26 novembre 2008

La vista: un bene prezioso


Il dono della vista è tra i più preziosi che abbiamo ricevuto e, per molti di noi, è molto difficile persino immaginare di venirne privati. Le attività che possiamo svolgere tramite gli occhi sono innumerevoli eppure, da recenti indagini, risulta che gli italiani curano troppo poco la salute dei propri occhi, specialmente quando si tratta dei più piccoli.
A causa di trascuratezza e mancate visite dall'oculista il 6% dei baby-italiani under 5 è strabico, miope, ipermetrope o astigmatico, ma più di uno su tre (34%) non porta gli occhiali anche se ne avrebbe bisogno. Tra uno e 5 anni la quota di chi corregge il difetto è quindi del 66%. E anche se il dato sale all'80% nei bambini di 6-13 anni e all'83% negli over 14, in generale un connazionale su 5 non si è mai sottoposto a controlli oculistici, più di 6 su 10 (oltre 35 milioni) non fanno una visita da oltre tre anni e uno su 4 ha un problema non corretto. Nella Penisola resiste insomma il tabù dei 'quattrocchi', secondo la fotografia scattata da un'indagine commissionata a Cra (Customized Research Analysis) dalla Commissione difesa vista (Cdv) e presentata oggi al Comune di Milano. Presente l'assessore alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, che annuncia l'impegno di Palazzo Marino per la vista dei meneghini. Con la collaborazione di Cdv, afferma, "nel febbraio 2009 prevediamo di lanciare uno screening di massa" per intercettare i difetti visivi sotto la Madonnina e promuoverne la correzione. Una campagna che dovrebbe partire nella seconda metà del mese e viaggiare a bordo di appositi camper. L'assessore ricorda infatti che "il 2009 sarà per Milano l'Anno della salute. Ogni mese avvieremo uno screening in tutta la città, con particolare riguardo verso le aree più disagiate", per la prevenzione delle malattie e la promozione di una concezione più responsabile del benessere. "Al termine dei due semestri promuoveremo gli Stati generali della salute a Milano", e in quest'opera di sensibilizzazione verranno coinvolti "Asl, ospedali, personale sanitario e associazioni di volontariato". L'idea di Landi è quella di "dedicare uno dei primissimi screening di massa dell'Anno della salute alla vista": un senso 'malato' nella metà degli italiani, ma a rischio nell'88% di chi quotidianamente utilizza un computer per lavoro, studio o per gioco, sottolineano gli esperti. L'indagine Cdv rileva che più del 60% dei piccoli italiani di 1-5 anni non è ancora stato sottoposto a una visita oculistica completa. E appena nel 29% dei casi in cui il check-up è avvenuto l'iniziativa è partita dai genitori. La percentuale di chi è andato dall'oculista almeno una volta cresce al 72% tra i 6-13enni, ma anche in questa fascia d'età mamme e papà sembrano non badare più di tanto al benessere visivo dei figli: soltanto nel 22% dei casi sono stati i genitori a pensare al controllo. Fra gli ultra 14enni l'85% ha fatto almeno una visita oculistica completa, ma il 15% dei connazionali che non hanno mai visto lo specialista appartiene alla categoria dei giovanissimi e il 32% di chi sfugge all'oculista è un teenager tra 14 e 17 anni. Gli specialisti chiamano in causa le istituzioni. Una seconda ricerca condotta da Cra per conto della Cdv dimostra infatti che, "sebbene il Piano sanitario nazionale 2006-2008 contenga un intero paragrafo sulla prevenzione sanitaria e sulla promozione della salute - precisa l'avvocato Silvia Stefanelli, responsabile dell'indagine - non vi è ancora alcun accenno a programmi di prevenzione in campo visivo". In altre parole, le visite di prevenzione oculare sono affidate alla volontà del singolo. Da qui "la necessità di avviare una politica di sensibilizzazione sul problema vista", dice Landi di Chiavenna. Per la Cdv "una missione fin dalla sua nascita nel 1972", puntualizza il presidente della Commissione, Vittorio Tabacchi, perché "grazie alla prevenzione si potrebbe evitare il 75% della cecità negli adulti" oltre al 50% di quella nei bambini. Landi evidenzia che "la Lombardia è la prima regione italiana per numero di ciechi: conta almeno 45 mila non vedenti e un numero triplo di ipovedenti". Ma giocare d'anticipo può salvare gli occhi. "Controllare la propria vista è un dovere verso se stessi", chiude.
Quando vogliamo intendere che una cosa è assai preziosa (e costosa) diciamo che “vale un occhio della testa”: cerchiamo dunque di non compromettere la salute di entrambi i nostri occhi semplicemente per la scarsa voglia di andare a farci controllare la vista. Uno screening annuale dall'oculista è consigliabile, specialmente per i bambini e per chi lavora in situazioni d'affaticamento visivo.

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