15 luglio 2008

D'Annunzio e San Vito: il libro


A 70 anni dalla scomparsa, Gabiele D'Annunzio torna protagonista nella vita di S. Vito Chietino, da lui immortalato nei suoi scritti e considerato la "Sua Mecca", con un reciproco e secolare feeling.
Com'è noto, lo scrittore visse all'Eremo delle Portelle di San Vito, nel 1889, una infuocata e felice stagione d'amore con la bella romana Natalia Elvira Fraternali maritata Leoni. La loro memorabile e concreta vicenda amorosa fu riversata nella finzione letteraria del romanzo Il Trionfo della Morte, con diffuse liriche e descrizione dei luoghi, della gente, dell'ambiente, della varia e ricca natura di San Vito, con gli aranceti profumati, le ginestre auree,la costa lunata, i promontori e le falesie, gli spettacolari trabocchi.
Il fervido revival è partito dall'uscita del recente libro di Alberto di Giovanni "D'Annunzio e S. Vito I luoghi, la gente,l'amore" (ed. Menabò, pagg 214, €15,00) una documentata, intrigante rivisitazione-ricostruzione dei rapporti del vate con il paese, a partire dal primo incontro al 2007, con una rassegna retrospettiva, paragonabile a una specie di mostra ... portatile" dice il prof. di Giovanni.
Si tratta di un elegante volume di taglio giornalistico con aperture di saggio, arioso e invitante, pieno di sorprese e di preziose notizie storiche spesso inedite, di testimonianze di prima mano, di gustose curiosità, di foto d'epoca e di suggestive immagini a colori.

Dalla prefazione del libro
"Gabriele D'annunzio passò a San Vito Chietino uno dei periodi più sereni e fecondi della sua inquieta e turbinosa vita, insieme con la bella Barbara Leoni, suo grande e divorante amore:"Mai, mai nella mia vita, mai sono stato tanto felice!....come nelle ore divine di San Vito che rimpiangeremo per sempre" le confessa in una lettera.
"Abbiamo tutto, qui per essere felici; e tu .... Come rimpiangerai questo tempo, quando sarà passato" scrive nel Trionfo della Morte.
E fece anche piacevoli ritorni in incognito per ricognizioni e documentazioni utili per la costruzione del suo romanzo.
Lo scittore spiegava al traduttore francese:" E' una storia vera: l'eremo si trova un po' più in là di Ortona e la descrizione che ho fatto nel romanzo è di una esattezza assoluta".
Attraverso le pagine del "Trionfo della Morte", le lettere a Barbara e testimonianze varie, l'autore ha cercato di ricomporre la trama dei rapporti di D'annunzio e San Vito, della sua vicenda amorosa all'eremo, della travagliata composizione del romanzo, e, insieme, di ripercorrere i luoghi dannunziani nel tempo, tra spazi reali e ricordi."
Il tentativo di non disperdere pezzi di memoria, preziosi per la storia e per l'identità e tener vivo quel patrimonio di cose belle che sussurrano al cuore degli esseri umani, prima che tutto venga cancellato dal tempo vorace e dal mercato globale che avanza, minaccioso, chiassoso e livellatore."

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