Questo è successo in un paese ricco di risorse e petrolio, come andrà a finire?
In questo articolo di Salim Lamrani ci aggiorna sulla situazione venezuelana.
L'oligarchia venezuelana, opposta alle riforme economiche e sociali del presidente Chavez, tenta nuovamente di destabilizzare la nazione, speculando sui prezzi dei prodotti di prima necessità. Dopo il colpo di stato dell'aprile 2002, ed il sabotaggio petrolifero del dicembre 2002, l'elite aspira a provocare una crisi alimentare e a scatenare moti nel Paese.
Gli ipermercati venezuelani hanno aumentato a dismisura il prezzo dei prodotti di base, come la carne, lo zucchero ed i cereali, rendendoli inaccessibili alla popolazione e creando così serie difficoltà alimentari. Secondo la Banca Centrale del Venezuela (BCV) pressoché un quarto del paniere è gravato dall'inflazione artificiale, che tocca in primo luogo le classi più modeste. Così, i prezzi sono aumentati in media del 66%, e, in certi casi, sono più che duplicati. Per esempio, il prezzo del pollo ha subito un'inflazione del 110% e quello del formaggio del 245%.
"La crescita osservata sul prezzo della carne a partire da gennaio e nella prima settimana di febbraio è dovuta all'interesse di alcuni distributori di massimizzare il profitto, dato che i Venezuelani hanno, attualmente, un maggiore potere d'acquisto" ha spiegato Maria Cristina Iglesias, ministro del Potere Popolare per le Industrie Leggere ed il Commercio.
Il Governo ha immediatamente adottato delle misure, segnalando che i prezzi dovevano rispettare la regolamentazione in vigore dal 2005: "Chi non rispetterà i prezzi fissati e regolati dal paniere, ne pagherà le conseguenze, (infatti) noi non indietreggeremo di un millimetro" nella lotta alla speculazione, ha avvertito il Vice Presidente del Paese, Jorge Rodriguez. Un Comitato di ispezione sociale per l'approvvigionamento, gestito dalle comunità, è stato, in effetti, creato in questo senso, al fine di "costruire una patria senza speculatori, senza accaparratori, e (….) senza scioperi padronali "
Molti supermercati, manipolando gli stock e praticando prezzi superiori a quelli fissati dalla legge, hanno ricevuto la visita degli ispettori, e sono stati sanzionati dalle autorità. I loro prodotti sono stati censiti e venduti al giusti valore nei negozi popolari Mercal. "Gli speculatori sono delinquenti, criminali e nemici del popolo e devono sentire l'azione ferma della legge" ha dichiarato William Lara, Ministro del Potere Popolare per la Comunicazione e l'Informazione. Egli ha rigettato l'argomento della penuria evocato dai centri commerciali, e li ha accusati di accaparrare prodotti .
In effetti, molti grandi magazzini hanno deciso di sospendere la vendita di carne, provocando così una crisi alimentare. Il presidente Chavez ha reagito inviando un messaggio ai proprietari dei supermercati, che li esortava a mettere termine alle speculazioni ed a garantire la sicurezza alimentare dei cittadini. Egli ha avvertito che avrebbe proceduto alla nazionalizzazione degli ipermercati, dei mattatoi e delle celle frigorifere che continueranno a vendere prodotti di prima necessità al di sopra dei prezzi legali.
"Ho inviato messaggi ai produttori, agli intermediari dei mattatoi, delle celle frigorifere e dei negozi di alimentari. Ma se continueranno a violare gli interessi dei Popolo, la Costituzione, le leggi, li priverò delle celle frigorifere, dei negozi di alimentari e dei mattatoi e li nazionalizzerò" ha annunciato il Presidente venezuelano. Egli ha invitato la popolazione ad effettuare le necessarie denunce: ogni stabilimento che venderà al di sopra dei prezzi fissati sarà nazionalizzato e la sua gestione affidata ai consigli comunali. "Faremo di tutto per raggiungere la giustizia e l'uguaglianza alimentare" ha quindi concluso .
Una legge è stata adottata contro la speculazione ed il boicottaggio. La Legge per la difesa popolare stabilisce uno stretto controllo e sancisce che "i fornitori e gli stabilimenti che violeranno questa misura, o avranno fatto ricorso a delitti di speculazione, accaparramento, usura, si rifiuteranno di vendere, restringeranno la circolazione o la distribuzione dei prodotti sotto un regime di regolamentazione dei prezzi, così come coloro che realizzeranno pratiche evasive di qualsiasi natura o altri delitti connessi, per superare il massimo di vendita al pubblico dei prodotti alimentari, saranno sanzionati secondo la legge" (7).
L'articolo 4 sottolinea ugualmente che "ogni bene necessario per sviluppare le attività di produzione, fabbricazione, importazione, provvigione, trasporto, distribuzione e commercializzazione di alimenti o di prodotti sottoposti al controllo dei prezzi" è di utilità pubblica, permettendo così al governo di prendere, legalmente, il controllo degli stabilimenti abbandonati o chiusi, o che praticano la speculazione .
Il governo bolivariano ha, malgrado tutto, tenuto a far prova della sua buona volontà ed ha compiuto un gesto a favore dei produttori e commercianti. Ha deciso di sopprimere la TVA del 14% su alcuni prodotti alimentari come le carni, il mais, la maionese, il formaggio bianco e l'avena, così come sui trasporti terrestri di alimenti di prima necessità a partire dal primo marzo 2007. Questa esenzione d'imposta riguarda tutta la catena alimentare, dal produttore al commerciante .
Questo nuovo tentativo di destabilizzazione orchestrata dall'oligarchia venezuelana è significativo, a diversi livelli. Prima di tutto, mostra che l'élite del paese non arriva ancora ad accettare la perdita del proprio potere politico, e l'implicazione, via via crescente, dei cittadini nella costruzione di una democrazia partecipativa e di una nuova società, che si vuole inclusiva. Si trova, ugualmente, nell'incapacità di ammettere che il sistema politico, economico e sociale del Venezuela sta cambiando in modo radicale, e che questo processo, iniziato nel 1999, è oramai irreversibile. Infine, i Venezuelani debbono rimanere vigili: infatti l'opposizione, antidemocratica ed attivamente sostenuta da Washington ha dimostrato, in passato, di essere pronta a tutto pur di raggiungere i propri fini.
04 marzo 2007
Se gli ipermercati aumentassero tutta la merce del 66% in un mese?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento