21 luglio 2007

Un incontro sul treno


Estate Vacanze: quando il caldo si fa assordante a volte è meglio prendere un Eurostar e viaggiare tranquilli con il trolley.
Certe volte è obbligatorio, a volte è necessario una prenotazione. Con il biglietto in mano, con il numero di posto e di carrozza specificata la domanda giunge sempre spontanea, chi sarà il vicino/a del mio posto?
La mia sorpresa dura il tempo di un nanosecondo. Il mio posto, confermati dai presenti, era vicino a tre ragazze speciali. Il tempo di ascoltare un telefonino e capire che una di loro era italiana, le altre due no. La loro bellezza, la loro fisionomia asiatica, i loro accessori (orologi Cartier e Rolex) mi hanno fatto subito pensare a ragazze della notte, ma non è così. Il particolare delle unghie decorate con colori e icone giallo azzurro, altre verdi a forma di squame di pesce mi incuriosisce non poco. Ma chi fa qui, queste manicure?
La loro educazione, ma anche la difficoltà a rispondere in modo naturale, fanno intendere di essere straniere. Mentre loro con un occhio ti scrutano e l'altro fingono di dormire è facile non cercare di essere invadente, ma scavare sul loro punto debole: la lingua.
Ecco, alla richiesta di migliorare la lingua si scioglie il gelo e, l'asiatica delle lunghe unghie diventa una studentessa di New York con genitori di origini cinesi ed in Italia per fare un esame di letteratura sulle poetesse italiane ( molte sconosciute completamente). L'amica Jessica somiglia alla ragazza della foto, parla poco o niente di italiano ma con un libro sulle poetesse italiane (una poesia di Veronica Franco) conferma che l'indomani l'esame di letteratura sarà affrontato.
Il mondo è vario, ma due cinesi con un corpo da americani non li avevo mai visti, una simbiosi unica. Poi quando anche la ragazza italiana psicologa diventa curiosa parliamo dello scambio culturale delle università italiane ed americane. Un bel quadretto, il cui apice arriva sulla domanda riguardo a Mussolini.
Ma Mussolini come si comportava con le donne? Sinceramente mi sono aggrappato agli specchi, Claretta Petacci starà pensando ancora a me ma, io che pensavo di essere uno storico a volte devo riconoscere i miei limiti. Queste cino-americane vanno subito al sodo. E, che così sia.

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