Il caso McLibel è cominciato nel 1990 quando la McDonald Corporation ha fatto denuncia per diffamazione contro gente coinvolta nel London Greenpeace (un gruppo ambientalista anarchico che precedette il più noto Greenpeace). McDonald ha preteso le scuse ed il ritiro degli opuscoli anti-McDonald del gruppo. L'opuscolo riuniva le critiche fatte da differenti movimenti alle pratiche di McDonald verso l'ambiente, i diritti degli operai, i raccolti di contanti, la nutrizione, la pubblicità verso i bambini e lo sfruttamento degli animali. Ha usato McDonald come azienda di alto profilo per dare un'occhiata generale all'effetto delle multinazionali sulla società.
Il processo McLibel è durato dal 1994 al 1997, con un appello nel 1999. Malgrado la grande disparità verso il Duo McLibel (un carico di accuse su di loro, nessuna giuria, nessuna assistenza giuridica, spesa di 10 milioni di sterline di McDonald sul caso, ecc.) hanno avuto la meglio su molti punti. Le corti hanno dichiarato che la vendita dei prodotti McDonald "ha finto un beneficio nutrizionale positivo che i suoi alimenti (ricchi di grasso, sale, ecc.) non hanno"; che McDonald “inganna i bambini con la sua strategia pubblicitaria”; sono “colpevoli di crudeltà sugli animali”; e “paga bassi salari, contribuendo a far diminuire le paghe nel commercio dell’ approvvigionamento”; che era un giusto commento dire che gli impiegati del McDonald in ogni parte del mondo “sono messi male in termini di salario e di condizioni di lavoro”; e che era vero che “se qualcuno fa un uso spropositato dei cibi di McDonalds la sua dieta aumenterà in termini di grassi ecc., con un aumentato rischio di malattie al cuore.”
Incredibilmente, malgrado queste decisioni prese contro la compagnia al Duo McLibel fu ordinato di pagare 40.000 sterline a McDonalds. Il Duo McLibel si è rifiutato di pagare anche un solo centesimo.
Il 15 febbraio 2005 la corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato che il caso era in violazione della legge per un giusto processo e per il diritto della libertà d’espressione.
In generale il processo fu un chiaro fallimento per McDonald. Loro avevano fatto le denunce come parte di una lunga e vincente strategia fatta da minacce legali contro i loro oppositori. Invece, questa volta la campagna aveva ribaltato la situazione ed aveva messo l’azienda sotto processo – tutte le loro attività hanno ricevuto un accurato esame durante il processo, e la pubblicazione di opuscoli d’opposizione al McDonald crebbe rapidamente. Da allora non hanno più fatto denunce per diffamazione nel Regno Unito, e le altre aziende sono state messe in guardia dal non fare “un McLibel”.
Forte del loro cammino i McLibel danno anche consigli sul come affrontare le situazioni simili:
“Consiglieremo sempre alle persone di opporsi a chi li minaccia – sia essa la società, i governi, la polizia o chicchessia – e a non farsi intimidire da minacce legali o di altro genere. Ma è essenziale essere organizzati, rifiutare di essere messi a margine o criminalizzati, e di non perdere il contatto con i movimenti più vasti di opposizione ed il pubblico in generale. Tutti i movimenti per il cambiamento devono aspettarsi di dover resistere e superare una repressione. Dobbiamo lavorare al meglio e trasformare i casi nelle aule di giustizia in arene dove il dibattito pubblico e la lotta possano essere stimolati e mobilitati. La ‘giustizia naturale’ e la ‘società civile’ sono più forti se tutti ci impegniamo a realizzarle. Le decisioni di istituzioni legali, statali e aziendali ritenute potenti possono essere combattute con successo.”
05 luglio 2006
McDonalds, un caso di diffamazione o di verità?
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