09 settembre 2008

Aspartame: la storia di un'arma di avvelenamento di massa



Non credo alla validità degli esperimenti sugli animali che giudico altamente immorali e crudeli oltre che inutili. Ciò nonostante in un panorama giuridico in cui tali esperimenti hanno valore per provare la sicurezza o la nocività di un composto chimico o farmaceutico, il fatto che l’assunzione di una sostanza risulti velenosa per alcune cavie e nonostante ciò venga messa in commercio dovrebbe fare sorgere un forte sospetto: come mai le regole (legali) del gioco possono cambiare in maniera così spudorata?

Ma come fare ad essere certi che l’ aspartame sia nocivo oppure no, se la maggior parte degli esperimenti vengono effettuati su cavie animali?

Ebbene c’è stato una grande esperimento in cui l’uomo è stato utilizzato come cavia, ovvero la prima guerra del Golfo (gli USA all’assalto dell’Iraq nel 1991) allorquando le multinazionali delle bibite gassate mandarono gratis le loro bevande ai soldati statunitensi in Arabia; molti soldati bevevano Coca Cola light tutto il giorno.
I risultati furono disastrosi in termine di salute; come cita un comunicato stampa dell’agenzia Reuters del 8/1/1997: “Le analisi su un gruppo di veterani sofferenti di Sindrome della Guerra del Golfo ha confermato che c’erano danni al cervello sintomatici di avvelenamento da aspartame secondo le affermazioni del dottor Jim Horn del centro medico universitario Texas Medical Center”.

Ovviamente con ciò non su può affermare che la terribile “sindrome del golfo” sia dovuta solo all’ aspartame, in quanto altre cause molto importanti sembrano essere state l’iniezione di vaccini sperimentali e la contaminazione con agenti patogeni geneticamente modificati); ciò non toglie l’evidenza dei danni neurologici da avvelenamento da aspartame (per precisione di cronaca ricordo che furono impiegati circa 700.000 soldati statunitensi nella guerra del golfo, e che 43.000 di essi soffrirono di quella orribile sindrome).


Un soldato in pensione di Hauntsville, Alabama, reduce dalla prima guerra del golfo, partecipò nel 1995 alla trasmissione televisiva Sessanta minuti, raccontando la sua esperienza (terribili perdite di memoria, mal di testa e affaticamento cronico); durante tale trasmissione riferì testualmente: “ora che mi ricordo i soldati colpiti erano quelli che consumavano bevande gassate light”. Insomma secondo questa testimonianza chi beveva solo acqua se la passava molto meglio, e una buona parte del danno neurologico di cui soffrirono i militari USA era dovuto alla presenza del dolcificante artificiale aspartame contenuto nelle bibite light.

Altro dato inquietante è che ai piloti viene sconsigliato l' aspartame per i suoi effetti collaterali avversi, perchè noi comuni cittadini invece dovremmo assumerlo?
Come riporta Lorenzo Acerra in un suo libro sui dolcificanti sintetici:

Nel 1992, Flying Safety la rivista ufficiale della U.S. Air Force aveva avvertito i piloti di non usare dolcificanti a base di aspartame o di non bere Diet Cola.

Anche la rivista ufficiale della Marina USA, Navy Physiology, pubblicò degli articoli che mettevano in risalto i molti pericoli dell' aspartame, tra cui i deleteri effetti cumulativi del metanolo e l'elevata incidenza di difetti alla nascita.
Gli articoli documentavano che ingerire aspartame poteva rendere i piloti più suscettibili di epilessia e vertigini. Altri 20 articoli con simili avvertimenti relativi all'ingerire aspartame durante il volo sono apparsi sulle seguenti riviste: The National Business Aircraft Association Digest (NBAA Digest 1993), Aviation Medical Bulletin (1988), The Aviation Consumer (1988), Canadian General Aviation News (1990), Pacific Flyer (1988), General Aviation News (1989), Aviation Safety Digest (1989), Plane and Pilot (1990) e un lavoro scientifico che descriveva gli effetti dell' aspartame fu presentato al 57esimo Annual Meeting of the Aerospace Medical Association (Gaffney 1986).

Recentemente, è stato messo in funzione un Numero Verde telefonico per piloti vittime di acute reazioni a seguito dell'ingerimento di aspartame. Oltre 600 piloti hanno riferito sintomi e attacchi come quelli provocati dall' aspartame nella cabina di pilotaggio. [Lorenzo Acerra, Sugar blues 2 - nuovi veleni senza calorie aggiunte, aspartame, saccarina e altri dolcificanti artificiali, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena, 2000, pag. 12-13]
Il il 20-agosto del 2005 Betty Martini, direttrice di Mission Possible (un’organizzazione internazionale di difesa dei consumatori formata nel 1992 per dare voce alle persone che richiedono che la FDA revochi l’approvazione dell’ aspartame e ordini la sua eliminazione da cibi, bevande e prodotti farmaceutici), ha scritto quanto segue:

Tutti voi dovreste ascoltare James Turner, mentre spiega come Donald Rumsfeld si sia dato da fare perché l’ aspartame, un veleno chimico mortale, venisse approvato nonostante un primo rifiuto della FDA [Food and Drug Administration, equivalente della nostra CUF, Commissione Unica del Farmaco]:

Il filmato intero si può trovare a questo indirizzo:

Fra le molte ironie del nostro mondo moderno c’è il fatto che il 19 gennaio 1977 Gerald Ford abbia premiato con la “Presidential Medal of Freedom” (il più alto onore attribuibile per meriti civili) il Ministro della Difesa Donald Rumsfeld. Appena poche settimane più tardi, l’8 marzo, Rumsfeld divenne il CEO [Chief Executive Officer, alta figura dirigenziale, che non so bene se tradurre amministratore delegato o presidente] dell’azienda G.D. Searle per portare a termine una missione particolare, quella di forzare la Food and Drug Administration ad approvare il consumo umano di un veleno noto per i suoi effetti carcinogeni e neurotossici.

La missione è riuscita: oggi circa 9.000 prodotti di uso comune contengono questa arma di avvelenamento globale e milioni di persone soffrono di malattie croniche connesse con l’uso del dolcificante artificiale aspartame. È nostra opinione al giornale The Idaho Observer [L’osservatore dell’Idaho] che se qualcuno di nome Parkinson può avere una malattia che prende il suo nome, allora anche a Donald Rumsfeld dovremmo intitolare una malattia. Da qui il termine " malattia di Rumsfeld".
di Corrado Penna

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