03 luglio 2008

Vincere la battaglia ... sulla bilancia


Il sovrappeso è sempre stato uno dei problemi più comuni, sia per l’uomo che per la donna.
Con l’aumentare dell’età, l’ago della bilancia tende inevitabilmente a salire tanto che superati i 50 anni il 75% delle persone sono sovrappeso. Con l’invecchiamento la massa muscolare e l’acqua corporea si riducono mentre il tessuto adiposo aumenta. I tessuti perdono tono accentuando visivamente gli effetti della perdita di tessuto muscolare.
Questo sembra accadere indipendentemente dall’attenzione che si presta alla dieta e dal tempo che si dedica all’esercizio fisico, o almeno questi richiedono più attenzione e tempo di quanto richiedessero prima.
L’indispensabile punto di partenza è sempre capire quante calorie introduciamo e quante ne consumiamo, ma con l’invecchiamento questo può non essere sufficiente per trasformare completamente il nostro aspetto. Infatti, invecchiando assistiamo ad un declino di tutte le funzioni ormonali, delle quali alcune concorrono all’accumulo di tessuto adiposo.
Per trovare l’equilibrio ormonale che aiuta a mantenere stabile il peso, anche invecchiando – ovvero vincere la battaglia del peso una volta per tutte – bisogna capire da quale ormone proviene lo squilibrio ed assumere quegli alimenti che ne favoriscono il buon funzionamento.
Se il viso è più paffuto al mattino rispetto alla sera, le guance sono gonfie e formano pesanti borse sotto agli occhi soprattutto al mattino, è possibile un deficit di ormoni tiroidei.
Se invece il viso è gonfio e tondo in ogni sua parte, quasi a formare una cosidetta “luna piena”, potrebbero essere presenti un eccesso di cortisolo, (normalmente è utile a superare lo stress intenso e prolungato), oppure un deficit di ormone della crescita e testosterone, che rendono più suscettibili allo stress.
Una correzione di questi squilibri aiuterebbe a tonificare il corpo e a sgonfiare il viso, ma anche a calmare lo stato di iperstimolazione dovuta allo stress e restituire una visione della vita più serena e realistica. La buona notizia è che la correzione degli squilibri ormonali parte dalla corretta alimentazione, infatti, così come frutta e verdura stimolano la tiroide, i derivati del latte, i grassi e le diete iperproteiche ne riducono la funzionalità. Testosterone ed ormone della crescita sono invece stimolati dalle proteine, mentre il cortisolo per rimanere stabile richiede che l’assunzione di carboidrati, caffè ed alcool siano moderate.
Nelle donne, il seno allargato, magari aumentato di una taglia rispetto al termine dell’adolescenza o teso e dolente soprattutto prima delle mestruazioni è segno di ridotti livelli di progesterone, soprattutto in relazione alla quantità di estrogeni. Un deficit di progesterone protratto nel tempo, può manifestarsi come sindrome premestruale, con la zona periombelicale gonfia e dilatata, mestruazioni abbondanti e dolorose accompagnate da ansia ed irritabilità. Per favorire le funzioni del progesterone gli alimenti utili sono le proteine animali, provenienti soprattutto dalla carne sia rossa che bianca, e un adeguato apporto di grassi.
Negli uomini l’aumento del volume del seno può essere imputabile al semplice sovrappeso oppure essere segno di deficit di ormone della crescita e di testosterone. Questi due ormoni beneficiano dell’apporto proteico, sia esso da carne, pesce, uova mentre al contrario alcool e caffeina ne contrastano la secrezione.
Sia nell’uomo che nella donna la correzione di questi deficit ormonali aiuta a tonificare la massa muscolare e la pelle e sollevare il seno. Se il tessuto adiposo è concentrato attorno all’addome e l’ombelico è disteso, gli ormoni carenti possono essere il testosterone ed il DHEA. Per potenziare l’azione del DHEA bisognerebbe evitare la cottura eccessiva degli alimenti e dei grassi, evitare i formaggi ed aumentare l’apporto di proteine provenienti sia da carne che da pesce e uova.
Se i fianchi sono particolarmente arrotondati e pronunciati, se vi è una predilezione per i dolci e i carboidrati in genere, e se è presente la “sindrome dello yo-yo”, è probabile che vi sia una iperproduzione di insulina, della quale uno dei compiti è immagazzinare energia i cui depositi sono proprio l’addome e le anche. Un altro dei compiti dell’insulina è quello di consumare gli zuccheri introdotti con l’alimentazione: assumendo troppo zucchero (dolci, pasta, pane, bibite zuccherate e alcool) viene provocato il rilascio di insulina, la quale provoca ipoglicemia. L’unico modo per interrompere questo circolo vizioso è moderare il consumo di quei carboidrati che vengono rapidamente convertiti in zucchero (pasta, pane, cereali) e favorire invece le funzioni di quegli ormoni che aiutano l’organismo a mantenere costante l’insulina e spesso carenti nei soggetti sovrappeso : cortisolo, ormoni tiroidei, testosterone e ormone della crescita.
La presenza di cellulite (PEFS) è imputabile alla carenza di testosterone (sempre messo in relazione con la quantità di estrogeni) e di ormone della crescita. In questo caso una dieta mirata alla riduzione dei livelli di insulina, che ancora una volta prediliga il consumo di carboidrati sotto forma di frutta e verdura al posto di pane, pasta e dolci e di proteine animali come carne, pesce, uova, riesce a modificare la silhouette già nell’arco di qualche mese.
Caviglie e gambe gonfie, fianchi arrotondati, ritenzione idrica sono segni di possibile deficit tiroideo o anche solo di aldosterone, l’ormone che ritiene liquidi e sali, tanto che in quest’ultimo caso è sufficiente somministrare una dose adeguata di potassio.
Come si può evincere da questi esempi, deficit ormonali specifici necessitano strategie dietetiche differenti. Le proteine animali sono l’alimento chiave per la maggior parte degli ormoni, sebbene vi siano ormoni che per essere potenziati necessitano di carboidrati.
Ciò che è importante capire è che le nostre abitudini alimentari sono il primo potentissimo farmaco in grado di contrastare l’invecchiamento o al contrario di favorirlo, mentre la perdita di peso dovrebbe rappresentare solo il piacevole effetto collaterale di un equilibrio ormonale stabile.

Dott.ssa Elena Paglia

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