07 luglio 2006

La Pietra Filosofale

In un periodo della nostra storia nel quale anche il cielo stellato sembra alla portata dell'uomo, solo il sottosuolo della terra sembra avere ancora misteri da svelare. Gli alchimisti medioevali suggerivano che per trovare la pietra filosofale fonte di conoscenza sul piano spirituale e di ricchezza su quello materiale, era necessario andare al centro della terra e avevano sintetizzato questo precetto nell'acronimo VITRIOL, che è formato con le iniziali della frase Visita Interiora Tellus Rectificando Invenies Occultum Lapidem. Naturalmente, a meno di credere che gli alchimisti fossero anche dei geologi dilettanti, il suggerimento è di tipo spirituale: bisogna abbassarsi il più possibile, fin quasi a distruggersi, per poter poi assurgere alle vette della conoscenza.
Diciamo, prima di tutto, che il termine di pietra filosofale significa, secondo il linguaggio sacro, pietra che porta il segno del sole. Ora, questo segno solare è caratterizzato dal colore rosso che può variare di intensità, come dice Basilio Valentino: "Il suo colore è rosso incarnato che va verso il cremisi, oppure colore rubino su colore di granato; quanto al suo peso, lei pesa molto più di quel che sembrerebbe dalla quantità".
Ottenuta sotto forma salina, essa è utilizzabile soltanto per la guarigione delle malattie umane, il mantenimento della salute e la crescita dei vegetali. Solubile in qualsiasi liquore alcolico, la sua soluzione prende il nome di Oro potabile (sebbene non contenga il minimo atomo d'oro), perché assume una magnifica colorazione gialla. Il suo valore curativo e la varietà del suo impiego nella terapia ne fanno un aiuto prezioso nel trattamento delle infezioni gravi ed incurabili. Essa non ha nessuna azione sui metalli, salvo sull'oro e sull'argento con i quali si fissa dotandoli delle sue proprietà, ma, di conseguenza, non serve assolutamente per la trasmutazione. Tuttavia, se si supera il limite delle sue moltiplicazioni, essa cambia forma e, invece di riassumere lo stato solido e cristallino raffreddandosi, resta fluida come l'argento vivo ed assolutamente incoagulabile. Una volta trasformata, nell'oscurità, brilla d'una luminosità dolce, rossa e fosforescente il cui splendore è più debole di quello di un ordinario lumino da notte.
“La pietra filosofale è innanzitutto la creazione dell’uomo da parte di se stesso, vale a dire l’intera conquista del proprio potenziale e del proprio futuro; è in particolare la completa liberazione della propria volontà, che darà il dominio assoluto sull’Azoth e sul regno del magnetismo, vale a dire il potere assoluto sulla forza magnetica universale”. (Eliphas Levi, 19° secolo).

La pietra filosofale è presente anche nelle leggende del Graal. In quel caso si tratta del calice colmo di azioni cavalleresche e buone, che ridonerà fertilità al regno del Re. Il Re in queste leggende è il nostro Sé superiore, il nostro Sé divino, lo Spirito, l’Uomo Celeste o Adamo Kadmon, che è stato relegato giù nel mondo terreno. Trovare questa pietra, o il divino interiore, e lavorare su se stessi per portarlo alla superficie, donerà successo al Palazzo del Re. Wolfram von Eschenbach diceva che il Graal era una pietra preziosa, portatrice di ricchi frutti di Saggezza e Purezza.
La pietra filosofale è spesso messa in relazione alla forza vitale. In alcune incisioni alchemiche, l’acqua scorre da una pietra. La pietra è la pietra filosofale, fonte dell’elisir della vita: “ciò che è come il fuoco ma scorre come l’acqua”. Tutti lo abbiamo dentro di noi.

0 commenti: