Ieri è iniziato un mega processo allo stadio Olimpico di Roma con numeri da media impressionanti, con i mondiali di calcio alla vetrina e i 30 deferimenti eccellenti di cui 4 a squadre di calcio, bastano per movimentare l'audience. Uno schieramento di mezzi per un processo sportivo di questo genere è stato predisposto per persone o squadre solo con l'accusa di slealtà sportiva e di illecito sportivo.
A Guantanamo, una zona della Cuba di Fidel Castro, in territorio con legislazione speciale sono rinchiusi da 5 anni "terroristi" che nessun tribunale ha mai condannato, neanche quello militare. Da 5 anni sono soggetti ad una detenzione dovuta all'appartenenza a combattimenti nei vari teatri di guerra aperti dagli stati uniti d'america.Il contrasto è quantomeno stridente, per slealtà sportiva vengono messi in moto centinaia di persone, avvocati ed interessi di ogni genere, mentre ci si lamenta per l'abbreviazione di 2 gradi di giudizio in questo processo. Tale abbreviazione dettata più da altri (Uefa) che regole nuove. Questi "terroristi" a guantanamo, sono terroristi dal momento che varcano quel cancello, un giudice che condannerà ad una punizione così severa, in un paese democratico, deve ancora nascere.
Dov'è la correlazione fra i due giudizi, NESSUNA siamo agli estremi su una bilancia chiamata giustizia sempre tirata da un lato dal potente di turno.
Cercando il lato positivo, penso che sia meglio continuare a parlare di slealtà sportiva invece che di terrorismo.
30 giugno 2006
Guantanamo e Calciopoli
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