La “mappa del mondo” di ogni individuo è soggettiva ed è erroneo pensare che gli altri abbiano una visione del mondo identica alla nostra. La “visione del mondo” si basa su due elementi principali: Convinzioni e Valori.
Questi sono i pilastri che reggono la nostra esistenza. Le convinzioni o credenze sono “quello in cui noi crediamo”. Ad esempio, se un mio amico afferma: “Credo che la libertà sia importante!” esprime una convinzione estremamente importante; la maggior parte dei suoi comportamenti ruoteranno attorno a questa credenza. I valori sono “quello che è importante per noi”. Un esempio di valori sono: la famiglia, l’onestà, l’amicizia, la libertà, il dovere, ecc. Valori e Convinzioni sono elementi intimamente connessi in quanto se affermo “credo che la libertà sia importante”, esprimo sia una credenza che un valore.
In precedenza abbiamo esaminato come le credenze generate da generalizzazioni e cancellazioni (Francesco cerca sempre di fregarmi) limitano le nostre scelte e le azioni.
Altri esempi di convinzioni limitanti sono le seguenti frasi:
Sono un incapace – Le ho provate tutte, ma… - La vita è crudele – Nella vita sono un fallito.
È palese che simili asserzioni sono dannose e influenzano negativamente l’esistenza.
Esempi di credenze positive sono rappresentati dalle seguenti frasi:
Sono in una persona in gamba - Sono positivo – La vita è piena di possibilità – Riesco in tutto quello che faccio.
Ma come si formano le convinzioni?
Si tratta di esperienze emozionali significative (apprendimento emozionale) che si incidono nel nostro programma mentale. Il nostro comportamento è il frutto della somma di: credenze, valori genitoriali e cultura. Le convinzioni positive nascono da esperienze significative positive, costruttive e assertive. Quelle limitanti si creano da eventi negativi, non valorizzanti, delusioni e fallimenti. Generalmente si parte da un presupposto che grazie ad eventi i linea con esso si trasforma in convinzione. Ad esempio, supponiamo che pensi di non saper giocare a calcio (presupposto). In seguito ci provo e durante la partita non riesco a giocare bene. In quel contesto posso dirmi: “Sono un incapace!” (giudizio di valore) e i miei compagni possono rafforzare questa asserzione con altre frasi negative: “Lascia perdere perché sei un fallito!”. Da questo evento può crearsi una convinzione: “Non ce la farò mai” che rappresenta il cemento di tutti gli elementi del nostro essere.
Come bisogna comportasi davanti ad eventi simili per evitare la maturazione di convinzioni limitanti?
Esperienze di questo tipo devono essere viste come nuove informazioni e trasmissioni di dati. È fondamentale riconoscere il momento come fase di apprendimento per migliorare le proprie azioni future: “Grazie a ciò ora so che…”.
La magica capacità che dovete sviluppare consiste nel ristrutturare gli eventi in modo da bloccare il meccanismo che dal presupposto si trasforma in credenza.
Ad esempio, il presupposto “sono incapace” si trasforma grazie a queste magiche domande:
* Cosa devo fare per ottenere quella cosa?
* Ho già esperienze simili?
* Qual è il nuovo apprendimento positivo ?
* Quale soluzione sarebbe preferibile per me?
* Quale risorsa ci vorrebbe?
Le riposte vi aiuteranno a focalizzare la vostra attenzione su i punti di forza per migliorare le vostre azioni future.
Quello di cui dovete rendervi conto è che gli elementi negativi che condizionano la vostra esistenza sono puramente soggettivi e che è arrivato il momento di sbarazzarsene in cambio di un’esistenza felice. Riportate su carta tutte le convinzioni limitanti e guardate quanti paletti vi siete e vi hanno messo. Quando la gente emette giudizi di valore negativi su di voi (sei un buono a nulla, sei un fallito ecc.) immaginate queste frasi scritte su una lavagna e cancellatele mentre mentalmente vi dite: elimina, elimina, elimina. E questo stesso procedimento va applicato anche quando siete voi stessi ad asserire simili frasi. Uno dei meccanismi su cui si basa la creazione di schemi mentali statici si basa sulla ripetizione: più volte vi ripetete (o vi ripetono) una frase, più questa si fa spazio nella vostra mente. Quando pensate a qualcosa, le cellule del vostro cervello (i neuroni) si scambiano informazioni disponendosi in una particolare configurazione. Quando smettete di pensarci, lo schema neurale si scioglie. Però, se ogni giorno pensate alla stessa cosa costringendo le cellule a formare sempre la stessa configurazione, alla fine di creano dei ponti fissi e lo schema non si scioglie più. Ecco come si creano i comportamenti automatici o anche le convinzioni. Per farvi un esempio concreto pensate alla prima volta che avete indossato una cintura di sicurezza: avevate la tendenza a dimenticarvene: i neuroni si configuravano momentaneamente per poi sciogliere la formazione in mancanza del pensiero. In seguito, dopo numerose volte che lo avete fatto, è diventato un meccanismo automatico: si è creato uno schema di pensiero statico. Oppure pensate a quante cose fate quando guidate l’auto: schiacciate la frizione, cambiate marcia, accelerate, parlate con un vostro amico, seguite la strada giusta…e tutto questo senza pensarci. La prima volta che siete saliti in auto tutto questo era difficile. Ora ci riuscite perché avete creato delle configurazioni statiche che rendono automatici i comportamenti.
Cominciate a rendervi conto di quanto sia importante prestare attenzione a quello che pensate?
I ricercatori hanno appurato che il numero di volte che occorre per rendere fisso uno schema è ventuno. Ad esempio, se ogni giorno per tre settimane, vi alzate alle sei di mattina e andate a fare footing, creerete una compulsione a fare quel tipo di azione. I primi giorni sarete svogliati ma se avrete forza di volontà per tre settimane, renderete automatico il comportamento.
Questo meccanismo si estende anche ai filmini mentali che appena svegli formuliamo in merito all’andamento della giornata. Se creeremo nella nostra mente delle immagini negative (il capo che ci sgrida, il partner che ci critica) in maniera costante e ripetitiva, non dovremo meravigliarci se realizzeremo quel tipo di realtà. Inoltre, appena svegli, siamo in una fase estremamente ricettiva in cui la nostra mente è facilmente suggestionabile (stato alfa). Quando vi rendete conto che è in atto un simile meccanismo, bloccate i film mentali e proiettate altri positivi e diametralmente opposti in modo da creare schemi di pensiero positivi.
Ma come mai semplici pensieri possono influenzare la realtà esterna?
Quando ci convinciamo che la realtà è fatta in un certo modo, mettiamo in atto in serie di comportamenti inconsci che ci portano nella direzione attesa (anche se negativa). Ad esempio, se siamo convinti che il nostro capo ci sgriderà, metteremo in atto una serie di comportamenti (inconsapevoli) che lo faranno infuriare. Ricordate che una cosa è quello che vuole la parte razionale, un’altra è quella che desidera l’inconscio. Se quest’ultimo lo avete condizionato negativamente, lui farà di tutto per accontentarvi. La parte emotiva non giudica…si limita a fare quello che gli dite.
Stiamo cominciando a scrivere “il libretto di istruzioni” della vostra mente e a definirne le regole che vi permetteranno di migliorare la vostra esistenza.
Cerchiamo di riepilogarle aggiungendone altre.
La regola fondamentale che emerge da quanto appena esposto consiste nel ripetere più volte un pensiero e/o un comportamento per renderlo automatico.
Un’altra importante regola consiste nel prestare attenzione a quello che diciamo: da ora in poi niente frasi svalorizzanti nei vostri confronti e verso gli altri. Non è saggio programmare negativamente chi ci circonda. Da questo momento ditevi cose positive: sono capace, riesco in quello che faccio, sono positivo.
Alla regola appena esposta bisogna aggiungerne un’altra: esprimere le frasi in positivo.
L’inconscio non computa in negativo (no – non); ad esempio, se vi dico “non pensate ad un aereo”, la prima cosa che la vostra mente farà sarà quello di pensarci anche se io vi ho detto il contrario. Per questo motivo frasi come “non voglio essere infelice”, “non voglio soffrire”, si commutano in “sono felice”, “io gioisco”. Questa regola è fondamentale se desiderate inserire schemi di pensiero positivi e costruttivi. Se la violate rischiate di ottenere l’effetto opposto.
Le frasi devono essere espresse al presente. Asserzioni espresse con verbi futuri non sono particolarmente incisive in quanto la parte profonda è sensibile al presente. “Io sarò felice” deve essere commutato in “io sono felice”. L’inconscio deve sentire la realtà desiderata nel presente.
Il momento più adatto per darsi degli ordini positivi (ed eventualmente bloccare film mentali negativi) è al mattino appena svegli. Potete aiutarvi scrivendo una frase che sintetizza quello che volete realizzare e attaccare il foglio in un punto della camera visibile. Potete leggerla ed immaginare voi stessi che concretizzate quanto desiderato. Durante il giorno, anche se non siete in stato alfa, potete sempre applicare queste tecniche ma sono meno efficaci. Se al mattino avete difficoltà nell’utilizzarle, potete scegliere un momento della giornata in cui siete tranquilli, sedervi comodamente e rilassarvi.
Alcuni individui non accettano che il conducente del tram sia l’inconscio e non la parte razionale, soprattutto chi focalizza e sbilancia tutta l’esistenza sulla razionalità. Persone dotate di sensibilità ed intuito sono invece consapevoli di come l’emotività abbia un peso notevole nella vita.
Tratto da:
"Dentro di te si trova il genio della lampada" di Vincenzo Fanelli - Macro Edizioni
"Il Potere di rendersi felici" di Vincenzo Fanelli - Anima Edizioni
vincenzofanelli@libero.it
22 giugno 2008
Prendere il volante della propria esistenza
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