Un antico rimedio per curare le ferite infette era quello di spalmarvi sopra del miele. Recentemente la scienza medica ha riscoperto questo prezioso alimento e il suo utilizzo sempre più diffuso ha dato vita a numerosi studi volti a confermare le sue proprietà antibatteriche e a documentarne l'importanza e il ruolo nel trattamento delle ferite. Da tutti questi studi sono emersi dati interessanti. E' stato dimostrato che il miele favorisce la guarigione e la riduzione della contaminazione batterica in pazienti con ferite aperte o infette. Il miele è stato utilizzato in interventi di fissazione degli innesti cutanei e nel trattamento delle ulcere da pressione le quali possono addirittura scomparire. Ricercatori gallesi fanno inoltre sapere che applicando il miele sulle ustioni si prevengono le infezioni. Altri ricercatori consigliano a chi si sottopone ad un intervento chirurgico di chiedere i chirurghi di applicare del miele sulle ferite postoperatorie. Le sue proprietà derivano dalla capacità del miele di stimolare la produzione delle citochine (proteine molto importanti nella risposta immunitaria) e dei monociti (cellule del sistema immunitario). Durante la sperimentazione, effettuata con miele di Manuka, è stato isolato un componente che stimola la produzione di TNF-alpha (citochina proinfiammatoria sintetizzata in seguito a stimoli infiammatori e infettivi). Grazie a questa scoperta si potrebbero sviluppare delle terapie per la guarigione di ferite acute e croniche. Il miele di Manuka deriva dai fiori del Lptospermum scoparium, originario della Nuova Zelanda e dell'Australia, utilizzato anche nella medicina tradizionale Maori. Le proprietà mediche e anitibatteriche del miele ne fanno un efficace medicamento contro ustioni e ulcere croniche, come ad esempio il piede diabetico. Questo è stato evidenziato in due diversi studi, uno neozelandese della University of Auckland ed uno statunitense della University of Wisconsin. Già nell'antichità il miele era ampiamente utilizzato per la rimarginazione delle ferite. Antichi papiri egizi riguardanti le tecniche chirurgiche lo citano come rimedio, così come anche testi greci, cinesi e della medicina ayurvedica tradizionale. Più recentemente, nella seconda guerra mondiale, bendaggi al miele erano comunemente usati come antibiotici locali. Lo studio condotto dal ricercatore neozelandese Andrew Jull, suggerisce di spalmare il denso liquido ambrato sulle ustioni per ridurre il tempo di guarigione della lesione; nel migliore dei casi si arriva ad anticipare la rimarginazione di quasi quattro giorni. Invece Jennifer Eddy, che sta completando uno studio sull'uso del miele nel trattamento contro le ulcere da piede diabetico all'Università del Wisconsin, afferma che i pazienti potrebbero ritenerlo parte di una terapia alternativa o per lo meno prenderlo in considerazione in seguito ad una reazione avversa ad altri trattamenti locali. Il miele secca le ferite e contiene perossido di idrogeno: entrambe queste proprietà contribuiscono all'eliminazione dei batteri. “L'uso topico del miele è più economico di altri interventi, ad esempio degli antibiotici orali, comunemente utilizzati e che spesso hanno effetti collaterali deleteri per il paziente”, spiega la Eddy. Il dolce fluido prodotto delle api è dunque un vero toccasana per la nostra salute: non solo cura raffreddori, tosse e mal di gola, ma aiuta anche a far rimarginare le ferite e nella terapia contro le ustioni e le ulcere croniche. La sua squisita bontà, oltretutto, è in grado di stimolare la nostra golosità, metterci di buon umore e non farci ingrassare: contrariamente a quanto comunemente si pensa, infatti, il miele è ricco di sostanze nutritive essenziali e non è eccessivamente calorico.
by italia salute
13 ottobre 2008
IL MIELE per curare ..
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