfezionano gli spacciatori di cibo. Appiccicano etichette posticce, "rinfrescano" prosciutti e salami. Tengono in vita la carne con nitrati e solfiti. I primi abbattono la flora batterica, i secondi mantengono il colore.
Così hamburger e salsicce possono resistere per giorni, senza dare nell'occhio, al banco della vendita. "Tagliano" le mozzarelle, le sbiancano, le gonfiano. Allungano e colorano l'olio, impestano il vino. Sganciano bombe sul nostro sistema gastrointestinale e circolatorio.
Sono banditi della tavola. Professionisti della frode capaci di inserirsi nella catena della piccola e della grande distribuzione, di puntellare con quintali di merce truccata un mercato che rende qualcosa come 1 miliardo di euro l'anno. Smerciano prodotti che invadono le nostre tavole, che riempiono gli scaffali delle botteghe e dei supermercati, che ritroviamo proposti nei menù dei ristoranti e in quelli meno ambiziosi delle mense e delle tavole calde. Aziende, uffici pubblici, navi, caserme. "Vede, queste invece vanno al Nord. Ormai su la bufala la trovi dappertutto, e la compri anche bene". L'uomo ha un faccione ispido. I polpastrelli duri e ustionati (mettete le mani nella pasta di latte a 90 gradi per vent'anni).
I modi smaliziati del sensale di un tempo. Apprezza il "don" anteposto al nome. "'A bufala piace a tutti, ce la chiedono, e noi gliela mandiamo... ", gongola. E' un produttore sofisticatore. Tarocca mozzarelle e ricotte. Le produce mischiando latte bufalino locale e latte congelato e liofilizzato proveniente dall'estero. Cagliate targate Romania, Ungheria, Polonia, Estonia, Lituania. E, ultima novità, il "boliviano". "Almeno la metà dei 130 caseifici che hanno il marchio Dop sofisticano la mozzarella di bufala", è l'allarme lanciato da Lino Martone, segretario del Siab, il sindacato degli allevatori bufalini di Caserta. "Non è così, il prodotto Dop, almeno quello, lo garantiamo", replica Luigi Chianese che del consorzio Mozzarella di bufala campana è il presidente. "Con gli altri prodotti forse qualche problemino c'è - ammette - ma dobbiamo ancora capire bene dove sta".
Pare tutto perfetto, tutto normale in questo caseificio di Cancello e Arnone. Alto casertano, 5 mila anime a cavallo delle due rive del Volturno. Una densità casearia pari a quella camorristica. Trattori e Mercedes tirate a lucido. Fa impressione vederle scivolare tra le campagne impregnate di diossina (per questo, dice Guglielmo Donadello di Legambiente, "la mozzarella campana oggi è uno dei prodotti più pericolosi d'Italia"). Al volante, uomini in canotta e in età matura. Accade a Casal di Principe, a Castel Volturno, a Grazzanise, a Marcianise. Sono i feudi del clan dei casalesi, i potenti camorristi le cui fortune milionarie poggiano soprattutto sul calcestruzzo. Ma non solo. Nascono come allevatori e casificatori i casalesi, molti di loro continuano il mestiere (come racconta un'indagine della Dda di Napoli). Le famiglie Schiavone, Zagaria, Iovine: ognuna ha parenti che allevano bufale e vacche. Ognuna rifornisce caseifici o ne possiede.
Come Claudio Schiavone, cugino del boss Francesco "Sandokan" Schiavone. Una stradina defilata di Casal di Principe. Vendita di latticini al minuto. Dicono le mozzarelle di bufala più buone della zona. "I più bravi nel settore sono proprio loro, i casalesi", ragiona un esperto che è anche conoscitore delle tecniche di adulterazione dei derivati del latte.
Ci sono caseifici che spuntano come funghi nella notte. Senza licenza edilizia. Vi lavorano, in media, una decina di persone. Se il capo ordina, bisogna obbedire. Truccare. "Il latte di bufala concentrato, unito al siero dolce, ti dà una mozzarella gonfiata dieci volte superiore al normale" - spiega ancora Martone che ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica. C'è qualcosa che non va nell'area dop (250 mila bufale) da Latina a Foggia passando da Caserta e Salerno.
"Molte aziende rifiutano il latte di bufala nostrano. Il prezzo alla stalla è sceso di 20 centesimi al litro. Eppure la produzione di mozzarelle non diminuisce, anzi. E allora: con che latte le fanno?". Con le cagliate romene. Le congelano di inverno e le scongelano d'estate, quando la richiesta di latticini aumenta del 30 per cento. Per sbiancarle (arrivano in Italia scurite dal tempo e dal viaggio) usano la calce e la soda caustica. La usano anche per correggere l'acidità della mozzarella. O per "tirare" la ricotta, perché così si accelera il processo di separazione del grasso dal siero e si favorisce l'affioramento del formaggio fresco. In certi caseifici tengono scorte di sacchi di calce.
"Quando li becchiamo il casificatore si giustifica dicendo che serve per pitturare una parete scrostata" - dice il colonnello Di Gregorio. Dal suo ufficio all'ultimo piano di una torre del centro direzionale di Napoli, tra la Procura e il carcere di Poggioreale, si domina un pezzo di città. "Sequestriamo di tutto, anche l'inimmaginabile. La calce qui la mettono pure sullo stoccafisso, per sbiancarlo e renderlo più morbido".
Ne combinavano di tutti i colori al mercato ittico di Porta Nolana, il più antico di Napoli. I Nas l'hanno chiuso il 29 luglio. Sequestro di tutta l'area. Rivolta dei venditori. Decine di cassonetti bruciati. Igiene sanitaria da suk terzomondiale. Molluschi turchi e greci importati coi Tir, moribondi, marci, rianimati con acqua di mare. Anguille cinesi vendute come pescato locale.
Dal mare si risale verso i piccoli centri dell'entroterra campano. Per fare una prova abbiamo bussato in una macelleria dalle parti di Baiano, ai confini dell'Agro Nolano: "Ho della carne in scadenza, manzo, la ritirate?". "Per questo mese siamo a posto, ma se ripassate tra una decina di giorni ve la ritiro", ha risposto il figlio del titolare. Siamo in area dot: denominazione origine tarocca. Mani esperte manipolano i cibi, li ingentiliscono dopo averli acquistati già "avviati" dall'Est europeo. Prendiamo la pummarola. "Le importazioni dalla Cina sono triplicate del 207 per cento, con un trend che porterà in Italia oltre 150 milioni di chili a fine anno - spiega Vito Amendolara, direttore della Coldiretti campana - Il concentrato di pomodoro che arriva a Napoli e Salerno viene rielaborato, riconfezionato, etichettato e esportato come Dop".
Un flagello, da queste parti, la sofisticazione. I rapporti delle operazioni dei Nas e dei Nac dei carabinieri disegnano una mappa che parte dal Lazio, taglia la Campania e piega verso Puglia e Sicilia, lambendo anche la Basilicata che si sta affacciando sul mercato della pirateria agro alimentare. Cinquecento chili di capperi marocchini spacciati come "di Pantelleria". Quintali di miele moldavo pieno di pesticidi. Centinaia di fusti di sale industriale - estratto dalle saline nordafricane infestate dai colibatteri fecali - smerciato come sale alimentare. Tutta roba scoperta nell'hinterland napoletano, e destinata con marchio falsificato al mercato nazionale e internazionale. Sulla torta del cibo truccato la camorra ha messo le mani da tempo, assieme alle organizzazioni criminali dell'Est europeo e cinesi. Un coinvolgimento organico di cui la Dia ha preso atto. La stessa cosa avviene in Puglia. Qui il prodotto taroccato per eccellenza è l'olio. La molitura delle olive e l'imbottigliamento rappresentano, da soli, il 2 per cento del Pil regionale.
Peccato che gli ulivi siano diventati terra di conquista dei corsari. L'extravergine d'oliva "corretto": è questo il loro fiore all'occhiello. Importano olio di colza o di nocciolino dalla Spagna, dalla Turchia, dalla Grecia, dalla Tunisia. Lo allungano col verdone per dargli il colore. Lo profumano. "Almeno il 75 per cento del nostro olio non ha una chiara origine certificata - dice Antonio De Concilio della Coldiretti pugliese - . In pratica è ad alto rischio sofisticazione". Un litro di extravergine vero costa 5 o 6 euro, farlocco 50 o 60 centesimi. Ma dove finisce? Chi lo compra? Finisce nelle grandi catene dei discount. Nelle botteghe di paese. Nelle mense pubbliche e private, nelle pizzerie.
Ne ordina grandi partite chi deve sfamare senza pretese tante persone. Come il vino a 50 centesimi a bottiglia. Rita Macripò è il presidente delle Cantine Lizzano, Taranto, dal 1957: 21 dipendenti, 600 soci consorziati. "Come fanno? Acquistano uva da tavola, la correggono con acido tartarico e coloranti. Quando i Nas o la Guardia di Finanza vanno nelle aziende - a volte sono semplici cisterne e basta - nell'ufficio anziché i libri contabili trovano le pistole". Sta girando una voce nel tarantino. Gli investigatori la ritengono attendibile. Dei produttori locali avrebbero ordinato partite enormi di tannino cinese di origine sintetica. Servirà a "correggere", a produrre bottiglie da vendere a 40 centesimi.
"Certe catene se ne fregano che sia robaccia - dice Macripò - . La comprano e basta. Faccio un esempio. A Taranto ci sono 40 mila marinai. Vuol dire un quarto di vino a testa al giorno. Fanno 10 mila litri al giorno, cioè 100 quintali, cioè 365 quintali l'anno. Secondo lei la Marina Militare che vino compra? Il nostro che costa 2,5 euro o quello che costa 40 centesimi? Pretendono tutti prezzi sempre più bassi. Così i produttori onesti vengono sbattuti fuori dal mercato".
A fianco del listino prezzi abbattuto, scoprendo i magheggi dei pirati agroalimentari, ritornano alla mente i sacchi di calce. I caseifici a scomparsa e le mozzarelle drogate. L'olio pitturato, il vino sintetico. Il pesce in coma. Il menù dell'altra alimentazione.
fonte: corriere.it
07 ottobre 2007
Don Peppe: parroco della Marina
Il 18 di Agosto di quest'anno si è svolta la cerimonia di commemorazione al Garden di San Vito.
Giuseppe Argentieri nacque a Furci, divenne sacerdote, visse poi e operò sempre a S.Vito,semplicemente come don Peppe.
Le carte anagrafiche dicono che sia morto nel 1972, a soli 51 anni.
Non è falso . Ma non è nemmeno la piena Verità.
In realtà, LUI è vivo, più che mai vivo.
E’ diventato addirittura un mito: citato, nominato, lodato, DISCUSSO.
AMATO di un amore più consapevole e più limpido ; VENERATO;
SEMPRE PRESENTE , diluito come sale nell’acqua,in questa comunità ,che Lui ha EDIFICATO, unendo gli sparpagliati spezzoni di tre comuni diversi , impregnandoli di collante solidarietà, dandogli colore,sapore…un’anima.
Lo prova una piazza che porta il suo nome.
Lo dice una lapide che campeggia nella chiesa.
Lo certifica il monumento che per noi ha interpretato con la pietra lo scultore Vito Bucciarelli sulla piazza delle magnolie, accanto alla chiesa della Madonna del Porto.
Con le sue tre parti strutturali:
Il volto di don Peppe che ci sorride giornalmente dall’alto della stele.
La metaforica ombra-orma di marmo che la stele imprime sul terreno.
Le parole che parlano di Lui sulla targa, ai piedi del monumento.
Lo conferma il fatto che stasera siamo qui, tutti , solo e solamente per don Peppe, con don Peppe, a scaldarci, con orgoglio di privilegiati, all’alito della sua amicizia, della sua vicinanza.
Con in prima fila, i SUOI RAGAZZI; i ragazzi del suo particolare, singolare oratorio, promotori di questo incontro;
e tra essi, quei tre ragazzi oggi uomini maturi, noti e apprezzati operatori economici, Antonio il cavaliere, Levino, Carlo De Sanctis, figli di Filippo e di Maria Tosto, che qui ci accolgono stasera in agape fraterna.
Un nonno infiltrato, come me, che fu amico di don Peppe e della sua famiglia, viene a esprimere la più viva ammirazione per questi ragazzi, per la bella ed edificante prova di sensibilità.
MA CHI HA DETTO CHE OGGI NON CI SONO PIU’ VALORI?
Come ciascuno di noi, don Peppe è stato chiamato a vivere in questo mondo.
Invitato a vivere su questa terra e per nostra fortuna in questo luogo, in questo paese.
Egli ha lasciato la casa in cui è stato ospite più ricca, più umana, più giusta ,più affiatata. Più bella di come l’ha trovata.
Ci ha fatto riscoprire l’idea che siamo solo ospiti e per di più di passaggio sulla scena della vita e del mondo;
e che non è lecito comportarci nelle piccole come nelle grandi cose con quella arroganza che umilia e distrugge, che finalizza tutto al proprio vantaggio e al proprio egoismo, che imprigiona e inaridisce in rituali formalismi liturgici, ignorando le realtà umane.
Ci ha lasciato un profumo di UMANA AUTENTICITA’, LAICA E CRISTIANA INSIEME, che è il senso di quella striscia di pietra che si srotola alla base del monumento.
Nessuno è perfetto, certamente ,in questo passaggio terreno, anche perché le cosiddette logiche per misurare sono imperfette esse stesse ,inesauribili e contraddittorie.
Ma se siamo qui ,stasera,per ricordare l’uomo, per parlare della persona,del sacerdote, è senza dubbio perché LUI qualcosa ha detto , ha lasciato ,ha segnato nel nostro cuore.
In questo, senso Egli è stato Personaggio pieno di fascino, Pastore carismatico, come si legge sul suo monumento.
E’ il cuore che istintivamente e primieramente dice il vero: Prende o respinge, a fiuto , il cuore.
Il ragionamento viene dopo. Come naturale bisogno e tentativo di cercare e capire meglio la verità già assodata e accettata. Una specie di rassicurazione.
E’ il tentativo che tenta anche me; che vorrei fare per un momento,se mi è concesso, per chiarire meglio quanto ho telegraficamente già dettato per la targa del monumento e non ho avuto opportunità di fare la sera dell’inaugurazione del monumento stesso.
Solo per rafforzare le convinzioni del cuore.
Mi fermo al concetto di CARITA’.
“Testimone di carità” ho scritto sulla targa…quella Carità, volevo dire, che non è solo generica generosità, come comunemente si crede; allungare la mano per dare;
ma che è magnanimità, comprensione, apertura all’altro, disponibilità per la quale don Peppe accoglieva senza filtri e preconcetti;
ascoltava, preveniva la richiesta di aiuto, giustificava, perdonava, sorvolava per non imbarazzare, per spegnere le diffidenze irrazionali degli approcci e mettere tutti a proprio agio.
Quella Carità che è la più eccelsa delle virtù umane, come spiega S.Paolo.
Quella Carità che non sventola bandiere di Crociate e non si accoda al “si vis pacem para bellum”.
Ma che crede nel “ si vis pacem para pacem” di Machado.
Quella Carità che non è solo qualcosa di sentimentale, ma che significa MEDIAZIONE tra la Giustezza dei principi e delle regole e la complessità delle situazioni umane;
che capisce la fragilità umana.
Don Peppe è stato il primo , a mia memoria, a far prendere l’ostia in mano ai bambini innocenti per un avvicinamento dolce alla prima comunione senza turbamenti, liberando la religione dalla opacità di polverosi diaframmi .
Apriva le porte a tutti, alle PERSONE, senza curarsi se erano di sinistra o di destra o di centro.
Ricordo che accolse nel salone parrocchiale , con naturalezza che sembrava audacia temeraria,
la presentazione e la discussione aperta del rivoluzionario libro di don Milani, la famosa Lettera a una professoressa,
che ci ha fatto aprire gli occhi su tante cose. Nessun altro aveva voluto ospitare quell’incontro. Caddero diffidenze e steccati ideologici.
Accoglieva nella sua canonica anziani e pensionati per i quali allora non esistevano strutture sociali di ritrovo e aggregazione. Beveva un bicchiere in loro compagnia .
Dava simpatica ospitalità ai professori della scuola media forestieri, che solitamente scappavano subito dopo il servizio verso i paesi di provenienza; che si fermavano volentieri da lui e SOLO DA LUI, per una amichevole partita a carte, prima di ripartire, e avevano modo di conoscere utilmente la realtà locale.
Condivideva giochi e cibo con i ragazzi, facendo anche debiti.
Qualcuno ha pensato che li viziasse, che li abituasse all’assistenzialismo. Tutt’altro.
Erano tempi di micragna, quelli. Tempi diversi. Non c’era lavoro. Non circolavano soldi.
Nessuno sa ,forse, che a ciascuno di quei ragazzi apriva un libretto postale, proprio per abituarli al risparmio. E più d’uno di essi, nel tempo, si ritrovò con sorpresa un tesoretto.
Don Peppe:un Uomo vero( e virile direi), un galantuomo, una persona autentica, un prete umile, credibile e amabile; un sacerdote VERO PASTORE, che faceva passare in seconda piano la sua Figura di ruolo ufficiale
per far intravedere quella di un ALTRO…più grande e misericordioso…
e far passare il messaggio di quel Cristianesimo VIVO e Profetico, che condivideva con Giovanni XXIII, il papa BUONO e con l’arcivescovo Capovilla, suo amico.
Alberto di Giovanni