05 settembre 2006

Bolla o non bolla immobiliare?


Da alcuni giorni sono disponibili dati incontrovertibili sul crollo del settore immobiliare USA

una bolla che ha tenuto in piedi l’economia americana e il sistema finanziario globale dopo il crollo della bolla precedente, quella della New Economy, all’inizio del nuovo millennio.

Qualche indicazione:
* Gli espropri delle abitazioni a luglio sono aumentati del 18% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e del 5% rispetto al mese precedente. Lo stato più colpito è il Colorado, con un aumento del 55% in un anno. I “grandi sei” colpiti dagli espropri sono Texas, Florida, California, Michigan, Ohio, e Illinois che complessivamente contano più della metà degli espropri nel paese.
Il termine "esproprio" é tradotto letteralmente dall'inglese. La procedura si completa in genere con l'acquisizione dell'immobile "espropriato" da parte del creditore. La traduzione, riferita alla realtà italiana, indica l'azione giudiziaria che prende il nome di sequestro giudiziario a cui segue, benché dopo tempi lunghissimi, la vendita vera e propria. Negli Stati Uniti invece il procedimento richiede tempi molto più ristretti.

* La vendita di abitazioni esistenti, che comprende l’85% del mercato della casa, a luglio è scesa dell’11,2% rispetto all’anno prima, e del 4,1% rispetto al mese precedente.
L’associazione degli immobiliaristi, la National Association of Realtors, ha riferito il 23 agosto che il prezzo medio dell’abitazione è sceso del 18% nel West, del 12,5% nel Nordest e del 10,1% nel Midwest.

* Nella Greater Washington le vendite di abitazioni sono crollate del 31% a luglio rispetto all’anno precedente, con punte del 42% nella contea di Loudoun e del 50% nella contea di Prince William. In un anno l’invenduto nella Virginia settentrionale è aumentato del 147% e il prezzo medio è sceso del 3,9%, dal luglio 2005, come ha riferito il Wall Street Journal del 23 agosto.

* I nuovi cantieri dell’edilizia abitativa, nello stesso arco annuale luglio/luglio, sono diminuiti del 18,9% nel Nordest, del 16,6% nel Midwest, del 13,9% nel West, e del 10,7% nel Sud, secondo i dati del Dipartimento del Commercio del 16 agosto. La flessione è più accentuata per le case monofamiliari: -26,3% nel Nordest, -25,8% nel West, -18,9% nel Midwest e -9,1% nel Sud.

La “Toll Brothers”, che costruisce ovunque nel paese abitazioni di lusso, ha annunciato la perdita del 48% degli ordinativi in tre mesi ed i suoi esperti temono la più grave flessione in quarant’anni. Angelo Mozilo, direttore di Countrywide, la principale finanziaria indipendente che concede mutui casa, ha dichiarato: “In 53 anni non ho mai visto un atterraggio morbido ... debbo preparare l’impresa al peggio”. Nouriel Roubini, presidente della Roubini Global Economics e professore di economia alla Stern School of Business all’Università di New York ha commentato le due precedenti dichiarazioni dicendo: “L’unica cosa che resta da discutere adesso è se la situazione del mercato casa sia il peggiore in 40 oppure in 53 anni”.

Per Roubini: “La conclusione più semplice è che si tratta della più grave flessione del settore abitativo in quattro o cinque decenni:
tutti gli indicatori evidenziano una caduta libera, adesso anche quello dei prezzi della casa.
Di per se stessa la flessione è sufficiente ad innescare una recessione negli USA: i suoi effetti su investimenti residenziali effettivi, ricchezza, consumo e occupazione saranno più gravi del crollo dei tecnologici che innescò la recessione del 2001.

E oltre al crollo immobiliare, i consumatori debbono fare i conti con il petrolio sopra i 70 dollari, l’effetto ritardato dell’aumento dei tassi Fed e dei tassi a lungo termine, la caduta dei salari reali, il risparmio negativo, l’alto tasso d’indebitamento e i costi maggiorati del servizio del debito”. Si sta dunque procedendo a tutto vapore verso “la grande recessione del 2007” e di certo le ripercussioni internazionali saranno notevoli.
Stephen Roach, primo economista di Morgan Stanley ha ribadito ciò che è ovvio: “La bolla immobiliare americana sta evidentemente scoppiando”.

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