31 marzo 2008

Il 'sesto senso' esiste, ed è per le calorie


I circuiti cerebrali della ricompensa hanno funzioni non ancora identificate relative alla rilevazione di segnali gastrointestinali e metabolici
PAROLE CHIAVE
dolcificanti recettori per il dolce obesi
Il cervello può "sentire" le calorie nel cibo indipendentemente dai meccanismi del gusto, lo prova una ricerca condotta su topi da un gruppo di biologi del Duke University Medical Center.

I ricercatori, che illustrano il loro studio in un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista "Neuron", hanno scoperto che il sistema cerebrale della ricompensa è attivato da una sorta di "sesto senso"

Come spiegano Ivan de Araujo e colleghi, nell'esperimento sono stati utilizzati topi geneticamente modificati in modo che il recettore cellulare che permette di rilevare il gusto dolce mancasse di una proteina essenziale, rendendoli così "ciechi" rispetto alla sensazione di dolce.

Successivamente hanno sottoposto i topi così modificati e un gruppo di topi normali a test in cui venivano loro somministrate soluzioni di zucchero e di dolcificanti non calorici. Nei test i topi insensibili al gusto dolce preferivano comunque il liquido calorico; è risultato anche che in tutti i topi i circuiti cerebrali della ricompensa e i livelli di dopammina venivano attivati dall'assunzione calorica, indipendentemente dalla capacità di sentirne il gusto.

"Abbiamo mostrato che il sistema della ricompensa, che in precedenza era stato associato con la rilevazione di un valore di ricompensa da parte dei composti gustativamente gradevoli, risponde al valore calorico dello zucchero in assenza del segnale proveniente dai recettori del gusto", ha osservato de Araujo. "Quindi questi circuiti cerebrali non codificano solamente l'impatto correlato alla gradevolezza dei cibi, ma possono eseguire funzioni non ancora identificate che comprendono la rilevazione di segnali gastrointestinali e metabolici."
La scoperta, osservono i ricercatori, ha importanti implicazioni per la comprensione della patogenesi dell'obesità.

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