31 luglio 2007

Il segreto di Fortiz

Appena dopo la guerra, con il molo fatto saltare dai tedeschi e, da mine abbondanti su tutta la spiaggia, fare il bagno era un’impresa molto difficile a volte pericolosa. Imparare a nuotare era l’unica risorsa per fare un buon bagno. Le spiagge di sassi, (prima della “sabbiatura”) andavano in profondità in pochi metri verso un fosso alto circa 2-3 metri per poi riaffiorare a quote più basse per la formazione di “secche”. Imparare a nuotare voleva dire “passare il fosso”. Solo ai “grandi”(di età) era permesso tentare di passare il fosso. Lo stimolo dei bambini sempre più precoci era di passare a nuoto prima e, in apnea, dopo il fosso.
Ecco, la palestra naturale per un nuotare provetto. Una volta assolto questa prova, l’uomo sanvitese cominciava mettendo le branchie e diventando l’uomo-pesce.
Senza dilungarmi fra le sfide natatorie fra ragazzi della “marina “ e “lu paese”, fra “marina” e “di cintioni” epopea per nuotatori che solcavano il lido sanvitese.

In questo contesto che si inserisce la leggenda di Fortiz ( scomparso da pochi anni).

Un uomo mezzo mago e mezzo pesce che sfidava tutti in percorsi sotto il livello dell’acqua. Una leggenda che, escluso il giorno di “punto di stella” veniva ripresentato ogni giorno.

Scommettiamo che passo da un lato all’altro del molo sott’acqua?”.

Scommettendo, da metà molo, per il suo passaggio sott’acqua sono necessari circa duecento metri da fare in apnea. Una soluzione impossibile per una persona umana oppure, un segreto inviolato che permetteva di passare da un lato all’altro del molo.

Questo segreto ora, dopo indagini approfondite, penso di averlo capito, anche se il diretto interessato non lo ha mai confessato.


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