I circuiti cerebrali della ricompensa hanno funzioni non ancora identificate relative alla rilevazione di segnali gastrointestinali e metabolici
PAROLE CHIAVE
dolcificanti recettori per il dolce obesi
Il cervello può "sentire" le calorie nel cibo indipendentemente dai meccanismi del gusto, lo prova una ricerca condotta su topi da un gruppo di biologi del Duke University Medical Center.
I ricercatori, che illustrano il loro studio in un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista "Neuron", hanno scoperto che il sistema cerebrale della ricompensa è attivato da una sorta di "sesto senso"
Come spiegano Ivan de Araujo e colleghi, nell'esperimento sono stati utilizzati topi geneticamente modificati in modo che il recettore cellulare che permette di rilevare il gusto dolce mancasse di una proteina essenziale, rendendoli così "ciechi" rispetto alla sensazione di dolce.
Successivamente hanno sottoposto i topi così modificati e un gruppo di topi normali a test in cui venivano loro somministrate soluzioni di zucchero e di dolcificanti non calorici. Nei test i topi insensibili al gusto dolce preferivano comunque il liquido calorico; è risultato anche che in tutti i topi i circuiti cerebrali della ricompensa e i livelli di dopammina venivano attivati dall'assunzione calorica, indipendentemente dalla capacità di sentirne il gusto.
"Abbiamo mostrato che il sistema della ricompensa, che in precedenza era stato associato con la rilevazione di un valore di ricompensa da parte dei composti gustativamente gradevoli, risponde al valore calorico dello zucchero in assenza del segnale proveniente dai recettori del gusto", ha osservato de Araujo. "Quindi questi circuiti cerebrali non codificano solamente l'impatto correlato alla gradevolezza dei cibi, ma possono eseguire funzioni non ancora identificate che comprendono la rilevazione di segnali gastrointestinali e metabolici."
La scoperta, osservono i ricercatori, ha importanti implicazioni per la comprensione della patogenesi dell'obesità.
31 marzo 2008
Il 'sesto senso' esiste, ed è per le calorie
28 marzo 2008
La cosa più importante della vita
Nessuno può negarlo, la cosa più importante della vita è…la vita, ma senza la salute la vita spesso diventa un inferno. La cosa più importante non è avere una casa, un lavoro, un amore o amici su cui contare, ma la salute, e solo quando questa viene a mancare ci si accorge della sua preziosità. Infatti se uno ha una casa, un buon lavoro, un amore e anche amicizie ma è preda di una terribile malattia tutto si vanifica, ogni cosa perde di significato, di valore, di importanza: è come se tutto intorno si dissolvesse e nulla più fosse in grado di renderci sereni e felici. L’amore, gli amici, il denaro possono renderci la malattia meno gravosa ma ciò che ci realizza passa inevitabilmente attraverso la buona salute. Si può essere la persona più facoltosa della terra, si può avere un lavoro altamente gratificante, si può essere ai vertici del sistema dirigenziale, si può essere capi di stato o di governo ma se non si è in buona salute si diventa deboli, fragili e bisognosi di tutto. Tra l’ottima salute, la ricchezza, la bellezza o la notorietà chiunque sceglierebbe la prima.
Ognuno di noi, impegnato nel sociale, rivendica l’importanza e la priorità del proprio settore. C’è chi è convinto che la cosa più grave ed urgente è lottare contro l’aumento delle tasse; chi contro le vittime del traffico, chi contro gli abusi e le bugie delle grandi lobby farmaceutiche, chi contro le droghe, chi contro l’alcol, chi contro l’emarginazione, chi contro l’inefficienza dei trasporti, degli ospedali, chi contro l’inquinamento atmosferico, chi contro le estorsioni ecc. ecc. ma per poter lottare contro ogni ingiustizia occorre essere in vita, in salute, altrimenti tutto viene a vanificarsi. Se poi si considera che il 34% dei tumori (che solo in Italia causano 170.000 morti all’anno, altro che incidenti automobilistici!) sono direttamente attribuibili alla cattiva alimentazione ci si rende conto che questa nostra strana società, superficiale quanto irresponsabile, trascura totalmente l’importanza della salute come strumento nella cultura di base.
Il mondo della formazione scolastica tutto insegna eccetto come conoscere se stessi, i propri meccanismi fisiologici, le leggi naturali che governano la nostra vita e il modo per non ammalarsi. E’ come dare al soldato ogni consegna eccetto ciò che gli serve a restare in vita. La scienza dell’anatomia comparata, lo studio degli istinti, l’immunologia, della giusta alimentazione e del vivere conformi alle nostre vere esigenze chimico-biologiche viene totalmente ignorata, come se la salute fosse un aspetto secondario, un optional della vita, un particolare trascurabile. La materia più importante è considerata non un bagaglio ed una ricchezza che riguarda direttamente ogni singola persona ma solo una cerchia di esperti ai quali affidarsi quando la nostra salute e la nostra stessa vita è in pericolo. E quando i medici per mezzo dei mass media parlano di prevenzione è solo l’invito a fare indagini diagnostiche per verificare, passivamente, la situazione dell’individuo il quale se dovesse risultare negativo può continuare a vivere come sempre, se invece dovesse risultare positivo allora deve incominciare a curarsi o sottoporsi a interventi terapeutici quasi sempre invasivi. In questa prospettiva diagnostica si trascura il fatto che un organismo inquinato può risultare negativo oggi ma un giorno dopo può raggiungere il suo massimo livello di tolleranza e risultare positivo alla malattia.
A scuola si insegna di tutto: la geografia, la storia, l’economia, l’astronomia, la filosofia, la religione, le materie letterarie, quelle tecniche, quelle artistiche, quelle scientifiche e ora l’informatica; praticamente l’individuo risulta esperto di ogni settore dell’immenso scenario delle attività umane, eccetto ciò che gli serve a vivere in buona salute, essere esente da malattie e quindi dal dolore e preservare se stesso anche da una morte prematura. E’ come acquistare il più evoluto dei congegni senza preoccuparsi di avere il libretto delle istruzioni per poi lamentarsi del suo cattivo funzionamento.
Perché succede questo? A chi giova questo stato di cose di un’umanità debole, malaticcia, falcidiata da malattie croniche e bisognosa di cure? L’OMS annovera circa 5000 differenti malattie e 200.000 differenti farmaci per combatterle. Perché nessuno si preoccupa di rendere obbligatoria la scienza dell’alimentazione nelle scuole? Come può l’individuo accettare passivamente di mettere la propria salute e la propria vita nelle mani di persone estranee, che non conoscono la nostra storia personale e che potrebbero anche non essere in grado di guarirci e soprattutto a indicarci la strada per non farci ammalare?
E’ vero che ci sono malattie e situazioni particolari in cui l’individuo non esperto in materia non è in grado di fronteggiare, ma è pur vero che se fosse educato, informato sulle cause vere che portano alla malattia l’attuale scenario apocalittico si ridurrebbe in modo significativo. Vale la pena ricordare che, (secondo dati ufficiali) il 30% dei fattori di rischio per il cancro sono attribuibili proprio alla cattiva alimentazione, specialmente grassi e proteine animali; il 30% al tabacco; il 15% a fattori ereditari; il 5% all’obesità e vita sedentaria, il 3% all’alcool e solo il 2% all’inquinamento ambientale. In USA (dove il 68% di tutte le malattie sono di derivazione alimentare; dove su un totale di 250 milioni di individui, solo 3 milioni risultano in buona salute) il 12% del Pil viene assorbito per curare le malattie dovute appunto alla cattiva alimentazione.
Proviamo ad immaginare quanto dolore, quante energie e quante vite sarebbero risparmiate se la gente adottasse il regime alimentare vegetariano. Ma forse questo non tornerebbe a beneficio di chi da questo stato di cose trae cospicui vantaggi economici.
Franco Libero Manco
26 marzo 2008
Efetti collaterali dei farmaci
Quanti sono a conoscenza che la maggior parte dei farmaci di uso comune hanno "effetti collaterali" non solo sul corpo ma anche sulla psiche?
Siamo così deresponsabilizzati e svuotati interiormente che oltre a delegare quotidianamente ai medici la nostra salute (con i risultati che ben sappiamo), non chiediamo neppure informazioni e delucidazioni sui pericoli e gli effetti controindicati dei medicinali che ci vengono prescritti. Ovviamente non è pensabile che un Medico, dall’alto della sua conoscenza, possa prescriverci un prodotto pericoloso per la salute.
Purtroppo NON esistono in commercio farmaci privi di effetti collaterali anche seri e le statistiche sulla mortalità parlano chiaro: le cause iatrogene (dovute a errori medici) sono una delle prime tre cause di morte nel mondo, assieme al cancro e alle malattie cardiovascolari!
La ricerca statistica (basata su lavori scientifici) pubblicata nel 2003, dal titolo inequivocabile: "Death Medicine", denuncia negli Stati Uniti le seguenti cifre:
* "Reazioni avverse da farmaci in ospedale" provocano ogni anno 106.000 morti;
* "Reazioni da farmaci non in ospedale" --> 199.000 morti;
* "Gli errori medici" --> 98.000 morti.
Le reazioni avverse di farmaci prescritti da dottori, provocano (negli Stati Uniti) oltre 300.000 morti ogni anno!
Quando andiamo a “farci guarire” dal dottore, invece di ringraziarlo con reverenza per il tempo dedicatoci, uscendo soddisfatti dallo studio stringendo nelle mani ricette miracolose, impariamo a fare domande e a pretendere soprattutto delle risposte, perché questo ci potrebbe salvare la vita.
Per capire qual è la situazione oggi, ecco qualche esempio estrapolato dal libro del dottor Andrew Weil: “Dal cioccolato alla morfina: tutto quello che c’è da sapere sulle sostanza che alterano la mente”, ed. Arcana.
Stampate e portate al vostro medico di base…
Antistaminici
Alcune reazioni allergiche vengono mediate da una sostanza endogena denominata istamina che influisce in modo rilevante su nervi, vasi sanguigni e altri tessuti. Nel tentativo di eliminare i sintomi allergici, i farmacologi hanno creato numerosi farmaci sintetici per bloccare l'azione dell'istamina. Sono molti gli antistaminici attualmente disponibili; in dosaggi elevati vengono prescritti dal medico, ma in dosi ridotte sono venduti come farmaci da banco: alcuni dei più diffusi sono la difenidramina (Benadryl), la clorfeniramina (Teldrin, Chlor Trimeton), la bromfeniramina (Dimetane), la desclorfeniramina (Polaramine), la tripelennamina (PßZ, Piribenzamina), la tripolidina (Actidil), la prometazina (Fenergan), la pirilamina e la doxilamina.
Gli antistaminici sono dei farmaci forti che influiscono su vari apparati dell'organismo, ma spesso non sono così efficaci nell'azione che dovrebbero svolgere: contrastare l'istamina ed eliminare le allergie. Il sistema nervoso centrale è particolarmente sensibile agli antistaminici. Questi farmaci provocano spesso delle profonde alterazioni dello stato d'animo, e non in meglio: rendono depressi, acidi, apatici e incapaci di ragionare in modo chiaro. Alcuni di essi sono chimicamente affini ai tranquillanti forti (come la Torazina ) e producono effetti analoghi sull'umore. La sedazione a cui danno luogo gli antistaminici potrebbe interferire nella guida di autoveicoli o in altre attività che richiedono concentrazione, capacità di ragionamento e buoni riflessi.
Tali effetti si intensificano con l'uso contemporaneo di alcol e altri sedativi. Di recente sono stati prodotti degli antistaminici che non entrano nel cervello: il più noto è la terfenadina (Seldane). Non causa sedazione e depressione, ma spesso dà mal di testa e altri effetti collaterali sgradevoli e inoltre è molto più costoso dei vecchi antistaminici.
Nonostante la tendenza a mettere il consumatore di cattivo umore, gli antistaminici sono tra i farmaci più consumati in assoluto: né i medici né i pazienti li vedono come sostanze psicotrope. Inoltre, gli antistaminici sono ingredienti comuni di molti preparati da banco, come i farmaci per il raffreddore e sonniferi; a volte vengono addirittura spediti per corrispondenza come campioni gratuiti. Chiunque soffra di depressione cronica e letargia dovrebbe accertarsi che non sta consumando queste sostanze chimiche sotto qualche forma. Chi soffre di allergia dovrebbe poi sapere che i sintomi allergici spesso rispondono a terapie non farmacologiche, come cambiamenti di dieta e stato d'animo: in questo modo si può interamente evitare l'assunzione di antistaminici.
Alcuni farmaci di questa categoria sono usati specificamente per prevenire il mal d'auto. Il dimenidrinato (Dramamine) è il più noto di questi. Come i suoi farmaci affini, dà spesso sonnolenza e uno stato d'animo sgradevole.
Per quanto sia strano, esiste un antistaminico che viene utilizzato da alcune persone, soprattutto tossicodipendenti, per sballarsi: è la tripelennamina, venduta con i nomi commerciali di PBZ e Piribenzamina. (…)
Un’assunzione di antistaminici in dosi elevate o per lunghi periodi appare dissennata. Questi farmaci, invero, producono tossicità nel corpo e nessuno dovrebbe perdere più tempo del necessario con lo stato d'animo che producono.
Corticosteroidi (cortisone e affini)
Oltre a produrre l'adrenalina, le ghiandole surrenali secernono altri ormoni che controllano il metabolismo e la chimica corporea: questo gruppo di ormoni proviene dallo strato esterno della ghiandola, o corteccia, e quello principale viene pertanto denominato cortisone. Il cortisone e le sue sostanze affini hanno tutti una struttura molecolare caratteristica denominata nucleo steroide (che condividono con gli ormoni sessuali maschili e femminili descritti più avanti in questo capitolo). La farmacologia ha ormai imparato a produrre numerosi medicinali semisintetici con questa stessa struttura, a partire dal materiali grezzi che si trovano in certe piante. Come gruppo, questi farmaci si chiamano corticosteroidi, o semplicemente steroidi: sia quelli endogeni, sia quelli prodotti dall'uomo.
Uno degli effetti più manifesti dei corticosteroidi è quello di ridurre l'infiammazione e alcune reazioni allergiche, come le eruzioni cutanee. In alcuni nuovi steroidi creati in laboratorio dalla farmacologia tale azione è stata portata al livello massimo. (…)
I medici prescrivono spesso gli steroidi anche per uso sistemico, cioè per essere assunti internamente. Esistono delle indicazioni chiare per questo utilizzo, ma dato che gli steroidi sembrano avere quasi dei poteri magici, i medici tendono a prescriverli in modo eccessivo, a volte somministrandoli per casi blandi come irritazioni da edera del diavolo o da pannolini, mal di schiena e altre patologie non abbastanza gravi da legittimarne l'uso.
Il problema è che l'utile proprietà antinfiammatoria degli steroidi costituisce solo una delle varie azioni di questi potenti ormoni: anzi, anche a dosi moderate gli steroidi sistemici possono sconvolgere in modo drastico l'equilibrio chimico dell'organismo e dare luogo a grave tossicità, fino al decesso. Possono inoltre arrestare la produzione da parte del corpo dei suoi stessi steroidi e le conseguenze possono essere: aumento di suscettibilità, ma anche stress e infezione.
Gli effetti collaterali negativi degli steroidi sono ben noti ai medici, ma poca attenzione viene prestata alla loro psicoattività. Questi farmaci possono dar luogo a euforia estrema, simile alla fase maniaca della psicosi maniaco-depressiva: in questi casi, la capacità di giudizio può essere fortemente limitata e il comportamento può farsi irregolare e illogico. Con l'uso continuato, questa euforia iniziale può trasformarsi in intensa depressione. Gli steroidi possono rendere psicotici alcuni individui o far venire loro manie suicide. Non tutti coloro i quali assumono steroidi sistemicamente hanno queste gravi reazioni, ma probabilmente molti subiscono dei sottili cambiamenti d'umore: nervosismo, insonnia, depressione e altre alterazioni mentali a lungo andare diventano comuni. Chi ha già avuto problemi psichiatrici dovrebbe essere cauto nel prendere gli steroidi. Tutti, nondimeno, dovrebbero poi sapere che questi composti sono tra i farmaci più forti che si conoscano e andrebbero quindi circoscritti alla cura di malattie davvero gravi.
Farmaci gastrointestinali
Uno dei farmaci più diffusi per la terapia dei crampi intestinali e della diarrea è il Lomotil, una combinazione di un oppiaceo denominato difenoxilaio e di atropina, uno degli elementi costituenti delle solanacee: entrambe riducono il movimento degli intestini paralizzando i nervi che li controllano. Il difenoxilato è una sostanza chimica strettamente imparentata con la meperidina (Demerol), uno dei narcotici medici più forti. Analogamente al suo parente, il difenoxilato può determinare la depressione del sistema nervoso, che può essere intensificata dall'uso simultaneo di altri sedativi; può anche dare euforia e dipendenza. Molti pazienti che assumono il Lomotil per problemi intestinali avvertono degli effetti narcotici sull'umore, ma non hanno minimamente idea del fatto che stanno prendendo un oppiaceo.
L’atropina in sé ha psicoattività limitata a basse dosi: quasi tutti la trovano sgradevole a dosi elevate. Alcuni farmaci di combinazione mescolano l'atropina con altri derivati delle solanacee, compresa la scopolamina: il principale principio psicotropo della famiglia delle solanacee. Il Donnatal è un esempio di tale miscela che include altresì del fenobarbital come sedativo. I medici somministrano spesso questi farmaci ai pazienti, soprattutto a chi soffre di ulcera, crampi gastrointestinali e disturbi urinari. E’ raro che medici o pazienti considerino il potenziale di queste terapie nell'alterare stato d'animo e pensiero, ma, come rilevato nel capitolo sui deliranti, i farmaci derivati dalle solanacee possono influenzare profondamente il cervello. L’effetto psicotropo che viene notato più facilmente è con ogni probabilità il torpore, anche se nel tempo o ad alte dosi possono causare cambiamenti ben più bizzarri.
Broncodilatatori
I broncodilatatori sono farmaci che aprono le vie aeree nell'apparato respiratorio. Sono molto prescritti, sotto forma di compresse e spray da inalazione a pazienti con asma per alleviare il respiro affannoso e la difficoltà di respirare, caratteristiche della malattia. Gran parte di questi farmaci agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, che regola le pareti muscolari dei tubi bronchiali: di conseguenza, oltre all'effetto voluto, di norma provocano eccitazione, ansia, irrequietezza e insonnia. Il paziente non gradisce questi effetti collaterali, ma se vuole respirare non ha alternativa a tali farmaci.
Un altro problema dei broncodilatatori stimolanti è la loro forte predisposizione a causare la dipendenza: quando l'effetto di una dose svanisce, la costrizione bronchiale aumenta in reazione al farmaco, rendendo necessarie altre dosi. Gli asmatici inalano spesso i broncodilatatori durante tutto il giorno, oltre a prenderli regolarmente per via orale: tale frequenza d'uso accresce i rischi di assuefazione e cambiamento d'umore.
Uno dei farmaci più ampiamente prescritto in questa categoria, la teofillina, viene tenuto sotto attento esame come possibile causa di comportamenti violenti e singolari. La teofillina è il principio attivo del tè ed è un parente stretto della caffeina. Per molti anni molti asmatici hanno ingerito grosse dosi giornaliere di questo stimolante, che un tempo veniva considerato un farmaco sicuro ed efficace. Ora, invece, è sempre più comprovato che tale sostanza può produrre cambiamenti comportamentali seri, di conseguenza i suoi giorni d'uso nella terapia medica stanno per finire.
Analgesici "blandi”
I farmacologi non sono riusciti a produrre degli analgesici (antidolorifici) di forza media per colmare il divario tra aspirina e morfina. Ci hanno fornito molti derivati degli oppiacei che, a loro giudizio, sono più efficaci dell'aspirina, ma più sicuri e meno capaci di dare dipendenza rispetto alla morfina. Se tali farmaci sono efficaci nel controllare il dolore, tuttavia, esercitano sempre una forte attrattiva sugli oppiomani ed è quindi verosimile che portino alla dipendenza.
Uno di questi farmaci è il propossifene (Darvon), un analgesico da prescrizione ampiamente utilizzato negli ultimi anni. A volte, per aumentarne l'efficacia, viene combinato con aspirina e caffeina. Malgrado le dichiarazioni dei suoi entusiasti produttori, gran parte dei medici e dei pazienti hanno riscontrato che il Darvon non è poi molto più valido dell'aspirina: anzi, alcuni ritengono persino che quando tale sostanza viene mescolata con l'aspirina, sia quest'ultima a svolgere la maggior parte del lavoro. Inoltre il potenziale di abuso del Darvon è analogo a quello degli analgesici narcotici forti. C'è voluto del tempo perché i medici riconoscessero l'esistenza dell'abuso di Darvon, ma adesso la conoscono bene e sono molto più cauti nel somministrarlo.
Oltre ai farmaci di queste categorie, molti altri medicinali da prescrizione hanno effetti psicotropi, malgrado medici, farmacologi e produttori non li riconoscano. A volte questi affetti si manifestano in molti pazienti che assumono il farmaco, a volte invece solo in pochi. Se si comincia una terapia di farmaci prescritti dal medico e si prova sonnolenza, depressione, stati di ebbrezza, sogni insoliti e altri cambiamenti umorali che non si riescono a spiegare altrimenti, il responsabile di questi disturbi potrebbe essere proprio il farmaco. Per provarlo occorrerebbe sospenderne l'assunzione e, dopo un certo intervallo, ricominciare per vedere se esiste una relazione tra questo e i sintomi.
PREPARATI DA BANCO
Sciroppi per la tosse
Gli sciroppi per la tosse da banco sono di varia composizione. Alcuni non contengono alcuna sostanza manifestamente psicotropa. Altri hanno invece noti sedativi come alcol e cloroformio, stimolanti come la pseudoefedrina, antistaminici o derivati degli oppiacei considerati come non narcotici. A volte chi cerca disperatamente un po'di droga e non riesce ad avere nulla di meglio, arriva a consumare grosse dosi di questi preparati tentando di sballarsi.
Il principale sedativo da banco della tosse è una sostanza denominata destrometorfano, un parente della codeina che calma il nucleo della tosse, ma che in teoria non produce euforia, dipendenza o altri effetti caratteristici dei narcotici. Alcuni, tuttavia, la assumono proprio per inebriarsi. Si trova nello sciroppo Robitussin e nelle compresse per il raffreddore Coricidin (red devils, triple-Cs), ma può essere venduto anche sul mercato di strada in forma pura come destrometorfano (DXM). I consumatori ne assumono grandi quantità per ottenere uno stato da zombie chiamato dexing o robotripping. Il potenziale di assuefazione e i danni medici prodotti da un uso eccessivo di destrometorfano sono ancora ignoti.
Farmaci per il raffreddore
Una larga percentuale nella vendita dei farmaci da banco è rappresentata da capsule e compresse per alleviare i sintomi del raffreddore. Come per gli sciroppi per la tosse, i farmaci per il raffreddore sono un miscuglio di formule di varia efficacia. Gli ingredienti comuni sono: antistaminici, aspirina e altri analgesici, medicinali derivati dalle solanacee per asciugare la secrezione eccessiva nel naso e in gola, caffeina e pseudoefedrina o sinefrina per compensare gli effetti sedativi degli altri ingredienti. Di norma queste miscele sono confezionate in compresse multicolori e capsule sgargianti perché appaiano esotiche ed efficaci. E’ poi opinabile se influiscano sul corso del raffreddore o ne riducano considerevolmente i sintomi.
Quel che è certo è che i farmaci da banco per il raffreddore possono influire sull'umore, di solito in modo spiacevole. Metodi alternativi per la cura del raffreddore, e quindi per evitare tali problemi, sono un bagno caldo, bere liquidi, mangiare di meno, riposare di più e diminuire stress e stimolazione.
Decongestionanti nasali
Uno degli effetti fisici degli stimolanti è quello di contrarre i vasi sanguigni nel naso e nei seni. Tale costrizione restringe questi tessuti, consentendo all'aria di passare liberamente. L’effetto è temporaneo e, quando l'effetto stimolante svanisce, di solito viene seguito da una reazione opposta detta “rimbalzo", nella quale i passaggi nasali diventano più bloccati di prima. Si tratta di un modello analogo a quello che si verifica con i farmaci broncodilatatori descritti in precedenza.
I primi inalanti nasali contenevano delle strisce di carta impregnate dianfetamina. Chi li assumeva provava una stimolazione generica: qualcuno provava ebbrezza, altri ne diventavano dipendenti. Alcuni, poi, aprivano addirittura il contenitore per estrarne l'anfetamina e assumerla in altri modi. Alla fine i produttori smisero di utilizzare l'anfetamina per gli inalanti nasali e la sostituirono con altre sostanze, in teoria meno stimolanti e con meno capacità di dare assuefazione.
Oggi gli inalanti e gli spray da banco per sbloccare il naso chiuso non sono considerati psicotropi: alcuni inalanti non contengono droghe ma solo sostanze aromatiche come il mentolo. Possono essere piacevoli da usare, ma non sono affatto efficaci come le sostanze chimiche che costringono i vasi sanguigni. Indubbiamente gli spray e gli inalanti che invece contengono droghe funzionano nel breve termine, ma, malgrado i produttori sostengano il contrario, sono tuttora stimolanti e danno spesso dipendenza.
Non tutti provano una sensazione di stimolazione generica da questi prodotti, ma solo coloro che arrivano a farne uso abitualmente. Probabilmente un rischio maggiore di dipendenza sorge dalla natura temporanea del sollievo che danno: se si continua a usarli per far fronte al "rimbalzo” che segue alla dose iniziale, in breve non si riuscirà più a respirare senza. I preparati ad azione più lunga possono essere più sicuri, da questo punto di vista.
Sono disponibili anche alcune forme di decongestionanti orali, per esempio la pseudoefedrina (Sudafed), un parente stretto dell'efedrina stimolante naturale: questa viene immessa in bocca e non nel naso, quindi è meno probabile che causi il "rimbalzo” e la conseguente dipendenza, ma per alcuni consumatori, e ad alte dosi, risulta decisamente stimolante. Anche la sinefrina, un prodotto ricavato dall'arancia amara, è stimolante.
Inibitori dell'appetito
Abbiamo già menzionato queste forme orali di stimolanti. Fino a poco tempo fa contenevano efedrina, a volte associata a caffeina, e vengono confezionati o denominati in modo da sembrare anfetamina.
Uppers da banco
La caffeina pura viene venduta in molte farmacie (per molto più di ciò che vale) con forme fuorvianti che sembrano alludere a potenti anfetamine: per esempio, un prodotto denominato Caffedrine, venduto in capsule grigio-bianche a rilascio graduale e che ha lo stesso aspetto del Dexamyl farmaceutico. Sicuramente chi lo compra lo rivenderà poi sul mercato illegale come Dexamyl ad acquirenti ignari. Prodotti meno recenti e ingannevoli sono il Vivarin, e il NoDoz, sotto forma di semplici compresse bianche. Se questi prodotti risultano più efficaci del caffè o del tè è solo perché la gente ha fiducia nelle pillole.
Downers da banco
Nelle farmacie è disponibile anche tutta una gamma di prodotti che favoriscono il sonno di notte (Nytol, Sominex, Unisom). Vengono diffusamente prescritti come sostituti da banco dei più forti tranquillanti minori e dei sonniferi. Tutti contengono antistaminici: di norma difenidramina (Benedryl), pirilamina o doxilarnina. Come già rilevato, queste sostanze non sono innocue e tendono a influire sulle funzioni mentali in modo sgradevole: danno sonnolenza, ma possono produrre anche depressione e possono dare assuefazione.
Noi siamo favorevoli a rimedi meno tossici per l'insonnia: per esempio fare più esercizio fisico durante il giorno, diminuire l'uso degli stimolanti, soprattutto di sera (ricordate di leggere le informazioni di ogni analgesico, pasticca per il raffreddore e altri medicinali per vedere se contengono caffeina o stimolanti vari), tecniche di rilassamento, bagni caldi e semplici integratori alimentari come compresse di calcio e magnesio: molti trovano rilassanti, se prese prima di andare a letto.
Analgesici
Gli antidolorifici non narcotici non influiscono direttamente sul cervello, tuttavia possono cambiare considerevolmente lo stato d'animo riducendo il fastidio e quindi tendenza a dare assuefazione. Gli analgesici da banco ordinari, come l'aspirina e l'acetaminofene (Tilenol), sono medicinali efficaci per un uso occasionale, ma quando il dolore persiste occorrerebbe cercare di identificare e curare le cause, piuttosto che fare affidamento su questi farmaci. Alcuni composti analgesici contengono unicamente caffeina per l’effetto stimolante e di tonico dell’umore.
Marcello Pamio
14 marzo 2008
Raggiungere i propri desideri attraverso i sogni
Una meditazione per dormire
Quali sono le forze che ognuno di noi potrebbe attivare per attirare qualsiasi cosa nella propria vita, come la salute, il corpo desiderato, il partner ideale, amici piacevoli, un lavoro appagante, il denaro necessario per fare tutto ciò che vogliamo fare, una vita spirituale … e in che modo i sogni mi possono essere d’aiuto in questo?
Raggiungere i propri desideri attraverso i sogni
Le emozioni e i pensieri sono forza dinamica
I pensieri e i sentimenti sono la forza dinamica che hanno il potere di attrarre, attraverso la legge della risonanza, situazioni, cose e persone simili. Ogni pensiero crea un campo elettromagnetico e questo campo possiede oltre all’intensità - la quale indica quant’è forte l’emozione - anche un contenuto. Se il contenuto di questi pensieri ed emozioni è basato sulla paura, incontreremo persone che hanno paura. Se abbiamo pensieri di mancanza e povertà, ci imbatteremo ripetutamente in situazioni di indigenza. Se invece siamo felici e contenti incontreremo persone con cui sarà più facile divertirsi. “Quando porto dentro di me il sapere di esser sano, non mi ammalerò fino alla mia morte. E quando so che c’è abbondanza , anch’io avrò più di quel che mi serve ...”
Questo sapere lo ritroviamo nelle diverse filosofie e religioni: “All’inizio c’era la parola”, “L’uomo è quello che pensa”, ecc. L’origine è sempre un pensiero o un atto d’immaginazione.
Detto così può sembrar difficile da credere. Ma durante i nostri seminari CreativPower constatiamo sempre più spesso che se si passa dall’ascolto delle parole ai fatti, questo sapere non rimane soltanto teoria, un desiderio o un qualcosa di recepito dall’esterno, ma bensì una conoscenza proficua , un esperienza che lascia dei segni nel nostro campo morfico e nella nostra aura per diventare parte integrante della nostra personalità. Per capire in modo approfondito come funziona questa legge, è sicuramente utile lavorare sulla propria coscienza: capire come funziona, capire la sua neutralità nei confronti degli accadimenti, sia positivi che negativi; capire che le emozioni si possono scegliere e che non siamo le nostre emozioni ecc. Anche queste conoscenze dovremmo sperimentarle sulla nostra pelle per poterle integrare poi definitivamente nel nostro campo morfico.
Il sogno, la linea ad alta velocità in fibra ottica collegata con l’inconscio
Non dovremmo illuderci di poter diventare ricchi immaginandoci ricchi e allo stesso tempo pensando in continuazione ai nostri debiti e alle rate da pagare - quelle che ci fanno sudare freddo. Il pensiero e le emozioni devono lavorare in un unica direzione perché la forza psicocinetica possa manifestarsi realmente.
Per superare i circoli viziosi dei pensieri e delle emozioni possiamo usare benissimo anche i sogni per comunicare direttamente e ad alta velocità con il nostro inconscio. Il sogno rispecchia per un verso lo stato attuale della nostra personalità e ci fornisce continuamente informazioni preziose dal nostro inconscio, e dall’altro ci da la possibilità di lavorare all’interno e sul sogno stesso per ottenere effetti diretti sul nostro inconscio e la nostra personalità.
Meditazione per dormire
Per questa ragione vi consiglio qui una meditazione che potete fare prima di addormentarvi, in modo che il tema stesso venga poi ripreso dall’inconscio. Quanto più intensamente penserete al tema che avete scelto prima di coricarvi – magari ne discutete ancora un po’con una persona o leggete un libro – quanto più efficace sarà poi la meditazione e l’effetto sulla vostra personalità. Esiste solo una “controindicazione”: se il tema tocca intensamente la sfera emozionale può accadere che qualcuno abbia difficoltà ad addormentarsi. In questi casi vi conisglio di fare solo la meditazione.
Sdraiatevi sul letto, chiudete gli occhi e godete questo momento di pace, di armonia e riservatezza… Ora respirate consapevolmente per 7 volte, allungando la fase di espirazione e riducendo quella di inspirazione… Concentratevi adesso sul vostro corpo, il peso delle vostre gambe, il peso del vostro tronco, quello delle vostre braccia e mani, il peso della vostra testa. Percepite come il corpo sprofonda nel materasso creando una culla, in modo da sentirvi completamente rilassati e protetti… Ringraziate ora per tutto quanto di bello avete potuto viver in questa giornata…. Adesso iniziate a pensare al vostro tema, al vostro obiettivo che volete raggiungere attraverso un’immaginazione, una fantasia. Cercate di vivere quello che desiderate con tutte le emozioni e tutto il cuore, per poi addormentarvi. Per esempio: se desiderate esser felici potreste immaginare che vi sveglierete la mattina con un sorriso, ringraziando già la mattina per tutto quello che avete, ad esempio per gli occhi che vedono bene, le gambe che sono agili ecc., per la bellissima giornata; immaginatevi pieni di gioia, che vi alzate e fate colazione con tanto gusto, con assoluta calma e con un sorriso interiore, poi immaginate come passerete il resto della giornata, per singoli passi, sempre felici, contenti; percepite la bellezza del sole, il sorriso di altre persone ecc. E così, tranquilli, appagati … vi addormentate con il desiderio e la sicurezza che tutte queste immagini diverranno la vostra realtà.
La mattina seguite il procedimento - come già descritto nelle precedenti edizioni - per ricordavi dei sogni e poi cercate di leggere ed interpretare i vostri sogni secondo il tema che avete scelto per la meditazione della sera prima. Questo procedimento va seguito per almeno 21 giorni e fino ad un mese. Per certi temi può servire dell’altro tempo. Questo piccolo seme inizierà a crescere, diventerà una piccola gemma, finché tutto il vostro Essere apparirà come un bellissimo fiore splendidamente colorato.
Paul Kircher
01 marzo 2008
Sport & Salute
Considerare lo sport come mezzo di guarigione e come valido sostituto farmaceutico per i malesseri più comuni, non è uno slogan pubblicitario ma una realtà che può essere utile a tutti.
Cattiva circolazione
Gambe gonfie, affaticate, spesso doloranti… e la sera poi, tutti queste condizioni che tendono a peggiorare, aumentando il disagio e la tensione nervosa.
L’attività motoria, meglio se ad intensità moderata, favorisce la circolazione sanguigna, specie quella degli arti inferiori e nel giro di poco tempo, i risultati sono davvero notevoli.
Se poi scegliete l’acquagym, i benefici raddoppiano in quanto l’acqua fresca ha un immediato effetto vasocostrittore ed esercita una efficace “ginnastica interna” sulla parete muscolare di vene e arterie che si sommano agli effetti dell’allenamento vero e proprio…
Dolori mestruali
Anche se molte donne non hanno voglia di fare del moto in quei giorni, l’attività motorie è invece di aiuto perché lenisce i dolori che si accumulano nella zona lombare e questo perché l’esercizio migliora l’irrorazione del distretto muscolare stimolato. Anche in questo caso però, l’attività migliore è quella eseguita a bassissima intensità…
Mal di testa e torcicollo
Spesso posture sbagliate mantenute per tempi lunghi, ma anche scarsa mobilità del tratto cervicale o scarso sviluppo della muscolatura del tronco, addome e schiena, possono essere la causa di fastidiosi mal di testa e torcicollo. In questi casi, le cattive abitudini si combattono con lo stretching perché aiuta a riacquistare l’elasticità muscolare e la mobilità articolare necessaria alla buona salute di collo e testa.
Pressione bassa
È importante sapere che l’attività motoria aumenta la pressione differenziale (l’intervallo tra il valore minimo e quello massimo), ma se l’intensità è contenuta e lo sforzo non supera i 30-40’ complessivi, l’allenamento aiuta a riequilibrare la pressione. Assolutamente da evitare gli esercizi che richiedono il mantenimento della posizione (isotonici), questo perché il richiamo del sangue al muscolo tenuto sotto sforzo porta ad un ulteriore abbassamento pressorio…
Stress & Ansia
Il movimento aiuta a smaltire la tensione nervosa e le tossine accumulati durante la giornata. L’attività fisica, aumenta la produzione di serotonina, un ormone che agisce come tranquillante. Attenzione però, se l’attività motoria è troppo intensa, potrebbe rovinare il sonno…
Fonte: alltrainer.it