Visto che non tutte possono fidanzarsi o sposarsi con un calciatore, le giovani inglesi cercano di emulare le Wives and Girlfriends dei campioni britannici (ribattezzate appunto wags durante i Mondiali di calcio) in altro modo. Comprando ad esempio tutto quello che le signore del football d’Oltremanica ostentano ogni giorno sui tabloid, frequentando gli stessi luoghi alla moda, avvalendosi di uguali (e costosi) trattamenti di bellezza.
Solo che mica tutte sono Victoria Beckham o Colleen McLoughlin (fidanzata di Wayne Rooney) capaci di spendere migliaia di euro in un solo pomeriggio di shopping (anche in una piccola città tedesca) e, soprattutto, mica tutte hanno le stesse loro possibilità economiche. E gli effetti si vedono. Non tanto sulle aspiranti wags (sei milioni secondo un sondaggio), quanto sul loro conto in banca che ogni fine mese registra incredibili impennate verso il basso, allineandosi sulla linea negativa del rosso. E per molte di loro significa la bancarotta.
Lo ha scoperto una ricerca della società di credito Wilkins Kennedy che ha lanciato l’allarme: «Attenzione! Se continueranno a spendere così tanto, entro il 2009 oltre metà delle inglesi finirà sul lastrico». Sembra infatti che nel giro di pochi anni la percentuale di donne piene di debiti sia saltata al 44% del totale delle consumatrici, tra l’altro in uno dei Paesi europei che più di tutti ricorre al credito al consumo come forma di finanziamento, si avvale cioè di un prestito per comprare. L’esperto di insolvenze Keith Stevens spiega che «ci sono due tipi di debitrici: le madri single e le donne divorziate da un lato e poi le aspiranti wags che hanno uno stile di vita molto più elevato di quello che possono permettersi». Sono giovani, dice Stevens, e continuano a spendere anche se i loro stipendi rimangono sempre gli stessi,ma soprattutto «saltano da una carta di credito all’altra aumentando il proprio debito, senza mai estinguerlo».
Proprio come racconta la scrittrice inglese Sophie Kinsella: la protagonista dei suoi libri I love shopping apre un nuovo conto in banca ogni volta che con il precedente va in rosso. In Italia, il fenomeno «fallimento » e «conti in rosso al femminile» non è così preoccupante. Non ancora almeno. Anche se, in generale, spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore di Assofin (l’Associazione italiana del credito al consumo), il ricorso a forme di prestito è in aumento, «ma per ora è soprattutto per acquistare beni durevoli come automobili, elettrodomestici, arredamento», più che per borse e scarpe extralusso.
Ma cresce la percentuale di donne che si avvalgono del credito al consumo, il 44%. Tanto che il dottor Cesare Guerreschi, esperto di shopping compulsivo, avverte: «Il rischio di bruciare interi patrimoni è molto alto anche da noi». Basti pensare, dice, «che il 3,5% delle donne italiane è malato di dipendenza da shopping e che la sindrome è in aumento anche fra le giovanissime tra i 15 e i 18 anni». Guerreschi racconta che di shopping compulsive ne arrivano a centinaia nella sua clinica di Bolzano: «Mi dicono: "Compro troppo, di tutto, in continuazione, e se non compro sto male". La loro è più di una semplice mania, «è una malattia da curare», aggravata dal pericolo di finire sul lastrico.
Fonte il corriere.it
Una volta si falliva per debiti di gioco adesso per debito da shopping! Come siamo cambiati. Ma il futuro è migliore!/?
23 agosto 2006
Profondo Rosso Shopping
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