Nessuno può negarlo, la cosa più importante della vita è…la vita, ma senza la salute la vita spesso diventa un inferno. La cosa più importante non è avere una casa, un lavoro, un amore o amici su cui contare, ma la salute, e solo quando questa viene a mancare ci si accorge della sua preziosità. Infatti se uno ha una casa, un buon lavoro, un amore e anche amicizie ma è preda di una terribile malattia tutto si vanifica, ogni cosa perde di significato, di valore, di importanza: è come se tutto intorno si dissolvesse e nulla più fosse in grado di renderci sereni e felici. L’amore, gli amici, il denaro possono renderci la malattia meno gravosa ma ciò che ci realizza passa inevitabilmente attraverso la buona salute. Si può essere la persona più facoltosa della terra, si può avere un lavoro altamente gratificante, si può essere ai vertici del sistema dirigenziale, si può essere capi di stato o di governo ma se non si è in buona salute si diventa deboli, fragili e bisognosi di tutto. Tra l’ottima salute, la ricchezza, la bellezza o la notorietà chiunque sceglierebbe la prima.
Ognuno di noi, impegnato nel sociale, rivendica l’importanza e la priorità del proprio settore. C’è chi è convinto che la cosa più grave ed urgente è lottare contro l’aumento delle tasse; chi contro le vittime del traffico, chi contro gli abusi e le bugie delle grandi lobby farmaceutiche, chi contro le droghe, chi contro l’alcol, chi contro l’emarginazione, chi contro l’inefficienza dei trasporti, degli ospedali, chi contro l’inquinamento atmosferico, chi contro le estorsioni ecc. ecc. ma per poter lottare contro ogni ingiustizia occorre essere in vita, in salute, altrimenti tutto viene a vanificarsi. Se poi si considera che il 34% dei tumori (che solo in Italia causano 170.000 morti all’anno, altro che incidenti automobilistici!) sono direttamente attribuibili alla cattiva alimentazione ci si rende conto che questa nostra strana società, superficiale quanto irresponsabile, trascura totalmente l’importanza della salute come strumento nella cultura di base.
Il mondo della formazione scolastica tutto insegna eccetto come conoscere se stessi, i propri meccanismi fisiologici, le leggi naturali che governano la nostra vita e il modo per non ammalarsi. E’ come dare al soldato ogni consegna eccetto ciò che gli serve a restare in vita. La scienza dell’anatomia comparata, lo studio degli istinti, l’immunologia, della giusta alimentazione e del vivere conformi alle nostre vere esigenze chimico-biologiche viene totalmente ignorata, come se la salute fosse un aspetto secondario, un optional della vita, un particolare trascurabile. La materia più importante è considerata non un bagaglio ed una ricchezza che riguarda direttamente ogni singola persona ma solo una cerchia di esperti ai quali affidarsi quando la nostra salute e la nostra stessa vita è in pericolo. E quando i medici per mezzo dei mass media parlano di prevenzione è solo l’invito a fare indagini diagnostiche per verificare, passivamente, la situazione dell’individuo il quale se dovesse risultare negativo può continuare a vivere come sempre, se invece dovesse risultare positivo allora deve incominciare a curarsi o sottoporsi a interventi terapeutici quasi sempre invasivi. In questa prospettiva diagnostica si trascura il fatto che un organismo inquinato può risultare negativo oggi ma un giorno dopo può raggiungere il suo massimo livello di tolleranza e risultare positivo alla malattia.
A scuola si insegna di tutto: la geografia, la storia, l’economia, l’astronomia, la filosofia, la religione, le materie letterarie, quelle tecniche, quelle artistiche, quelle scientifiche e ora l’informatica; praticamente l’individuo risulta esperto di ogni settore dell’immenso scenario delle attività umane, eccetto ciò che gli serve a vivere in buona salute, essere esente da malattie e quindi dal dolore e preservare se stesso anche da una morte prematura. E’ come acquistare il più evoluto dei congegni senza preoccuparsi di avere il libretto delle istruzioni per poi lamentarsi del suo cattivo funzionamento.
Perché succede questo? A chi giova questo stato di cose di un’umanità debole, malaticcia, falcidiata da malattie croniche e bisognosa di cure? L’OMS annovera circa 5000 differenti malattie e 200.000 differenti farmaci per combatterle. Perché nessuno si preoccupa di rendere obbligatoria la scienza dell’alimentazione nelle scuole? Come può l’individuo accettare passivamente di mettere la propria salute e la propria vita nelle mani di persone estranee, che non conoscono la nostra storia personale e che potrebbero anche non essere in grado di guarirci e soprattutto a indicarci la strada per non farci ammalare?
E’ vero che ci sono malattie e situazioni particolari in cui l’individuo non esperto in materia non è in grado di fronteggiare, ma è pur vero che se fosse educato, informato sulle cause vere che portano alla malattia l’attuale scenario apocalittico si ridurrebbe in modo significativo. Vale la pena ricordare che, (secondo dati ufficiali) il 30% dei fattori di rischio per il cancro sono attribuibili proprio alla cattiva alimentazione, specialmente grassi e proteine animali; il 30% al tabacco; il 15% a fattori ereditari; il 5% all’obesità e vita sedentaria, il 3% all’alcool e solo il 2% all’inquinamento ambientale. In USA (dove il 68% di tutte le malattie sono di derivazione alimentare; dove su un totale di 250 milioni di individui, solo 3 milioni risultano in buona salute) il 12% del Pil viene assorbito per curare le malattie dovute appunto alla cattiva alimentazione.
Proviamo ad immaginare quanto dolore, quante energie e quante vite sarebbero risparmiate se la gente adottasse il regime alimentare vegetariano. Ma forse questo non tornerebbe a beneficio di chi da questo stato di cose trae cospicui vantaggi economici.
Franco Libero Manco
28 marzo 2008
La cosa più importante della vita
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